Cloud: da nuovo Piano Ue aumento annuo del PIL di 160 mld di euro e 2,5 mln di posti di lavoro

di Alessandra Talarico |

Interoperabilità, sistemi di certificazione a livello europeo, clausole contrattuali ‘sicure ed eque’ e creazione di un ‘partenariato europeo per la nuvola informatica’ che coinvolga Stati membri e industria. Questi i pilastri del Piano Ue.

Unione Europea


Neelie Kroes

Le tecnologie cloud daranno una spinta alla crescita economica dell’Europa e all’occupazione. Una loro implementazione corretta e tempestiva potrà generare un aumento annuo del PIL pari a 160 miliardi di euro (circa l’1%) e circa 2,5 milioni di nuovi posti di lavoro.

È quanto prevede la Commissione europea, che ha presentato la nuova e attesa strategia volta a massimizzare il potenziale della ‘nuvola’ in Europa, ossia la possibilità di memorizzare dati (file di testo, immagini e video) e di software su elementi remoti ai quali gli utenti accedono via internet utilizzando il dispositivo che preferiscono.

 

Il documento Ue arriva in un momento in cui le compagnie hi-tech europee generano meno del 10% del fatturato industriale globale, a causa di un decennio di scarsi investimenti e punta su una serie di azioni chiave volte ad aumentare l’interoperabilità; a sostenere i sistemi di certificazione a livello europeo; a elaborare clausole contrattuali “sicure ed eque” e a creare un “partenariato europeo per la nuvola informatica” che coinvolga Stati membri e industria.

 

Una delle principali barriere al decollo del cloud è considerata la mancanza di un quadro regolatorio chiaro e coerente: la preoccupazione che ne deriva riguarda innanzitutto la sicurezza delle informazioni archiviate nei data center gestiti da terze parti. La strategia Ue vuole quindi fugare i timori di aziende e governi garantendo loro che l’affidamento a terzi della conservazione dei dati sensibili, se il tutto è gestito in maniera corretta, è un’operazione sicura e in grado di permettere notevoli risparmi sui costi IT.

 

Innanzitutto, l’azione della Ue intende eliminare gli svantaggi costituiti dalle innumerevoli norme tecniche in uso così che gli utenti possano beneficiare dell’interoperabilità, della portabilità dei dati e della reversibilità. Le norme comuni dovranno essere identificate entro il 2013.

I contratti relativi ai servizi condivisibili nella nuvola dovranno essere caratterizzati da clausole “sicure ed eque”.

Al fine di orientare il mercato europeo del cloud computing, incrementare la competitività dei provider europei di servizi condivisibili nella nuvola e offrire servizi migliori e più convenienti in materia di e-government, la Ue caldeggia infine la realizzazione di una partnership europea che unisca Stati membri e industria, in modo da sfruttare il potere d’acquisto del settore pubblico.

 

Secondo  dati Ue, solo nei cinque maggiori Stati membri, il cloud potrebbe generare un valore pari a 2.000 euro per ogni cittadino e creare un milione di nuovi posti di lavoro. L’impatto del cloud sull’economia è stato peraltro già evidenziato dal recente studio IDC ‘Cloud Computing’s Role in Job Creation’, commissionato da Microsoft e secondo cui i ricavi legati all’informatica ‘dematerializzata’ potrebbero raggiungere entro i prossimi tre anni quota 832 miliardi di euro.

In Italia, secondo questo studio, potrebbero essere generati 152 mila nuovi posti di lavoro (per un incremento del numero di posti di lavoro pari al 125%), contro i 200 mila della Francia, i 254 mila della Germania e i 226 mila della Gran Bretagna.

 

Il Commissario responsabile per l’Agenda digitale, Neelie Kroes, ha più volte sottolineato che per il decollo del cloud gli Stati membri devono abbandonare i nazionalismi perchè i vantaggi del cloud derivano principalmente dalle economie di scala.

E anche stamani, commentando la nuova strategia europea, ha sottolineato che “…Senza l’intervento dell’Unione i confini nazionali possono trasformarsi in fortezze invalicabili che ci impediranno di fruire di vantaggi economici dell’ordine di miliardi di euro. Dobbiamo raggiungere una massa critica e definire un unico insieme di norme per tutta l’Europa”. (Vai al video del discorso di Neelie Kroes)

 

“Il Cloud computing è un elemento fondamentale per il successo delle piccole e medie imprese fornendo loro la capacità di competere con player più grandi e di espandersi rapidamente in nuovi mercati”, ha sottolineato Jonathan Zuck, presidente dell’Association for Competitive Technology, che rappresenta le PMI innovative europee.

 

Oltre ad avere servizi ‘su misura’, le PMI potranno risparmiare – ha affermato ancora la Kroes – “dal 10 al 20% dei costi”, mentre i Governi potranno offrire ai cittadini servizi più integrati ed efficaci.

 

Ma, avverte la Kroes, se non si otterrà nemmeno una minima frazione di questi benefici se non si adotterà un atteggiamento più ‘cloud-friendly’ anche a livello politico e non si comincerà a ‘pensare europeo’.

“Il mercato unico è la nostra punta di diamante e la strategia europea sul cloud darà al nostro mercato unico una nuova casa digitale…Il cloud – ha concluso la Kroes – è un’opportunità che la nostra economia non può perdere. Impossessiamocene con un approccio ambizioso, efficace ed europeo”.