Pratiche commerciali scorrette? Il sito Emg denunciato all’Antitrust

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La società – denuncia Aduc – si sarebbe dimostrata aggressiva e scorretta, mettendo in atto pratiche commerciali contrarie al codice civile e del consumo.

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L’associazione dei consumatori Aduc ha denunciato all’Antitrust l’azienda EMG, in seguito alle diverse segnalazioni arrivate dai consumatori che hanno subito – spiega l’associazione – “intralci e boicottaggi”.

 

I casi, denuncia Aduc, riguardano mancati rimborsi – o rimborsi parziali – per oggetti non conformi alle descrizioni del sito, ma anche la mancata consegna di oggetti acquistati. In alcuni dei casi in oggetto, la Emg ha minacciato querela se gli utenti non avessero cancellato dal web (in particolare dal sito www.ciao.it) i commenti negativi sui disservizi subiti della società. In altri casi, spiega Aduc, il tentativo di falsare il comportamento commerciale del consumatore avveniva “rassicurandolo sull’avvenuta spedizione della merce tramite corrieri (le società TNT e SDA) che poi negheranno al consumatore di avere in carico la consegna del loro plico”.

 

La società, sempre secondo Aduc, si sarebbe dimostrata aggressiva, oltre che scorretta, per aver ripetutamente contattato i consumatori che avevano recensito negativamente i suoi servizi “chiedendo loro con insistenza, toni aggressivi e minaccia di querele la modifica della recensione”.

Il tutto è ancora più disdicevole proprio perchè Emg espone sul proprio sito il link al sito web www.ciao.it con la dicitura “raccomandato dai consumatori!”.

Intimando ai clienti di eliminare i commenti negativi, conclude Aduc, Emg avrebbe falsato in maniera rilevante “il comportamento economico dei consumatori che non avendo ancora proceduto all’acquisto, visitano www.ciao.it e, sulla base delle recensioni di altri consumatori, decidono se procedere alla transazione o meno”.

 

Aduc ha pertanto chiesto all’Antitrust di multare Emg, sottolineando che la società “ha posto in essere una pratica commerciale scorretta nella fase di post vendita, caratterizzata da scarsa diligenza professionale e dal tentativo di far desistere il consumatore dalla richiesta del rimborso che legittimamente gli spetta omettendo di rispondere a mail e raccomandate, salvo poi rispondere solo a seguito dell’intervento di una associazione di consumatori”. Ora la parola passa all’Antitrust.