Pedopornografia: internet non è ‘zona franca’. La Ue sostiene una legislazione più incisiva contro gli abusi sessuali sui minori

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Diventano perseguibili fenomeni come il grooming - fare amicizia con un bambino su internet con l'intenzione di abusarne sessualmente – e l’accesso ‘consapevole via web a materiali pedopornografici.

Unione Europea


Pedofilia Internet

Il Parlamento europeo ha approvato la proposta di direttiva della Commissione europea relativa alla lotta contro l’abuso e lo sfruttamento sessuale dei minori e la pedopornografia.

La direttiva, che include una serie di emendamenti adottati oggi in Parlamento, rispecchia fedelmente la proposta della Commissione e cerca di arginare anche il fenomeno della circolazione in rete di materiale pedopornografico.

Per interrompere tale mercificazione, gli Stati membri dovranno garantire la rimozione delle pagine pedopornografiche presenti nel loro territorio e dovranno richiederne la rimozione se vengono da siti esteri. Potranno inoltre avviare procedure per bloccare l’accesso degli utenti dal loro territorio, se ritenuto opportuno.

 

Per il Commissario europeo responsabile per gli Affari interni, Cecilia Malmström, “Questa direttiva rappresenta una vera e propria svolta” poiché semplifica la repressione e la prevenzione dei reati contro i minori, oltre a rafforzare la protezione delle vittime.

“La Commissione l’ha chiarito già un anno fa: l’Unione europea non tollera che i minori siano usati come oggetti per soddisfare il desiderio sessuale di criminali, né che vengano scambiati come merce“, ha aggiunto, sottolineando che questa nuova legislazione “sia in grado di fare la differenza nell’ambito della protezione dei minori da questi delitti orrendi.”

 

La nuova direttiva renderà più facile contrastare i reati contro i minori agendo su più fronti.

 

Nel campo del diritto penale, si rendono perseguibili un’ampia gamma di situazioni di abuso e sfruttamento sessuale, tra cui i nuovi fenomeni relativi a Internet quali l’adescamento di minori e la visualizzazione ‘consapevole’ di materiale pedopornografico tramite webcam o in rete. Disposizioni più particolareggiate sui livelli di sanzione (6 diversi livelli, da uno a dieci anni di reclusione) garantiranno una maggiore coerenza nelle classificazioni della gravità del reato e ridurranno le differenze tra le legislazioni degli Stati membri.

 

Per combattere gli abusi sessuali commessi durante i viaggi all’estero (il cosiddetto “turismo sessuale infantile“), le autorità nazionali potranno perseguire i propri cittadini che abusano di minori all’estero e organizzano viaggi a tale scopo, e vigerà il divieto di pubblicizzare occasioni per abusi sessuali.

 

Per migliorare l’azione penale contro gli autori dei reati, sarà possibile avviare procedimenti in tutti gli Stati membri fino al raggiungimento della maggiore età da parte delle vittime; le norme in materia di riservatezza non impediranno più agli operatori che lavorano con minori di segnalare i reati, e la polizia sarà obbligata a istituire unità speciali per identificare le giovani vittime (in particolare della pedopornografia) con efficaci strumenti d’indagine.

 

Le giovani vittime saranno più protette grazie a supporto ed assistenza adeguati dopo una valutazione individuale e grazie anche a misure per agevolare l’accesso ai mezzi di impugnazione e per evitare il trauma della partecipazione al procedimento penale.

 

Per prevenire l’abuso e lo sfruttamento sessuale, gli autori dei reati saranno valutati individualmente e avranno accesso a programmi speciali per evitare la recidiva; il controllo dei precedenti dei candidati che si propongono per posizioni a contatto con minori sarà più facile ed esaustivo, e saranno promosse campagne educative e di sensibilizzazione, oltre a interventi di formazione per individuare casi di sfruttamento sessuale di minori.

 

A marzo 2010, la Commissione ha presentato una proposta di direttiva per migliorare sensibilmente la legislazione dell’Unione europea, in particolare la decisione quadro, che garantiva un allineamento minimo delle legislazioni nazionali ma presentava gravi carenze. La proposta è stata discussa in sede di Consiglio e di Parlamento europeo, e l’accordo politico su un testo di compromesso è stato raggiunto nel giugno 2011.