Piccoli hacker crescono: Facebook sborsa 40 mila dollari per i ‘cacciatori di Bug’, Apple chiama ‘Comex’ per uno stage

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Il social network ha pagato 500 dollari per ogni bug, con ricompense maggiorate in caso di gravi falle per la sicurezza.

Stati Uniti


Facebook

A tre settimane dal lancio del programma ‘Bug Bounty’ nell’ambito del quale degli hacker sono stati pagati per identificare eventuali difetti del sito, Facebook ha reso noto di aver sborsato ricompense per oltre 40 mila dollari.

La società di Mark Zuckerberg ha definito ‘un successo’ il programma – già lanciato anche da Google e Mozilla – volto a rendere Facebook.com un posto più sicuro. Per ottenere il suo scopo, il gruppo ha assoldato un ampio numero di ‘esperti in sicurezza’ in oltre 16 Paesi, dalla Turchia alla Polonia, dando ad ognuno qualcosa come 500 dollari a Bug, con un compenso maggiore nel caso dell’identificazione di difetti estremamente compromettenti.

“Conosciamo e abbiamo contatti con un gran numero di esperti in sicurezza, ma questo programma ha sancito l’avvio del dialogo con un insieme di persone nuovo e in continua espansione in tutto il mondo”, ha affermato la società in un post.

Negli ultimi anni, le compagnie hi-tech hanno iniziato a pagare gli hacker per incoraggiarli a segnalare eventuali bug piuttosto che renderli pubblici così da avvantaggiare l’opera dei malintenzionati che volessero sfruttarli.

Molto spesso, infatti, chi identifica una falla e la rende pubblica guadagna prestigio e fa carriera. Come nel caso di Nicholas Allegra, un teenager noto nell’ambiente come ‘Comex’ e responsabile del sito JailbreakMe.com, che spiega come modificare (Jailbreak) gli iPhone e gli altri dispositivi Apple per installare software non approvati dal gruppo di Cupertino.

Ebbene, Comex sarebbe stato chiamato per uno stage proprio alla Apple, che lo scorso anno era stata costretta a bloccare l’accesso al sito JailbreakMe.com dopo che all’incirca 2 milioni di persone avevano modificato il loro dispositivo seguendo le istruzioni di Comex.