Pedopornografia: entro settembre nuova direttiva Ue. Inasprite le pene contro grooming e turismo sessuale

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Il progetto di direttiva fissa sanzioni minime per circa 20 reati relativi agli abusi sui minori, al loro sfruttamento sessuale e alla pornografia infantile e sarà oggetto di votazione nella seduta plenaria del Parlamento europeo di settembre.

Unione Europea


Pornografia web

Chi abusa di un bambino o frequenta abitualmente siti pedopornografici si troverà ad affrontare dure sanzioni per i reati di abuso e sfruttamento della pornografia infantile, sulla base di un progetto di legge concordato con i rappresentanti del Consiglio europeo e approvato ieri dalla commissione per le libertà civili del Parlamento Ue.

Le nuove norme richiederanno agli Stati membri di rimuovere dal web i siti contenenti materiale pedopornografico o, dove non fosse possibile, di bloccare l’accesso degli utenti nell’ambito del loro territorio. La rimozione completa di un sito con immagini pedopornografiche è stata fortemente sostenuta dagli europarlamentari – la Commissione era favorevole solo al blocco dell’accesso – secondo cui si tratta di una soluzione che dà più sicurezza alle vittime, che saranno così certe di non vedere più le immagini navigando in rete.

“La nuova direttiva, volta a combattere l’abuso e lo sfruttamento sessuale dei bambini e la pornografia infantile è uno strumento legislativo innovativo e rappresenta un passo avanti per la tutela dei nostri figli. Il testo sarà a disposizione delle autorità competenti e delle ONG, in modo che ci sia tolleranza zero contro tutti i crimini contro i bambini”, ha dichiarato Roberta Angelilli (PPE, IT).
 

Il progetto di direttiva fissa sanzioni minime per circa 20 reati relativi agli abusi sui minori, al loro sfruttamento sessuale e alla pornografia infantile e sarà oggetto di votazione nella seduta plenaria del Parlamento europeo di settembre.

I parlamentari europei si sono battuti, in particolare, per inasprire le pene  nei casi di abuso da parte di persone in una posizione di fiducia, autorità o influenza nei confronti del bambino (ad esempio familiari, tutori o insegnanti) o di abuso di minori particolarmente vulnerabili (ad esempio quelli con disabilità fisica o mentale o sotto l’effetto di droghe o alcool).
I trasgressori possono incorrere in sanzioni che vanno da 1 ad almeno 10 anni di prigione, a seconda della gravità reato: dal momento che il progetto di direttiva prevede solo pene minime, gli Stati membri possono imporre misure e condanne più severe.

Per esempio, per chi costringe un bambino ad assistere ad attività sessuali la pena a parte da un anno di prigione; per chi costringe un bambino a compiere azioni sessuali si parte di dieci anni di prigione.

Chi assiste a spettacoli pornografici che coinvolgono i bambini è punibile con almeno due anni di prigione, e chi costringe un bambino alla prostituzione ne rischia almeno dieci. I produttori di pornografia infantile rischiano almeno tre anni di prigione, mentre coloro che possiedono materiale pedopornografico rischiano almeno un anno.

Anche accedere ‘consapevolmente’ per mezzo delle tecnologie di comunicazione digitale, a materiale pedopornografico online sarà considerato reato, così come sarà un crimine fare amicizia con un bambino su internet con l’intenzione di abusarne sessualmente (il cosiddetto ‘grooming‘) o far posare i bambini in atteggiamenti sessuali davanti a una webcam.

Il testo approvato dalla commissione per le libertà civili introduce anche per la prima volta nella legislazione Ue il concetto di ‘turismo sessuale infantile’: chi si reca all’estero con lo scopo di fare sesso con minori dovrà affrontare un processo e gli Stati membri dovranno mettere al bando l’organizzazione di viaggi a scopo di turismo sessuale. Dovrebbero essere promosse, inoltre, altre misure quali un codice di condotta nel settore del turismo o “marchi di qualità” per le organizzazioni turistiche che lottano contro il turismo sessuale infantile.

Dal momento che circa il 20% degli autori di reati sessuali continua a commettere altri reati dopo la condanna, il testo prevede che al condannato possa essere “temporaneamente o permanentemente vietato di esercitare attività professionali che comportino contatti diretti e regolari con i bambini”. Agli Stati membri sarà accordato anche il diritto di prendere altre misure, come la creazione di registri di persone condannate per crimini sessuali.

 

Rafforzate, inoltre, le misure in materia di assistenza, sostegno e protezione delle vittime per assicurare che i minori abbiano accesso agevole ai mezzi legali e soffrano il meno possibile dalla partecipazione alle indagini e ai processi.

 

Riguardo il blocco dei siti, la Angelilli ha sottolineato: “Cerchiamo di essere chiari: non stiamo parlando di censura, stiamo parlando solo e soltanto di pornografia infantile – immagini, fotografie, filmati o clip in cui è chiaramente evidente un crimine nei confronti dei bambini. Queste misure per bloccare l’accesso a pagine web – ha aggiunto – dovrebbero seguire procedure trasparenti e fornire garanzie adeguate. Gli utenti dovrebbero essere informati del motivo della restrizione e hanno la possibilità di un ricorso giudiziario”.

 

Il testo dovrebbe essere adottato formalmente dal Consiglio dei ministri poco dopo la prossima plenaria del Parlamento. Una volta adottata, la direttiva sostituirà l’attuale legislazione europea che risale al 2004. Gli Stati membri avranno due anni per recepire le nuove regole nella loro legislazione nazionale. Il Regno Unito e l’Irlanda hanno notificato che desiderano partecipare all’adozione e all’applicazione della direttiva.