Diritto d’autore: chi paga per la copia privata?

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Un Report dell’Osservatorio Ue dell’Audiovisivo analizza la questione a livello europeo e prospetta possibili soluzioni che garantiscano l’equo compenso agli aventi diritto.

Unione Europea


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Oggi è tecnicamente possibile creare una copia perfetta di un file audio-video grazie alla tecnologia digitale, disponibile nella maggior parte delle case occidentali.

E’ chiaro che la facilità con cui oggi si possono riprodurre opere audiovisive ha indubbiamente sottratto una grossa parte delle entrate agli aventi diritto. Questa è una delle ragioni per cui, nel corso degli ultimi 50 anni, la Ue ha tentato di trovare una soluzione equa alla questione, in modo che tutte le parti coinvolte, vale a dire consumatori e aventi diritto, possano ricevere la loro giusta parte.

Questa situazione è affrontata nel nuovo numero di IRIS plus dall’Osservatorio europeo dell’Audiovisivo, organo del Consiglio d’Europa.

Francisco Cabrera, analista dell’Osservatorio, ha aperto il proprio Rapporto partendo dall’attuale quadro giuridico che regolamenta il diritto d’autore e i compensi per la copia privata.

Davanti all’impossibilità di vietare la copia privata, i legislatori europei hanno compreso molto presto che “il miglior modo di compensare gli aventi diritto è di autorizzare la copia privata attraverso un eccezione al diritto esclusivo di riproduzione, accoppiando però questa eccezione all’obbligo di indennizzare gli aventi diritto”.

La Direttiva 2001/29/CE regolamenta l’eccezione della copia privata (il diritto di un individuo di fare a casa propria delle copie per uso privato) e le imposte correlate.

In pratica è quindi consentito di realizzare delle copie private in tutti i Paesi della Ue, eccetto nel Regno Unito e in Irlanda.

Dei 25 Paesi Ue che hanno accolto l’eccezione della copia privata, 23 hanno anche realizzato un sistema di prelievo della tassa prevista, tranne il Lussemburgo e Malta.

Nel proprio Report, Cabrera esamina anche il caso Padawan del 2010 che vedeva contrapposti la SGAE a questa azienda spagnola che vende CD, DVD e lettori Mp3.

La SGAE chiedeva a Padawan di versare un compenso per la copia privata per gli anni 2002-2004. L’azienda opponeva però che la richiesta non considerava l’attuale uso dei media digitali in questione.

La Corte di Giustizia Ue ha confermato questa tesi nel 2010, considerando che “l’applicazione indiscriminata del compenso per copia privata in relazione a tutti i tipi di dispositivi di riproduzione digitale (…) non è conforme alla Direttiva 2001/29/CE”.

In un passaggio, la Corte spiega che “L’applicazione dell’onere risulta giustificata solo qualora gli apparecchi, i dispositivi e i materiali di riproduzione digitale vengano utilizzati presumibilmente allo scopo di realizzare copie private”.

Le conseguenze provocate dal caso Padawan sul diritto d’autore potrebbero estendersi ad altri Paesi della Ue.

In Francia, ad esempio, il Consiglio di Stato ha recentemente stabilito che il sistema francese, che obbliga le aziende private e gli enti pubblici a pagare un compenso per la copia privata, viola la legislazione europea.

Il Rapporto di Cabrera analizza poi anche le questioni giuridiche sollevate dall’introduzione di una tassa per il file-sharing.

In diversi Paesi Ue (Belgio, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi), sono al vaglio alcune proposte per introdurre dei sistemi che consentano agli utenti internet di scaricare dei file, pagando un abbonamento mensile ai service provider. Sarebbe poi cura di questi ultimi versare le somme dovute alle società di gestione collettiva.

Per quelli che sostengono questa linea, si tratta di un modello che consente di compensare la pratica del file-sharing che attualmente priva gli aventi diritto di benefici tangibili.

Questo sistema necessiterebbe probabilmente di importanti modifiche alle norme sul diritto d’autore a livello nazionale ed europeo. Tra l’altro, una simile tassa solleva delle questioni maggiori a livello economico e logistico.

In conclusione, Francisco Cabrera costata che le discussioni riguardanti i compensi per la copia privata sono ormai a un bivio e, a prescindere da quale sarà la via che si intraprenderà, sarà necessario trovare un ampio consenso tra le parti coinvolte.

L’analista ricorda che il Commissario Ue Michel Barnier, responsabile per le questioni riguardanti il diritto d’autore, annuncerà presto la nomina di un ‘mediatore d’alto livello’ in modo da pervenire a un accordo tra le diverse parti sul compenso per la copia privata.

IRIS plus comprende anche diverse analisi sulla situazione attuale in Paesi come Bulgaria, Germania, Francia e Spagna. La rubrica ‘Zoom’, invece, propone una comparazione tra i diversi testi giuridici che regolamentano la materia del diritto d’autore nei Paesi della Ue.