Tecnologie spaziali. Antonio Tajani: ‘Risorsa strategica per indipendenza, occupazione, competitività’

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Tra le priorità per la futura politica spaziale dell'Ue, la Commissione pone innanzitutto il completamento dei programmi europei di navigazione satellitare Galileo ed EGNOS.

Unione Europea


Antonio Tajani

Migliorare la sicurezza e la vita quotidiana dei cittadini europei grazie alla radionavigazione, guidare i trattori via satellite per ottimizzare le rese agricole, rendere più efficiente la risposta in caso di crisi umanitaria… non è fantascienza, sono solo alcuni esempi delle innovazioni connesse alle tecnologie spaziali diffuse ai nostri giorni. Questo ruolo cruciale dello spazio viene illustrato dalla comunicazione della Commissione europea, prima tappa di una politica spaziale integrata che sarà ampliata con la nuova base giuridica prevista dal trattato di Lisbona. La nuova comunicazione è volta a rafforzare le infrastrutture spaziali europee e chiede un maggior sostegno per la ricerca inteso ad eliminare la dipendenza tecnologica europea, favorire la fertilizzazione incrociata tra il settore spaziale e gli altri settori industriali, e promuovere l’innovazione come motore della competitività europea.

Il Vicepresidente della Commissione Antonio Tajani, responsabile per l’Industria e l’Imprenditoria, ha dichiarato: “Lo spazio è una risorsa strategica ai fini dell’indipendenza dell’Europa, della creazione di posti di lavoro e della competitività. Le attività spaziali creano posti di lavoro altamente qualificati, innovazione, nuove occasioni commerciali ed accrescono il benessere e la sicurezza dei cittadini. Per questo dobbiamo potenziare la politica spaziale europea, per utilizzare al meglio le opportunità sociali ed economiche che offre all’industria, in particolare alle PMI. Al fine di conseguire i nostri obiettivi, è necessario che l’Europa mantenga un accesso indipendente allo spazio.”
 

Il settore manifatturiero spaziale in Europa rappresenta un fatturato consolidato di 5,4 miliardi di euro e dispone di una manodopera altamente qualificata di oltre 31mila addetti. Gli 11 principali operatori satellitari in Europa gestiscono 153 satelliti di comunicazione, rappresentano 6.000 impiegati e registrano un fatturato di 6 miliardi di euro l’anno, con un indotto a valle che conta 30mila addetti. Secondo le stime, già il 6-7% del PIL dei paesi occidentali, ossia 800 miliardi di euro nell’Unione europea, dipende dalla radionavigazione satellitare.

I mercati dei servizi spaziali sono in rapida ascesa. Si prevede, ad esempio, che il fatturato annuale dei mercati delle applicazioni GNSS su scala mondiale raggiunga circa 240 miliardi di euro entro il 2020. Inoltre, considerati i vantaggi di Galileo ed EGNOS rispetto agli altri sistemi concorrenti, i benefici economici e sociali dei due programmi previsti per i prossimi 20 anni dovrebbero aggirarsi sui 60-90 miliardi di euro. Secondo l’OCSE il mercato mondiale per i dati commerciali di Osservazione della terra, che rappresentava 735 milioni di euro nel 2007, ha il potenziale per aumentare a circa 3 miliardi nel 2017.
Il sistema SSA (Space Situational Awareness: sorveglianza dell’ambiente spaziale), dovrebbe contribuire a ridurre la perdita stimata per gli averi europei a causa di collisioni con detriti o di intemperie spaziali, perdita che, stando alle informazioni disponibili, ammonterebbe in media a circa 332 milioni l’anno.

Tra le priorità per la futura politica spaziale dell’Ue, quindi, la Commissione pone innanzitutto il completamento dei programmi europei di navigazione satellitare Galileo ed EGNOS. Un servizio recentemente introdotto nell’ambito di EGNOS, ad esempio, consente avvicinamenti di precisione e rende più sicura la navigazione aerea.  E’ E’ necessario, quindi, applicare insieme agli Stati membri il Programma europeo di osservazione della terra (GMES), che è stato progettato per il monitoraggio del suolo, dell’oceano, dell’atmosfera, della qualità dell’aria e dei cambiamenti climatici, nonché per interventi di emergenza e di sicurezza, con l’obiettivo di diventare pienamente operativo nel 2014; proteggere le infrastrutture spaziali contro i detriti spaziali, le radiazioni solari e gli asteroidi istituendo un sistema europeo di sorveglianza dell’ambiente spaziale SSA (European Space Situation Awareness); individuare e sostenere a livello europeo iniziative in materia di esplorazione spaziale. L’Unione potrebbe in particolare valutare le possibilità di lavorare con l’ISS (stazione spaziale internazionale) facendo in modo che tutti gli Stati membri partecipino.
Tra le altre priorità, la Ue individua il proseguimento di una politica industriale spaziale elaborata in stretta collaborazione con l’Agenzia spaziale europea e con gli Stati membri; il sostegno alla ricerca e allo sviluppo al fine di assicurare l’indipendenza tecnologica europea e garantire che l’innovazione in quest’ambito andrà a vantaggio dei settori non spaziali e dei cittadini. I satelliti di telecomunicazione svolgono un ruolo fondamentale in questo contesto; il rafforzamento dei partenariati con gli Stati membri dell’Unione europea e l’Agenzia spaziale europea (ESA) e mettere in atto programmi di gestione più efficienti.