AT&T: Verizon il vero vincitore? T-Mobile valutata quasi 29 volte gli utili ma il mercato premia l’operazione

di Alessandra Talarico |

AT&T torna alle dimensioni degli anni '80 e con la possibilità di operare in un contesto normativo più flessibile, ma deve affrontare lo scoglio dell'antitrust e potrebbe finire per dedicarsi troppo al merger e poco alla qualità dei servizi.

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AT&T è così determinata a superare Verizon Wireless che non sta esitando a pagare il doppio del suo stesso valore per acquisire l’unico operatore mobile Usa in piena emorragia di clienti. I 39 miliardi di dollari messi sul piatto dal gruppo di Dallas per creare la maggiore società di tlc mobili negli Usa portano il valore di T-Mobile a 28,8 volte gli utili 2010, che si sono attestati a quota 1,35 miliardi di dollari (in calo del 7,9%). AT&T, che ha perso il 31% del suo valore da quando non ha più l’esclusiva sull’iPhone, ora viaggia su un valore pari a 13 volte gli utili mentre Verizon – che da quest’anno ha iniziato a vendere l’iPhone – vanta un multiplo di 16,3. Secondo gli analisti Bloomberg, la valutazione di T-Mobile è superiore di circa il 12% a quella dei 32 operatori mobili con una capitalizzazione di mercato di oltre 1 miliardo di dollari, escluse le società cinesi e di Hong Kong.

La valutazione, spiegano gli analisti, è superiore del 121% al rapporto prezzo-utili di AT&T, del 77% maggiore rispetto a Verizon e del 5,6% rispetto a Deutsche Telekom, mentre il prezzo di acquisto rappresenta un multiplo di 7,1 volte l’Ebitda adjusted di T-Mobile anche se è inferiore al multiplo medio di 9,1 volte l’Ebitda per le acquisizioni di oltre 1 miliardo di dollari portate a termine negli ultimi 5 anni.

 

L‘iPhone è stata in realtà, la croce e la delizia di AT&T: lo smartphone, che permette agli utenti di accedere a internet e di scaricare musica e video, ha intasato la rete di AT&T nelle maggiori metropoli Usa, come New York e San Francisco, causando continue interruzioni della linea e facendo innervosire non poco i clienti. Il tasso di cancellazione degli utenti (churn) AT&T lo scorso anno si è attestato comunque all’1,3%, contro il 3,4% di T-Mobile (56mila utenti hanno lasciato l’operatore), mentre l’Arpu si attesta per AT&T a quota 62,57 dollari, contro i 52 di T-Mobile.

 

Eppure, il Ceo Randall Stephenson è convinto che aggiungere i 34 milioni di utenti T-Mobile e un’ulteriore porzione di spettro radio sia l’unica via per aumentare le vendite di smartphone e ridurre i problemi di rete e i tassi di cancellazione che hanno funestato la società negli ultimi anni.

Fondata 130 anni or sono da Alexander Graham Bell, AT&T aveva dominato completamente il settore delle tlc americane, al punto da essere smembrata nel 1984 dalle autorità della concorrenza: le sue attività di telefonia locale erano allora state ripartite a 7 compagnie specializzate, le cosiddette “Baby Bells“, e AT&T aveva conservato soltanto il business delle comunicazioni a lunga distanza e internazionali. Nel 2006, quindi, la società ha acquisito BellSouth alla cifra record di 80 miliardi di dollari. Operazione con cui ha guadagnato anche il controllo di Cingular Wireless, all’epoca il maggiore operatore mobile americano
Grazie a questa operazione – che non sembra, secondo molti autorevoli pareri, una buona cosa per gli utenti americani – potrà ritornare quasi alle dimensioni degli anni ’80, ma con la possibilità di operare in un contesto normativo più flessibile.

L’unione tra i due gruppi andrà a creare una società con una quota di mercato del 39%, contro il 31% di Verizon Wireless, e che in più potrà contare su nuove risorse frequenziali che andranno a potenziare la rete di quarta generazione, che andrà a coprire il 95% del territorio Usa. AT&T e T-Mobile, infatti, usano la stessa tecnologia e l’integrazione sarà quindi più semplice, mentre dall’integrazione potranno ottenere notevoli risparmi sui costi.

Secondo l’analista Bill Kavaler, tuttavia, “non si può valutare l’operazione in termini di costi o risparmi, ma in termini di posizione competitiva: ora che Verizon ha messo le mani sull’iPhone – finora esclusiva AT&T – la qualità del servizio diventa un vero un problema”.

Lo stesso, però, 39 miliardi sembrano troppi: gli analisti avevano previsto una forchetta di 16-19 miliardi di euro e lo stesso responsabile finanziario di DT, Timotheus Hoettges ha definito il prezzo pagato da AT&T ‘enorme’. Una cifra che permetterà alla società tedesca di “migliorare, cambiare, rinnovare la propria strategia”.

Nel frattempo, visto che per completare l’operazione ci vorrà almeno un anno, dall’accordo potrebbe infine uscire vincitrice Verizon Wireless, che – andando a cadere le offerte low-cost di T-Mobile – secondo gli analisti potrà  avvantaggiarsi dalla stabilizzazione dei prezzi su un livello medio-alto e anche attrarre diversi clienti ‘arrabbiati’ dalla distrazione di AT&T, impegnata a superare l’esame antitrust.

 

Il mercato, tuttavia, ha accolto bene l’operazione: le azioni AT&T ieri sono cresciute dell’1,2% a 28,26 dollari, mentre Deutsche Telekom ha segnato un balzo dell’11% a 10,67 euro.