Twitter compie 5 anni: storia di un sito che ha rivoluzionato il modo di fare comunicazione

di Raffaella Natale |

‘Just setting up my twttr’, scriveva Dorsey il 21 marzo del 2006, la prima riga di una pagina importantissima della storia di internet.

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Jack Dorsey

Twitter festeggia il quinto compleanno e continua a crescere il successo del sito di microblogging che rivoluzionato l’uso del web.

Jack Dorsey, presidente del Cda della società californiana, ha raccontato online la storia di questa azienda: “Cinque anni fa abbiamo cominciato a lavorare al codice di programmazione di Twitter (…) Otto anni dopo è stato inviato il primo tweet”.

“Just setting up my twttr”, scriveva Dorsey il 21 marzo del 2006, la prima riga di una pagina importantissima della storia della rete.

Il nome originale era infatti twttr, senza vocali: deriva dalla definizione della parola inglese twitter come “una breve e inconsequenziale raffica di informazioni, cinguettii di uccelli“.

 

L’idea iniziale era di lanciare un servizio di messaggi da massimo 140 caratteri per i cellulari, ma poi s’è sviluppato sempre più come social network. All’epoca Dorsey lavorava in una società di podcast, Odeo, insieme agli altri cofondatori di Twitter, Biz Stone ed Evan Williams.

Da allora, Twitter non ha smesso di crescere, per arrivare oggi a rivendicare più di 200 milioni di utenti: meno di Facebook, che ne vanta 500 milioni, ma il doppio rispetto a MySpace, pioniere delle reti sociali.

Il sito permette di scrivere seguire i brevi messaggi – in formato testo – messi online dagli utenti ogni volta che si apre la propria pagina di Twitter.

Nel 2007, è venuto allo scoperto al grande Expo dedicato ai tecnofili, South By South West, a Austin in Texas. “S’è subito capito che avevamo creato un nuovo modo di fare comunicazione“, ha commentato Biz Stone.

 

Il gruppo di fondatori ha poi lasciato il timone. Jack Dorsey ha lanciato una sua start up, Square: abilita i pagamenti con carta di credito attraverso un dispositivo da collegare con i cellulari. Evan Williams ha rassegnato le dimissioni dal ruolo di amministratore delegato per ritirarsi dalla scena pubblica. E Biz Stone lavora anche come consulente per altre start up ed è di oggi la notizia che l’Huffington Post (AOL) lo vuole in azienda come “strategic advisor” per il “social impact”.

A guidare i prossimi passi del social network è l’amministratore delegato Dick Costolo, ex manager di Google.

Oggi Twitter è considerato uno strumento di comunicazione prezioso, come è stato nei casi di catastrofi naturali e nelle mobilitazioni che hanno portato alla caduta dei regimi in Tunisia ed Egitto.

Non a caso l’editore americano OR Books ha ben pensato di raccogliere in un libro, Tweets form Tahrir“, tutti i tweets che hanno raccontato la rivolta contro Hosni Mubarak.

 

“Una delle cose che dicevo sempre al nostro team – ha sottolineato Stone – era che se Twitter avesse avuto successo, non sarebbe stata solo una vittoria tecnologica, ma dell’intera umanità”. E così è stato.

 

Dal lato finanziario, il sito, che per molto tempo ha privilegiato la crescita e la notorietà piuttosto che le entrate economiche, da un anno ha deciso di aprirsi alla pubblicità.

La sua popolarità è molto apprezzata dagli investitori, che possono comprarne le azioni sui mercati secondari come SecondMarket.

Secondo le ultime indiscrezioni, il valore di mercato si collocherebbe tra i 4,5 e i 10 miliardi di dollari, per un fatturato stimato, solo per il 2011, tra i 100 e i 150 milioni di dollari.

Il tutto animato dalle continue notizie, subito smentite, su una prossima quotazione in Borsa, o su offerte d’acquisto provenienti da Google o Facebook.

Recentemente Twitter avrebbe rifiutato 500 milioni di dollari messi sul piatto da Mark Zuckerberg.

Per Biz Stone, Twitter permette di restare in contatto con la vita vera, in tutte le sue dimensioni: “Mentre faccio la spesa al supermercato, guardo il mio cellulare e, accanto ai messaggi che mi arrivano da Evan (Williams) o da mia madre, leggo anche quelli inviati dall’altra parte del pianeta e che raccontano la resistenza politica: questo sviluppa un’empatia che non avrei guardando la Tv (…) e mi rendo conto che siamo cittadini del mondo”.