Google: la Ue apre indagine antitrust. La società pronta a collaborare

di Alessandra Talarico |

Sulla base delle denunce dei competitor, la Ue dovrà appurare se Google ha in qualche modo penalizzato i servizi concorrenti abusando della propria posizione dominante nel mercato della ricerca online.

Unione Europea


Google

Abuso di posizione dominante nella ricerca online. Con questa imputazione, la Commissione europea ha aperto un’indagine antitrust nei confronti di Google, sulla base delle accuse mosse dai concorrenti del gruppo di Mountain View, secondo cui i loro servizi sarebbero stati penalizzati nei risultati di ricerca a pagamento e gratuiti in favore dei servizi della stessa Google.

 

L’apertura della procedura formale non vuol dire che la Commissione abbia le prove dell’esistenza di una infrazione, ma soltanto che verrà effettuata un’inchiesta approfondita sul dossier, e in maniera prioritaria.

 

L’esecutivo, in particolare, indagherà per appurare se Google abbia veramente abusato della propria posizione dominante nel campo delle ricerche su internet facendo scivolare in basso nei risultati di ricerca i servizi dei concorrenti, come ad esempio alcuni siti di comparazione dei prezzi (noti anche come servizi di ricerca verticali) concedendo, invece, un “piazzamento privilegiato” ai propri. La Commissione dovrà anche appurare se, come sostengono i concorrenti, Google abbia volontariamente degradato il Quality Score (il punteggio sulla qualità è uno dei fattori che determina il prezzo pagato a Google dagli advertiser) dei servizi di ricerca verticale concorrenti nei risultati di ricerca a pagamento, quelli cioè che compaiono in alto a destra nella pagina dei risultati.

 

Altro filone dell’inchiesta Ue riguarderà le accuse secondo cui Google imporrebbe clausole di esclusività ai partner pubblicitari, impedendo loro di mettere alcuni tipi di annunci pubblicitari forniti dai concorrenti sulle loro pagine, con l’obiettivo di escludere gli strumenti di ricerca dei competitor. La Commissione, infine, indagherà sulle accuse concernenti la restrizione della portabilità delle campagne pubblicitarie online verso le piattaforme concorrenti.

La società, dal canto suo, ha fatto sapere di essere pronta a collaborare con l’antitrust europeo: “sappiamo bene che si può sempre migliorare, e per questo collaboreremo con la Commissione per rispondere a qualunque preoccupazione”, ha riferito un portavoce della società.