Rifiuti hi-tech: nuove norme Ue per dispositivi elettronici più sicuri e meno dannosi

di Alessandra Talarico |

La spazzatura elettronica continua ad accumularsi, con seri rischi per la salute e l'ambiente. Il parlamento Ue estende il divieto di utilizzare alcune sostanze pericolose a un maggior numero di dispositivi. Ma molto di più può e deve essere fatto.

Mondo


Rifiuti elettronici

I rifiuti elettrici ed elettronici sono il tipo di spazzatura che cresce a ritmo più sostenuto in Europa e le sostanze nocive contenute nei dispositivi hi-tech in disuso creano rischi sempre più seri per la salute e l’ambiente, in particolare se questi oggetti finiscono negli inceneritori o in impianti di riciclaggio fuori norma, magari nei Paesi più poveri.

Con l’obiettivo di estendere il divieto di utilizzo di alcune sostanze pericolose a più tipi di gadget elettrici ed elettronici e di aggiungere altre sostanze considerate nocive all’attuale blacklist, il Parlamento europeo, con 640 voti a favore, 3 contrari e 12 astenuti, ha formalizzato l’approvazione di un accordo raggiunto in prima lettura col Consiglio sull’aggiornamento dell’attuale legislazione per la ‘Limitazione delle sostanze pericolose’ (RoHS – Restriction of Hazardous Substances) nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche.

 

Secondo Jill Evans, che ha curato il report relativo alla proposta di revisione della Direttiva RoHS, “La revisione delle norme adottata oggi aiuterà a rendere più sicuri i dispositivi elettronici e a ridurre il rilascio di sostanze nocive nell’ambiente. Chiaramente – ha aggiunto – avremmo preferito una legislazione ancora più forte, con restrizioni esplicite su nuove sostanze, ma il compromesso finale rappresenta un chiaro miglioramento dell’attuale situazione”.

 

L’attuale legislazione, che copre già i dispositivi elettronici più diffusi – dai cellulari ai televisori – e vieta l’utilizzo di alcune sostanze come il piombo o il mercurio verrà dunque estesa, in seguito a un periodo di transizione di 8 anni, ad altri prodotti come gli utensili da laboratorio e le bambole parlanti.

Restano al momento esclusi i pannelli solari fotovoltaici, i macchinari industriali fissi e il materiale militare e non saranno immediatamente inserite in blacklist sostanze come il cadmio e il mercurio, mentre – dietro insistenza dei parlamentari – si è deciso di sottoporre ad ulteriori approfondimenti scientifici la questione della presenza di nanomateriali nei prodotti sottoposti al regime.
La nuova legislazione avrà effetto anche sui prodotti importati, che dovranno rispettare i nuovi standard.

 

Secondo l’ultimo Rapporto del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (Unep), la spazzatura elettronica si sta accumulando nel mondo al ritmo di 36 milioni di tonnellate l’anno: la Cina ne produce 2,3 milioni di tonnellate l’anno, seconda solo agli Stati uniti, con 3 milioni di tonnellate.
Ed entro il 2020 i rifiuti elettronici di Cina e Sudafrica saranno il 400% in più rispetto a quelli scartati nel 2007, mentre intanto in India i frigoriferi da buttare, che contengono gas pericolosi per l’ambiente come clorofluorocarboni e idroflourocarboni, potrebbero triplicare entro il 2020.