Ue: No a tasse a carico delle telco per compensare l’abolizione della pubblicità sulle Tv pubbliche

di Antonietta Bruno |

La Commissione ha chiesto a Francia e Spagna di abolire le tasse sul fatturato degli operatori, poichè non compatibili con le norme Ue sulle telecomunicazioni.

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Commissione Ue

Ritenendole “incompatibili con le norme Ue sulle telecomunicazioni” la Commissione europea ha chiesto a Francia e a Spagna di abolire le tasse sul fatturato degli operatori tlc, introdotte quando i due Stati membri hanno deciso di togliere la pubblicità dai canali televisivi pubblici. In entrambi i casi, la Commissione considera questi oneri incompatibili con le norme europee sulle telecomunicazioni, in base alle quali le tasse imposte agli operatori devono essere specificamente e direttamente collegate alla copertura dei costi del settore tlc.

 

La decisione di Francia e Spagna di compensare con nuove tasse sul fatturato degli operatori le perdite delle entrate derivanti dalla pubblicità a pagamento sulle emittenti pubbliche contravviene ai dettami contenuti nell’articolo 12 della direttiva sulle autorizzazioni in base al quale le tasse imposte agli operatori non possono coprire che alcuni costi amministrativi e normativi legati, in particolare, alle autorizzazioni e alle funzioni di regolamentazione. Queste tasse, devono essere “oggettive, trasparenti e proporzionate”.

 

Allo stesso tempo, le parti interessate dovevano opportunamente essere messe al corrente di tutte le modifiche apportate alle tariffe applicate dagli stessi  operatori del settore.

Le cose, invece, in Francia e Spagna sono andate diversamente. In Francia,  la tassa per gli operatori tlc è stata introdotta nel marzo 2009, quando il Governo Sarkozy ha deciso di abolire gli spot a pagamento sulla televisione pubblica. Questa tassa ammonta allo 0,9% del totale dei ricavi degli operatori le cui entrate siano superiori a 5 milioni di euro e, secondo i calcoli, dovrebbe generare circa 400 milioni di euro all’anno.

La legge sul finanziamento dell’emittente pubblica spagnola RTVE, invece, è entrata in vigore nel settembre del 2009, imponendo una tassa dello 0,9% sul fatturato lordo degli operatori tlc. Un numero limitato di operatori è esentato dal pagamento di questa tassa in ragione alla portata geografica e al tipo di servizi forniti. La tassa dovrebbe generare un fatturato di circa 230 milioni di euro nel 2010.

Il 20 luglio 2010, la Commissione ha dichiarato che le nuove forme di finanziamento delle emittenti pubbliche nazionali France Télévisions in Francia e RTVE in Spagna (IP/1O/978) sono compatibili con le norme Ue sugli aiuti di Stato, perché non provocano indebite distorsioni della concorrenza tra emittenti pubbliche e private, e in quanto non vi sarebbe alcuna  sovracompensazione dei costi delle loro missioni di servizio pubblico.

Queste decisioni sugli aiuti di Stato, comunque, non pregiudicano in alcun modo la compatibilità degli oneri sulle imprese di telecomunicazioni con le norme Ue sulle telecomunicazioni, e in particolare con la direttiva autorizzazioni (2002/20/CE).

 

Le richieste della Commissione assumono la forma di “pareri motivati” nel quadro delle procedure di infrazione Ue. Francia e Spagna hanno ora due mesi di tempo  per adottare nuove e più adeguate misure per conformarsi alle vigenti normative europee in materia di telecomunicazioni. Se non lo faranno la Commissione si rivolgerà alla Corte di Giustizia della Ue.