NGN: la Ue fissa le regole per un approccio comune alla fibra ottica. No a ‘vacanze regolatorie’, sì ai coinvestimenti

di Alessandra Talarico |

Unione Europea


Ultra banda larga

La Commissione europea ha adottato oggi una Raccomandazione volta a indicare alle autorità nazionali di regolamentazione delle telecomunicazioni come andrebbe regolamentato l’accesso ‘competitivo’ alle reti internet ultra-veloci in fibra (note anche come reti ‘di accesso di prossima generazione’ – NGA) che andranno a portare le connessioni a banda larga ad alta velocità nelle case e nelle imprese europee.

I nuovi orientamenti dovranno essere applicati non appena il testo sarà pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea. Sulla base dei dettami della direttiva quadro sulle telecomunicazioni, i regolatori nazionali sono tenuti a “prendere nella massima considerazione la raccomandazione della Commissione e giustificare ogni eventuale scostamento” dai suoi contenuti.

 

La raccomandazione, nel definire un approccio comune a livello europeo alla regolamentazione delle reti in fibra ottica, che andranno a integrare o sostituire le tradizionali reti in rame ma richiedono notevoli investimenti, “fornisce chiarezza normativa agli operatori tlc, garantendo un adeguato equilibrio tra la necessità di incoraggiare gli investimenti e la necessità di tutelare la concorrenza”.

 

La diffusione delle reti NGA nella Ue è ancora nelle fasi iniziali: sia gli operatori dominanti (in genere gli ex monopoli statali, quindi, in Italia, Telecom Italia) che i cosiddetti OLO, stanno lavorando all’aggiornamento delle reti in rame investendo in reti ‘fibre to the node’ (FTTN) o ‘fibre to the home’ (FTTH) ed è proprio questo importante definire delle linee guida che evitino distorsioni del mercato e incentivino gli investimenti in queste importanti infrastrutture.

 

La nuova raccomandazione della Commissione fornisce, quindi, alle autorità nazionali, gli orientamenti su come queste norme andranno applicate nel mercato NGA.

 

La regolamentazione ex-ante, innanzitutto, sottolinea la Commissione, dovrebbe riflettere le differenze nelle condizioni di concorrenza tra mercati e aree individuali (aree urbane e rurali) in un dato mercato, con la definizione di regole più leggere dove vi sia concorrenza effettiva. La Commissione prevede, quindi, la possibilità nell’ambito dell’analisi di mercato di differenziare i rimedi su base geografica, sulla base di rilevanti differenze competitive determinate dallo sviluppo delle reti NGN.

 

La Raccomandazione NGA, poi, fornisce ai regolatori nazionali gli strumenti per sostenere sia l’ingresso nel mercato di nuovi entranti che gli investimenti in infrastrutture degli operatori dominanti, i quali competono offrendo agli altri operatori servizi basati sull’accesso disaggregato all’ultimo miglio della loro rete (ULL) e sull’accesso bitstream.

La Commissione, ad esempio – pur escludendo nettamente l’ipotesi di ‘vacanze regolamentari’ per gli operatori dominanti – ha stabilito che l’obbligo di fornire il servizio di ULL della fibra in centrale a prezzi orientati ai costi deve essere sempre imposto indipendentemente dal tipo di architettura di rete implementata e, ovviamente, tenendo conto dei rischi degli incumbent nell’affrontare investimenti dall’incerto ritorno economico. Un approccio che, a detta degli operatori alternativi, si  discosterebbe da quanto stabilito in Italia dalle linee guida del Comitato NGN, che suggeriscono di “non prevedere l’imposizione dell’obbligo di ULL centrale”.

Riguardo il bitstream, quindi, la Commissione impone l’obbligo di fornire l’accesso bitstream deve essere imposto all’operatore dominante a condizioni economiche orientate al costo ed il servizio dovrebbe essere disponibile sul mercato almeno 6 mesi prima del lancio da parte dell’incumbent di una propria offerta commerciale. Secondo gli orientamenti forniti dalla Ue, la fornitura del servizio bitstream in nessun caso può sostituire l’obbligo per l’incumbent di fornire l’ULL della fibra, ma potrebbe valere il contrario, laddove il servizio di ULL della fibra fosse, per le sue caratteristiche, effettivamente in grado di garantire una efficace concorrenza sui mercati retail.

Per portare la fibra ottica in tutte le case europee entro il 2020, la Commissione ha calcolato la necessità di investimenti tra 180 e 270 miliardi di euro.  Anche se molti Stati membri hanno già una strategia nazionale a banda larga, l‘esecutivo ha chiesto agli Stati membri di adottare un piano operativo con concrete misure di esecuzione, comprese le disposizioni per i necessari finanziamenti.
La Raccomandazione, infine, supporta con forza il coinvestimento, indicandolo come uno strumento in grado di ridurre i costi e i rischi degli investitori e di accelerare la diffusione dell’FTTH. E’ stato calcolato, infatti, che le opere di ingegneria civile rappresentano l’80% dei costi per la realizzazione di una rete e possono essere sostanzialmente ridotti pianificando il giusto ambiente regolamentare e le adeguate misure di coordinamento tra gli operatori.