Internet governance: la Kroes al meeting ICANN. ‘Garantire decisioni trasparenti ed efficienti’ e maggiore indipendenza anche di IANA

di Alessandra Talarico |

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Neelie Kroes

La libertà e l’apertura di internet devono essere i temi prioritari per tutte le parti interessate al futuro del web, siano esse pubbliche o private.

Per questo c’è bisogno di regole che facciano sì che qualsiasi decisione sia “responsabile, trasparente ed efficiente e garantisca rispetto reciproco per il bene comune” che è internet.

Lo ha affermato il Commissario Ue per l’Agenda digitale, Neelie Kroes, al 38° meeting internazionale dell’ICANN, l’ente non profit che gestisce i nomi di dominio internet, affrancato lo scorso anno dal Dipartimento del Commercio (DoC) americano, che lo gestiva fin dalla sua nascita, nel 1998.

 

Quando nacque l’ICANN, l’obiettivo era quello di affidare al settore privato la gestione tecnica di controllo della rete Internet; il Dipartimento Usa del Commercio avrebbe dovuto esercitare una funzione di supervisione sulla base di un Memorandum of Understanding per un periodo di due anni, sino al raggiungimento di prefissati obbiettivi. Uno di questi, era quello di aprire il DNS al mercato. Il che ha precise ragioni storiche: Internet nasce infatti negli Usa e deriva direttamente dalla Internet Assigned Numbers Authority (Iana) – l’ente che si occupa dell’assegnazione degli indirizzi IP – che era ancor più direttamente emanazione del governo Usa.

 

La Ue, che si è battuta per una maggiore indipendenza dell’ICANN e per la nascita dell’Internet Governance Forum, chiede ora che anche la scadenza, il prossimo anno, del contratto tra il DoC e IANA sia l’occasione per dare inizio a una maggiore cooperazione tra i governi e tutti gli stakeholder.

 

“Sono fiduciosa nel fatto che aprendo un dialogo con un pubblico più ampio – ha detto la Kroes ai rappresentanti ICANN a Bruxelles – si troveranno nuove e migliori vie per rafforzare le strutture e il processo decisionale”.

Lo stesso concetto può applicarsi all’Internet Governance Forum, un  progetto che ha preso corpo nel corso del World Summit on Information Society (Wsis) di Tunisi nel novembre 2005 – dopo i primi passi e le molte battaglie condotte a partire dal primo Wsis di Ginevra, nel 2003 – e si propone come una piazza mondiale dove gli stakeholder del web (governi, aziende, utenti) discutono sul futuro della rete.

Il forum non ha quindi alcun potere decisionale, ma si riunisce ogni anno per fornire proposte a chi le decisioni le prende, e la Kroes ha sottolineato che il Forum “deve continuare a evolversi per servire gli obiettivi dell’Agenda di Tunisi”.

 

A scanso di equivoci, il Commissario Kroes ha quindi aggiunto che “…il funzionamento quotidiano di internet va bene e sono la prima a dire, ‘Se non è rotto, non aggiustarlo’. Abbiamo tutti interesse che questa piattaforma meravigliosa per l’innovazione, l’imprenditorialità e la libera espressione funzioni perfettamente a livello tecnico. Si tratta di una grande avventura, che deve continuare a fiorire”.

 

E ciò sarà possibile continuando a lavorare per migliorare la sicurezza e la resistenza delle infrastrutture: combattere contro lo spam, i furti d’identità, e altre forme di criminalità online “…è un obbligo per il settore pubblico e per quello privato”. Un approccio, ha aggiunto “che deve andare di pari passo con la garanzia che internet non sia vulnerabile a guasti su larga scala, siano essi il risultato di un attacco o di un incidente”.

 

La Kroes ha quindi parlato dell’espansione dei Top Level Domains: un’evoluzione ormai irreversibile ma da intraprendere con la massima cautela, prendendo in considerazione non solo gli interessi commerciali immediati.

“Gestire questa espansione evitando il caos sarà una grande sfida e rappresenterà un test per la governance dell’ICANN”.

A questo proposito, la Governmental Advisory Committee (GAC) ha fornito consulenza in materia di principi di politica pubblica al consiglio di amministrazione dell’ICANN già nel 2007.

 

Soddisfazione è stata quindi espressa per l’aggiunta dei nomi di dominio internazionale (IDN), poiché è essenziale “che internet rifletta la diversità del nostro linguaggio”.