NGN. Schloter (Fastweb): ‘Avanti anche senza Telecom Italia’. E Assoprovider propone coinvolgimento associazioni nella newco

di Alessandra Talarico |

Italia


Fastweb

Avanti tutta sulla rete NGN anche senza Telecom Italia. Così, a margine dell’Italian Conference organizzata da Deutsche Bank a Milano, Carsten Schloter, presidente di Fastweb, ha ribadito la volontà degli operatori alternativi di portare avanti il loro progetto infrastrutturale anche senza la collaborazione dell’incumbent, a cui comunque è stato rinnovato l’invito a partecipare.

“Ovviamente – ha precisato il manager – ha senso per Telecom partecipare, perché l’iniziativa sulla fibra andrà avanti comunque. Ciò significa che se non partecipano ci saranno nuove reti che saranno create fuori dal loro controllo”.

 

L’importante, ha sottolineato, è che il governo e le autorità siano favorevoli e che vengano fissati “un chiaro standard tecnologico comune e un quadro chiaro per la migrazione dei clienti dal rame alla fibra, perché la sostenibilità del modello di business dipende dalla migrazione totale”.

Se questi prerequisiti fossero rispettati, ha detto Schloter, non ci sarebbe neanche bisogno di un intervento della Cassa Depositi e Prestiti, dal momento che “…se lo scenario è dato, allora diventa attraente per tutti i fondi infrastrutturali del mondo”.

 

Ricordando che Fastweb, Vodafone e Wind sono pronti a finanziare un terzo dell’investimento complessivo per la rete in fibra ottica – previsto in 2,5 miliardi in 5 anni per coprire 15 città – anche attraverso il coinvolgimento di investitori stranieri, l’Ad di Fastweb ha quindi rivelato che sono in corso in tal senso “numerosi colloqui sia a livello industriale sia politico”, con l’obiettivo di “creare un forte supporto”. È ancora  “troppo presto”, però, per “coinvolgere le banche”. 

 

Schloter ha quindi ribadito che la rete NGN dovrà necessariamente essere una sola: qualsiasi altra opzione “…è impossibile poiché non sarebbe sostenibile finanziariamente e potrebbe essere un disastro per tutti i partecipanti”.

 

Anche Assoprovider, intanto, ha preso posizione in merito al piano degli operatori alternativi, auspicando “…il coinvolgimento delle associazioni di operatori e di consumatori nel controllo delle società della fibra, in pratica un consorzio pubblico”, per garantire agli operatori la non discriminazione e ai cittadini la piena efficienza dell’investimento pubblico.

Esiste una sola strada, secondo l’associazione dei provider indipendenti, per garantire equità, e cioè che “il controllo su ogni singola operazione economica sia esercitato da chi ha il giusto conflitto di interessi con chi vorrebbe e/o potrebbe barare o con i denari della collettività o con i concorrenti e quindi esso va esercitato dai cittadini per mezzo delle associazioni consumatori e dagli operatori per mezzo delle loro associazioni di rappresentanza”.