Romani: ‘Banda larga per 2 mln di famiglie entro quest’anno’. E su maxi-inchiesta riciclaggio, ‘Spero non pregiudichi sviluppo nuove reti’

di Alessandra Talarico |

Italia


Paolo Romani

“Mi sembra un atteggiamento di cautela ragionevole”. Così il vice ministro allo Sviluppo economico Paolo Romani, ha commentato il rinvio di un mese del Cda per l’approvazione del bilancio di Telecom Italia, dopo le vicende che hanno visto coinvolta la controllata Telecom Italia Sparkle.

Ieri, l’Autorità Giudiziaria ha sequestrato in via cautelativa un importo pari a circa 300 milioni di euro tra crediti e disponibilità liquide di Sparkle, corrispondente, secondo il provvedimento, al credito IVA illecitamente maturato per gli anni d’imposta oggetto dell’illecita attività di riciclaggio da oltre 2 miliardi di euro.

 

Il cda di oggi, che doveva essere breve, senza approvazione dei conti e aggiornamento del piano strategico, si è protratto invece fino al pomeriggio, seguito da una conference call.

 

Sia Telecom Italia che Fastweb, entrambe coinvolte nell’inchiesta della Procura di Roma, si sono dichiarate parte lesa nell’intricata vicenda di malaffare, che vede coinvolto anche il senatore Nicola di Girolamo, eletto – secondo gli inquirenti – grazie ai voti della ‘ndrangheta.

 

Parlando a margine della presentazione di un protocollo che regola la collaborazione delle 110 Province italiane al progetto di sviluppo della banda larga, Romani ha auspicato che la vicenda “non pregiudichi lo sviluppo” dei progetti avviati dagli operatori per lo sviluppo delle nuove reti e ha affermato di credere nella “buona fede” dell’attuale management dei due gruppi tlc.

“Fino a prova contraria – ha spiegato Romani – non posso non credere alla buona fede degli amministratori. Aspettiamo comunque che la magistratura faccia il suo corso”.

In generale ha osservato ancora, “…mi sembra che le aziende si siano assunte fino in fondo la responsabilità di quanto accaduto e che non ci siano state fughe di responsabilità”.

 

Riguardo l’accordo con le province, volto a promuovere lo sviluppo della banda larga e la riduzione del digital divide, Romani ha affermato che, nel corso di quest’anno, altri due milioni di persone saranno raggiunte da una connessione internet di almeno 2 Mb.

Nel corso dello scorso anno, Infratel ha già portato la banda larga a un milione di potenziali consumatori e, di questi, oltre il 40% ha effettivamente  chiesto il collegamento a internet, dimostrando così “…che le aree a fallimento di mercato possono diventare a tutti gli effetti aree di mercato”, ha detto Romani, sottolineando che questo dato fa “…ben sperare per lo sviluppo delle reti di nuova generazione, significa che nel nostro Paese l’innovazione incontra il consenso di cittadini e aziende”.

 

Secondo i calcoli del ministero, dunque, da 7,8 milioni dello scorso anno, il numero di cittadini ancora in situazione di digital divide scenderà a 4,8 milioni alla fine del 2010.

Riguardo le risorse per attuare il piano nazionale sulla banda larga, il sottosegretario ha ricordato che dal Ministero e dalle Regioni sono stati stanziati 500 milioni di euro, e che si arriveranno ad erogare 864 milioni, sul totale di 1.471 milioni previsti dal Piano Romani per il superamento del digital divide.

 

L’accordo con le province prevede inoltre il collegamento, nel 2010, di circa 1.000 nuove località che potranno essere abilitate dagli operatori ai servizi a banda larga e la realizzazione di un progetto pilota per la sperimentazione delle reti di nuova generazione nei territori in cui nessun operatore nei prossimi 3 anni ha in programma di investire.

 

Il presidente dell’Upi, Giuseppe Castiglione, ha ricordato infine che in questo processo è essenziale il ruolo delle province, poiché molta della fibra deve essere inserita proprio nelle strade provinciali.

Puntando sulla semplificazione delle procedure amministrative, il Protocollo consentirà, secondo Castiglione, “…investimenti più oculati, più centrati” e un ingente risparmio nei costi legati ai lavori per la posa della fibra ottica lungo i 130.000 km di strade provinciali.

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