‘Green ICT’: la Ue invita l’industria a fare di più per un’economia efficiente sul piano energetico e a basse emissioni di carbonio

di Alessandra Talarico |

Europa


Green ICT

Entro il 2011, le società ICT dovranno aver delineato le misure pratiche da adottare per incrementare la propria efficienza energetica del 20% entro il 2015: lo ha stabilito la Commissione europea, che ha invitato l’industria a darsi obiettivi più ambiziosi per limitare l’impatto ambientale di svariati settori cruciali dell’economia.

 

Il settore ICT è responsabile per il 2% delle emissioni di CO2 in Europa: l’1,75% derivante dall’uso di prodotti e servizi ICT e lo 0,25% dalla loro produzione.

 

Le tecnologie ICT sono però in grado di portare a una riduzione complessiva delle emissioni di carbonio del 15% entro il 2020, grazie alla possibilità di migliorare il monitoraggio e la gestione del consumo energetico nelle fabbriche, negli uffici e negli spazi pubblici, nonché di rendere le persone più consapevoli del loro consumo energetico. Ad esempio, i sistemi basati su ICT sono in grado di ridurre il consumo energetico degli edifici del 17% e le emissioni di carbonio nei trasporti del 27%, mentre se sostituisse solo il 20% dei viaggi d’affari delle imprese europee con riunioni in videoconferenza si potrebbero risparmiare oltre 22 milioni di tonnellate di CO 2 all’anno.

 

Allo stato attuale, secondo dati diffusi dalla Ue, un desktop Pc spreca circa la metà dell’energia prodotta, mentre un server medio ne spreca circa un terzo.

Se si raggiungesse un’efficienza energetica del 90%, si potrebbero ridurre le emissioni di gas serra di 54 milioni di tonnellate all’anno e risparmiare oltre 5,5 miliardi di dollari in costi energetici.

I server di nuova generazione, invece, hanno consumi equivalenti a quelli di una normale lampadina: il loro utilizzo su vasta scala potrebbe far risparmiare fino al 70% di energia.

 

Un doppio onere, dunque, per un obiettivo importantissimo: la transizione verso un’economia efficiente sul piano energetico e a basse emissioni di carbonio.

 

La Commissione, che ha adottato oggi una raccomandazione per favorire questo passaggio, ha chiesto agli Stati membri e all’industria ICT di definire entro il 2010 metodologie comuni per misurare il consumo di energia e le emissioni di carbonio.

In questo modo dovrebbero essere disponibili dati più affidabili per fissare entro il 2011 obiettivi settoriali ambiziosi in materia di efficienza energetica e riduzione delle emissioni, che già dal 2015 dovrebbero sostituire quelli precedentemente fissati dalla UE per il 2020.

 

A questo scopo, già a marzo, un focus group dell’ITU specializzato in tecnologie dell’informazione e della comunicazione e cambiamenti climatici, ha proposto uno standard per calcolare l’impatto effettivo dell’industria ICT sull’ambiente sia in termini di energia ed emissioni di CO2 legati alla produzione e all’utilizzo di prodotti ICT che di riduzione di emissioni di gas serra derivanti dall’uso di tecnologie ICT nell’ambito dei trasporti e dalla cosiddetta dematerializzazione (la sostituzione di atomi con bit che prevede, ad esempio, l’acquisto di file MP3 invece che di un CD).

 

Il focus group ITU-T ha stabilito una serie di linee guida per misurare con esattezza queste variabili e dovrebbe presto trasformarle in una Raccomandazione o in uno standard a cui l’industria dovrebbe rifarsi per limitare il proprio impatto ambientale.

 

La raccomandazione, spiega la Commissione, mira inoltre a incrementare i partenariati pubblico-privato – come quelli avviati di recente per l’edilizia ad elevata efficienza energetica e le automobili verdi – ma anche le partnership tra l’industria e settori economici fondamentali quali dell’edilizia, dei trasporti e della logistica.

 

“Il settore ICT può indicare la via verso una crescita maggiormente sostenibile e rispettosa dell’ambiente e dare impulso alla creazione di posti di lavoro verdi” in Europa, ha dichiarato Viviane Reding, Commissario Ue per la società dell’informazione e i media.

“Dobbiamo cogliere questa opportunità per porci all’avanguardia nel campo delle tecnologie ad alta efficienza energetica – non solo perché questo è il modo migliore per ridurre in modo sostenibile le emissioni di CO 2 ma anche perché il potenziale ecologico di tali tecnologie può dischiudere nuove opportunità imprenditoriali per le imprese europee del settore delle TIC”, ha aggiunto.

 

A gennaio del 2007 la Ue ha adottato un pacchetto per l’energia e i cambiamenti climatici che punta a un aumento del 20% dell’uso delle energie rinnovabili e una riduzione del 20% delle emissioni di gas a effetto serra entro il 2020 rispetto ai livelli del 1990.