Audiovisivo: cresce il mercato europeo dei canali di informazione. Ma quanto rende? 

di Raffaella Natale |

L’Osservatorio europeo dell’audiovisivo presenta indagine sui dati di MAVISE.

Unione Europea


TV

L’Osservatorio europeo dell’audiovisivo e la Direzione generale Comunicazione della Commissione europea organizzano al Mipcom, il 7 settembre, un workshop sul mercato dell’informazione televisiva in Europa.

In quest’occasione l’Osservatorio presenterà un’analisi sullo sviluppo dei canali di informazione basata sui dati di MAVISE, il database che l’Osservatorio gestisce per conto della DG Comunicazione.

 

Al momento sono 162 i canali di informazione disponibili in Europa (Ue, Croazia e Turchia).

Tra questi, 32 canali hanno una vocazione chiaramente internazionale, come Al Jazeera, BBC World News, CCTV-9, CNN International, Deutsche Welle, Euronews, France 24, Russia Today o Sky News International. Di questi, ciascun canale è distribuito da almeno una ventina di Paesi europei.

Ci sono poi 87 canali con vocazione nazionale. Ma lo studio sui canali proposti dalle principali piattaforme europee di distribuzione (cavo, satellite, IPTV, 3G, Tv mobile…) evidenzia che un certo numero di canali di informazione nazionale hanno ambizioni internazionali

 

Il canale pubblico spagnolo Canal 24 Horas è disponibile in 16 Paesi europei e i canali tedeschi n-tv e N24 sono distribuiti in una quindicina di Paesi. Fox News Channel, ZDFinfokanal e Rainews24 sono presenti in una decina di Paesi.

 

Sono invece 43 i canali di informazioni fuori dall’Europa (Ue, Croazia e Turchia) e disponibili in almeno un Paese europeo. Tra questi almeno il 40% punta alle comunità arabe con programmi in lingua.

A questi canali, nazionali o internazionali, bisogna aggiungere quelli di informazione regionale o locale. Nel database MAVISE ci sono più di 2.800 televisioni locali e regionali, con una programmazione dedicata essenzialmente all’informazione. 

 

Quasi la metà dei canali di informazione di origine europea, attivi a settembre 2009, sono stati lanciati negli ultimi cinque anni e solo 28 possono vantare almeno dieci anni di esperienza.

 

Dal 2005 i numeri sono raddoppiati anche grazie al processo di digitalizzazione che ha consentito di aumentare la capacità di distribuzione. I canali di informazioni sono infatti in numero minore sulle reti analogiche: solo 7 in Europa. Per contro invece ne troviamo almeno 17 sul digitale terrestre.

La disponibilità di canali di informazione è maggiore nell’ambito delle offerte satellitari, via cavo o reti Adsl. 

 

In modo molto interessante, i canali di informazione riguardano anche le reti mobili (Tv mobile o Tv mobile personale). Già 8 canali, tutti privati, sono stati concepiti per la trasmissione su dispositivi mobili.

I canali di informazione (BBC World News, Al Jazeera, Sky News, France 24, BFM TV,…) sono anche stati i primi a lanciare un’applicazione per poter essere seguiti pure sull’iPhone.

 

I broadcaster pubblici sono molto presenti in questo settore, sono 33 tra i 119 canali di informazione che vengono trasmessi in 26 lingue. Sono tuttavia 6 le lingue dominanti nel panorama europeo: inglese, (16 canali), italiano, arabo, turco (11), tedesco (10) e francese (9).

 

La digitalizzazione delle reti del cavo e del satellite, specie in Francia, e l’emergenza dell’offerta via Adsl si rivelano positive per la diversità: gli spettatori di differenti Paesi europei hanno in media accesso a 21 canali d’informazione.

Questa media è superata leggermente in Francia (dove sono disponibili 51 canali) ma anche in Germania (33), Gran Bretagna (31), Italia (30), Paesi Bassi (30) e nella comunità fiamminga del Belgio (30).

L’esistenza delle popolazioni immigrate stimola la diversità dell’offerta: è possibile ricevere diversi canali di informazione asiatici in Gran Bretagna e Francia o ancora i canali turchi in Germania.

 

La moltiplicazione dei canali di informazione ha dato luogo a una concorrenza agguerrita a cui si è aggiunta una produzione costosa e un’audience ridotta (dal 2 al 3% dell’audience nazionale totale).

 

La situazione finanziaria dei canali informativi non è sempre facile da analizzare: un certo numero di questi sono inglobati nei grandi gruppi pubblici  (BBC News 24, Rainews 24, Canal 24 Horas,…) o privati (i>Télé, Sky News, Antena 3 Noticias 24,…) ed è quindi difficile avere accesso ai conti individuali.

 

Si possono visionare i conti solo di una quindicina di aziende che producono unicamente canali di informazione. La metà di queste risulta deficitaria nel 2007 e 2008. Le entrate totali dei canali di informazione nella Ue sono di 1-1,5 miliardi di euro, mentre le entrate totali dei broadcaster sono di 80 miliardi.

Chiara anche la disparità tra le entrate operative: quasi 300 milioni di euro per quella pubblica tedesca Deutsche Welle, meno di due milioni di euro per la piccola emittente spagnola Libertad digital.

 

La crisi del mercato pubblicitario era già percettibile nel 2008 sulle entrate del francese LCI LCI (-13,7%) e di CNN International (-2,6%). Si nota che diversi editori non hanno ancora pubblicato i bilanci del 2008.

 

 

Il 6 ottobre 2009, a Roma, ore 9.00 – 13.30 appuntamento per il workshop

Liquidi, veloci, mobili: contenuti digitali e risorse della conoscenza .

Promosso dalla Fondazione Luca Barbareschi e organizzato da Key4biz, con il sostegno di Eutelsat.

Parteciperanno i rappresentanti di istituzioni, imprese, enti di ricerca, esperti.

www.mercanti-innovatori2009.com

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