Antitrust: presentata relazione annuale. Catricalà, ‘Sviluppi tecnologici e nuovi player hanno accentuato pratiche scorrette e invasive’

di Alessandra Talarico |

Italia


Antonio Catricalà

È stata presentata questa mattina alla Camera, la Relazione annuale del Presidente dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato, Antonio Catricalà.

 

Un anno, il 2008, caratterizzato da dalla crisi finanziaria ed economica e in cui più volte – ha sottolineato Catricalà – “l’Autorità è stata chiamata a riaffermare che la concorrenza sviluppa nuova ricchezza da investire e da distribuire; che la valorizzazione delle competenze nella pubblica amministrazione, nelle professioni, nella formazione, nella ricerca e nel mercato stimola dinamismo e produttività; che la corretta misurazione dei meriti rende equa una competizione che non prescinda dai principi di sussidiarietà e solidarietà”.

 

Catricalà si è detto preoccupato dal fatto che – come è accaduto negli Usa dopo la Grande Depressione, quando fu approvata una legge per la ripresa dell’industria nazionale che recava importanti deroghe alla normativa antitrust – si possa tornare a una fase protezionistica e a “politiche restrittive”, dannose per gli interessi della collettività.

 

Per questo Catricalà ha lanciato un appello affinché venga riavviato il processo di apertura dei mercati, alla luce degli importanti appuntamenti che attendono il paese in diversi settori, dal digitale terrestre e satellitare alla banda larga di nuova generazione, passando per l’alta velocità ferroviaria e il trasporto del gas.

“Siamo ben consci che gli investimenti pubblici e privati devono avere i ritorni attesi. Sappiamo – ha sottolineato il Garante – che alcune forme di separazione tra rete e servizio sono di per sé onerose”, ma, ha aggiunto, “l’appuntamento più importante è quello con la concorrenza”.

E, se continueranno a prevalere gli incumbent in tutti i settori, se non si darà fiducia alle nuove iniziative economiche e non si preferiranno soluzioni in grado di destabilizzare gli attuali equilibri, ha ammonito Catricalà, “non ci saranno aperture né ampliamenti” in settori vitali per l’economia del futuro, a tutto svantaggio dei consumatori.

 

Perciò servono nuove regole, ma non solo: bisogna anche attuare un’attenta vigilanza, ha detto ancora Catricalà, per contrastare “comportamenti elusivi della concorrenza”, e per fare in modo che i costi della mancata liberalizzazione non ricadano sui consumatori.

Il pericolo “latente in tutti i mercati”, ha detto Catricalà, “si manifesta in particolare in quelli caratterizzati da intrecci e posizioni dominanti”.

 

Nel 2008, ha sottolineato ancora il Garante, le segnalazioni relative a scorrettezze commerciali giunte al call center istituito dal Garante sono state circa 9mila: maglia nera, il settore delle telecomunicazioni, che colleziona il 61% delle denunce.

Numerosi, quindi, i procedimenti avviati nel settore, in virtù – ha spiegato Catricalà – “della complessità che ne caratterizza le dinamiche, determinata da diversi elementi connessi tanto alla natura degli interessi coinvolti quanto alle modalità di offerta, quali l’eterogeneità dei servizi fruiti da una vasta platea di utenti, l’evoluzione tecnologica, la pluralità di soggetti a vario titolo coinvolti nell’erogazione di servizi di telecomunicazione e l’esistenza di nuovi player intenti ad ampliare le proprie quote di mercato”.

 

L’evoluzione tecnologica e l’ingresso nel mercato di nuovi operatori hanno sì ampliato la scelta dei consumatori, sia in fatto di servizi che di modalità per la loro attivazione e fruizione, ma hanno anche reso sempre più complesse e articolate le offerte commerciali, spesso veicolate, ha sottolineato il Garante, attraverso diverse modalità che, come nel caso del cosiddetto teleselling, “possono rilevarsi particolarmente intrusive della sfera giuridica del consumatore, non consentendo l’adozione di scelte commerciali scevre da informazioni ingannevoli e da indebiti condizionamenti”.

 

Le offerte, ha aggiunto Catricalà, possono inoltre “rivelarsi assai diverse nelle caratteristiche e nei contenuti rispetto a quanto prospettato nel momento del primo contatto con l’utente” il quale, se volesse recedere dal contratto deve scontrarsi con non pochi ostacoli frapposti dall’operatore.

 

“Al fine di garantire i benefici offerti dalla pluralità di operatori presenti sul mercato e la libertà di scelta dell’utente fra diverse opzioni, l’Autorità – ha detto ancora Catricalà   ha avuto modo di valutare e censurare condotte che, lungi dal tutelare le autonome strategie commerciali delle imprese…avevano un effetto defatigante rispetto all’esercizio della facoltà dell’utente di risolvere il contratto”.

 

Il Garante ha citato ad esempio il caso della fornitura di loghi e suonerie per cellulari, la cui vendita – veicolata attraverso messaggi poco chiari e decisamente ingannevoli circa le caratteristiche ed i costi finali del servizio – è spesso legata a vere e proprie truffe ad opera di gestori telefonici e fornitori di contenuti, le cui sono vittime sono prevalentemente gli adolescenti, maniaci della personalizzazione dei telefonini.

“Le indicazioni carenti e poco chiare contenute nei messaggi – ha spiegato Catricalà – possono risultare ulteriormente pregiudizievoli in considerazione della naturale mancanza di esperienza dei giovani”.

 

In questo segmento del mercato, ha quindi aggiunto Catricalà, “sono stati raccolti elementi idonei a configurare un obbligo di vigilanza a carico di professionisti diversi dagli autori dell’iniziativa promozionale, ma comunque coinvolti nella realizzazione della stessa come gli operatori telefonici rispetto alla fornitura di loghi e suonerie per cellulari”.

 

Gli importi prelevati ai clienti in seguito all’attivazione del servizio, vengono infatti incassati dagli operatori telefonici i quali, a loro volta, provvedono a corrispondere una percentuale (revenue sharing) al content provider in base agli accordi sottoscritti.

 

Sempre nel quadro del “difficile equilibrio fra evoluzione tecnologica e adeguata tutela del consumatore” nel settore delle comunicazioni, l’Autorità ha quindi rilevato diverse criticità nelle offerte forfettarie per il traffico dati via internet attraverso le chiavette per la navigazione wireless, sia da cellulare che tramite computer portatile.

In alcune occasioni, “a fronte di offerte onnicomprensive, gli utenti si erano visti recapitare bollette per importi assai rilevanti”.

L’Autorità è intervenuta sia con sanzioni pecuniarie nei confronti degli operatori che con provvedimenti di natura cautelare, per impedire il possibile recupero coattivo delle somme richieste in fattura, ottenute ingannando i clienti sulla vera natura dell’offerta.