Banda larga: non decollano i servizi della PA. Tre italiani su 4 hanno un Pc, ma solo la metà naviga

di Alessandra Talarico |

Presentati i risultati dell’indagine conoscitiva commissionata dalla IX Commissione della Camera.

Italia


Broadband

Tre italiani su quattro (73,7%) possiedono un Pc, ma soltanto uno su due (58,5%) usa internet tutti i giorni, principalmente per cercare notizie e informazioni e controllare la posta elettronica, organizzare viaggi, acquistare biglietti.

 

Tra chi non ha un Pc (26,3%), la stragrande maggioranza non intende comprarlo in futuro, anche se ci dovessero essere agevolazioni e sottolinea che se pure lo avesse non navigherebbe in rete perché non attratto dai contenuti o perché ritiene di non avere le competenze necessarie.

Lo ‘zoccolo duro’ che ancora resiste alle lusinghe del web (18,8%) è composto soprattutto da donne over 50, mediamente poco istruite e da coppie senza figli.

 

È quanto emerge da una ricerca commissionata dalla IX Commissione della Camera e dal suo Presidente, Mario Valducci, sul futuro della rete e che ha analizzato – intervistando 2.400 famiglie – lo stato dell’offerta di rete, la domanda dei cittadini, la maturità dei servizi offerti.

I risultati dell’indagine sono stati presentati nel corso del seminario “Il futuro della rete: larga banda e accesso alla rete come diritto universale”, cui hanno partecipato, tra gli altri, Mario Valducci, Stefano Lorenzi (Amministratore Delegato – Alcatel-Lucent Italia), Stefano Agnelli (Direttore Business Development, Istituzioni e PA – Skylogic), Robert Castrucci (Responsabile Segreteria Tecnica – Fondazione Ugo Bordoni) e Alessandro Talotta (Responsabile affari regolamentari – Telecom Italia).

 

Dallo studio si evince che, anche se gli intervistati che dispongono di un collegamento a banda larga da casa sono il 70,7%, la maggior parte di loro non utilizza i servizi che richiedono internet veloce.

Pochi (20,6%) coloro che utilizzano i servizi messi a disposizione dalla Pubblica Amministrazione: fra questi il 24% è rimasto molto soddisfatto, il 65,4% abbastanza soddisfatto, l’8,9% lo è stato poco e l’1,6% per niente.

Chi non li usa, invece, spiega di non farlo perché non abituato (47,7%), perché preferisce il contatto diretto (31,6%), perché non si fida (7,6%) o semplicemente perché non è riuscito pur avendoci provato.

 

L’indagine conferma dunque, come si è più volte sottolineato, che – oltre ai problemi legati alla scarsa penetrazione delle tecnologie – anche la domanda di servizi internet a banda larga nel nostro Paese è ancora molto bassa. I motivi di questa doppia arretratezza – sul piano infrastrutturale e della domanda – sono diversi e appaiono riconducibili a problemi culturali, orografici e strategici (legati, questi ultimi, alla struttura del mercato e agli ostacoli burocratici alla realizzazione di infrastrutture).

Ma soprattutto si evince che manca per la gran parte degli italiani ‘l’educazione’ all’uso del web: sono ancora tantissimi, infatti, coloro i quali non riescono a scorgere nella rete alcun vantaggio pratico, quelli che non si fidano o che trovano i servizi – soprattutto quelli pubblici – complicati da usare.

 

C’è bisogno dunque – conclude lo studio – di un ulteriore sforzo da parte del sistema paese verso un “deciso sviluppo delle comunicazioni elettroniche” e a “predisporre politiche di sviluppo della rete infrastrutturale e dell’offerta di servizi”.