Banda larga: dalla Ue 5 mld per gli anni 2009 e 2010, mentre ETNO chiede la revisione del quadro normativo per lo sviluppo delle reti

di Raffaella Natale |

Unione Europea


Manuel Barroso

Il piano di rilancio dell’economia presentato ieri dalla Commissione europea prevede una accelerazione degli investimenti per energia e tlc.

In dettaglio, il presidente della Commissione José Manuel Barroso ha annunciato che l’esecutivo proporrà di destinare risorse aggiuntive per 5 miliardi di euro per gli anni 2009 e 2010 ai programmi per l’interconnessione energetica e per i progetti di infrastrutture banda larga. Le risorse sono state individuate tra i residui di bilancio non utilizzati.

 

Intanto gli operatori europei di telecomunicazioni, riuniti in ETNO (European Telecommunications Network Operators’ Association), hanno inviato ai ministri competenti in vista del Consiglio Ue sulle tlc che si terrà oggi a Bruxelles, una lettera dove si ribadisce che per superare l’attuale crisi economica e finanziaria “occorre accelerare lo sviluppo delle reti a banda larga di nuova generazione, che sta avvenendo in Europa ad un ritmo più lento rispetto ad altre regioni del Mondo”.

 

ETNO sottolinea “…l’importanza delle revisione in corso del quadro normativo europeo per le comunicazioni elettroniche per lo sviluppo delle reti broadband” poiché “…le decisioni per questo settore avranno un effetto diretto sulla futura competitività dell’Ue”.

 

L’associazione chiede quindi di “…trovare un approccio che incoraggi tutti gli operatori ad affrontare i rischiosi investimenti necessari per le nuove reti ad altissima capacità di trasporto”.

Si evidenzia inoltre come il testo di prima lettura parlamentare sul pacchetto telecom riconosca tale priorità e preveda quindi “…misure che migliorano le condizioni per gli investimenti nelle reti promuovendo la concorrenza basata sulle infrastrutture e focalizzando la regolamentazione dell’accesso nelle aree dove la competizione infrastrutturale non è perseguibile“.

 

ETNO evidenzia anche come l’esito dell’esame parlamentare abbia riconosciuto l’importanza di “una segmentazione geografica della regolamentazione, di obblighi simmetrici di condivisione delle infrastrutture e di meccanismi di condivisione del rischio per l’accesso alle nuove reti”.

 

Nella lettera, infine, gli operatori ribadiscono la loro contrarietà all’inclusione della separazione funzionale come rimedio aggiuntivo nel settore delle telecomunicazioni perché “…costituisce un deterrente agli investimenti”. Quanto alle misure per la gestione del traffico sulle reti ETNO evidenzia che “…ai fornitori di servizi di comunicazioni elettroniche non deve essere impedito di offrire diversi livelli di qualità e di velocità in funzione delle necessità dei consumatori, nella misura in cui sia garantita la concorrenzialità dei mercati e la trasparenza nella fornitura dei servizi ai consumatori finali“.

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