Cellulare acceso anche in aereo? No grazie. Sondaggio britannico conferma, passeggeri nettamente contrari

di Alessandra Talarico |

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Cellulare in areo

È davvero così necessario poter usare il cellulare anche in aereo?

Che non tutti fossero entusiasti all’idea di doversi sorbire le conversazioni telefoniche del vicino di posto anche in aereo, era cosa nota, ma  una ricerca del magazine inglese Wanderlust – specializzato proprio in viaggi – rivela che addirittura il 75% dei viaggiatori abituali è nettamente contrario all’ipotesi.

 

Solo il 2% dei mille partecipanti al sondaggio hanno riferito di essere ‘felici’ della possibilità di intrattenersi in conversazioni telefoniche ad alta quota, mentre un altro 17% ha spiegato di ritenere il servizio molto utile, ma solo in caso di effettiva necessità.

 

Il costante trillo del cellulare, dicono gli obiettori, rappresenta una interruzione della tranquillità da cui finora almeno in aereo si era al riparo. “Immaginate – ha spiegato uno dei partecipanti allo studio – il fastidio di una conversazione ad alta voce e magari anche superflua indotta da un paio di drink consumati a bordo…vorrei che i cellulari fossero completamente proibiti in aereo”.

 

C’è chi addirittura ritiene che l’introduzione dell’uso dei cellulari in aereo potrebbe convincerlo a smettere di volare: “Trovo che in questi giorni volare sia già di per sé un’esperienza poco piacevole, aggiungete anche il cellulare e non volerò più!”.

 

Per Dan Linstead, redattore di Wanderlust, il messaggio dei lettori – la maggior parte dei quali sono viaggiatori abituali – è chiaro: “gli aerei sono l’ultimo paradiso ‘mobile-free’, lasciateli così”.

Ma molto probabilmente il messaggio resterà inascoltato perché, si sa, business is business, e sono già molte le compagnie aeree e telefoniche pronte a sfruttare questo nuovo canale, soprattutto dopo che anche la Ue ha dato il via libera all’uso dei cellulari ad alta quota.

 

Ad aprile, infatti, la Commissione europea ha introdotto nuove norme volte ad armonizzare le condizioni –  tecniche e in materia di concessioni –  per il ‘decollo’ del servizio.

 

Ma, come ha confermato anche il sondaggio di Wanderlust, sono in molti a non essere d’accordo, e non solo per le ben note problematiche legate alla sicurezze delle apparecchiature di bordo.

Gli assistenti di volo sono ad esempio riluttanti ad accettare la rivoluzione, temendo un aumento della cosiddetta ‘air rage’ dei passeggeri costretti a subire anche in aereo le interminabili conversazioni del vicino di posto.

Anche diverse compagnie aeree hanno comunque dimostrato preoccupazioni per le implicazioni ‘sociali’ dell’uso del telefonino a bordo, pur continuando a dirsi interessate alla possibilità di permettere l’uso dei laptop per consultare le email e connettersi a internet, come già fanno diverse compagnie aeree europee e giapponesi – Lufthansa, Japan Airlines e Singapore Airlines – che offrono un servizio di connessione internet ad alta velocità (Connexion) sviluppato da Boeing per i suoi jet.

 

Anche per evitare, dunque, l’aumento dell’insofferenza contro gli onnisquillanti cellulari ad alta quota, la Ue ha invitato le compagnie aeree e gli operatori del settore a creare, a bordo degli aerei, “…le condizioni necessarie affinché coloro che utilizzano questi servizi di comunicazione non disturbino gli altri passeggeri”.

 

Il fattore ‘disturbo’, sottolinea comunque Linstead, non è che uno degli aspetti della questione: “i passeggeri devono anche capire che il servizio non è certo a buon mercato”.

Emirates, la Compagnia Aerea di Dubai, che per prima ha lanciato un servizio di cellulare in volo, ha comunicato che mediamente una chiamata col cellulare dall’aereo può arrivare a costare anche 2,50 euro al minuto.

 

Anche Air France ha sperimentato il servizio per sei mesi, ma è ancora indecisa se offrire il servizio sui voli di linea, mentre Air Berlin ha deciso di non consentire l’uso del telefonino a bordo per non disturbare i passeggeri durante il volo.