Invecchiare bene grazie all’ICT: i piani della Ue per tutelare la terza età e aprire nuove opportunità di business per l’industria hi-tech

di Alessandra Talarico |

Unione Europea


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La popolazione europea sta invecchiando: attualmente l’aspettativa media di vita è di circa 80 anni, contro i 50 del 1920 e tra il 2010 e il 2030, quando andrà in pensione la cosiddetta generazione del “baby boom”, il numero di persone di età compresa tra i 65 e gli 80 anni aumenterà quasi del 40%.

 

Per cercare di dare una risposta alle esigenze di autonomia, inclusione sociale e occupabilità degli anziani il Consiglio dei ministri Ue ha approvato un programma di ricerca che, attraverso le tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT), intende favorire l’avvento di prodotti, servizi e sistemi innovativi, riducendo al contempo i costi sanitari e dell’assistenza sociale.

 

La proposta, presentata dalla Commissione a giugno dello scorso anno, prevede lo stanziamento di altri 150 milioni di euro per un Programma di ricerca comune (investimento totale di 600 milioni di euro) il cui obiettivo principale è di sviluppare prodotti e servizi innovativi volti a migliorare la qualità della vita degli anziani: dispositivi intelligenti per migliorare la sicurezza domestica, soluzioni mobili per il monitoraggio sanitario, interfacce user-friendly per persone con difficoltà visive o uditive.

 

Il piano è stato approvato in prima lettura anche dal Parlamento europeo, concorde sul fatto che le tecnologie ICT possono “aiutare gli anziani a rimanere in buona salute e ad essere indipendenti più a lungo e permettere loro di rimanere attivi sul lavoro o in comunità”, ma permettono loro anche di essere assistiti in maniera più efficiente.

 

Tra i target del programma – a cui  parteciperanno 20 Stati membri (tra cui l’Italia) e Israele, Norvegia e Svizzera – oltre alla realizzazione di prodotti e servizi funzionali a “invecchiare bene, a casa, in comunità e sul lavoro”, anche lo sviluppo di un framework comunitario coerente “che agevoli lo sviluppo di approcci comuni, incluse norme minime comuni, la localizzazione e l’adattamento di soluzioni comuni compatibili con le diverse preferenze sociali e gli aspetti regolamentari a livello nazionale o regionale in tutta Europa”.

 

“Non c’è ragione per cui gli anziani debbano perdere i benefici delle nuove tecnologie. Le soluzioni e i servizi che emergeranno da questo programma li aiuteranno a restare attivi nella società e a rimanere indipendenti più a lungo”, ha spiegato il Commissario Viviane Reding.

Il programma aiuterà altresì le compagnie del settore a “meglio rispondere alle esigenze degli anziani, aprendo al contempo nuove opportunità di business e offrendo nuove soluzioni per aiutare le autorità pubbliche a rendere i servizi sanitari e sociali più sostenibili”, ha aggiunto la Reding.

 

Da qui al 2013, la Commissione, gli Stati membri e il settore privato investiranno insieme oltre 1 miliardo di euro in ricerca e innovazione per rendere migliore l’invecchiamento.