Informazione finanziaria? No grazie. L’Italia fanalino di coda nella Ue

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Gli italiani confidano nelle proprie conoscenze finanziarie: solo un terzo degli utenti dei siti di finance si tiene aggiornato consultando siti specializzati.

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Cresce il blogging, che intercetta l’attenzione di un audience di nicchia

 

Sono 12,2 milioni gli italiani che fruiscono dei siti di finance. Lo rivela un rapporto DigitalFinance, realizzato da CommStrategy e Nielsen Online, a fine 2007.

 

Di questi, sono solo 3,7 milioni coloro che consultano i siti di informazione finanziaria. L’Italia è il fanalino di coda rispetto agli altri paesi europei. Il fenomeno è tanto più rilevante se si pensa al sempre maggiore successo riscosso da forme di comunicazione orizzontali, come blog e wiki, che i servizi finanziari più avanzati integrano tra le proprie funzionalità.

 

Il paese leader in questo ambito è la Francia, dove a fruire dei siti di informazione finanziaria è il 27% del totale utenti internet (7,3 milioni). Seguono, con percentuali altrettanto elevate, la Gran Bretagna (26%) e la Germania (22%). La Spagna (18%) registra una penetrazione vicina a quella dell’Italia (18%) ma con una maggiore assiduità: ogni utente consulta i siti di informazione finanziaria in media 7 volte al mese, contro le 5 dei nostri connazionali.

 

La debolezza dell’informazione finanziaria in Italia sembra seguire l’andamento del finance online, la cui penetrazione è nettamente inferiore rispetto a quella registrata presso altri paesi europei.

 

Oggi, nel campo dell’informazione finanziaria, accanto alle performance fatte registrare dalle testate dei grandi gruppi specializzati, si assiste alla crescita di micro-iniziative editoriali, legate alla diffusione di blog e wiki che, raccolgono e diffondono dati e notizie redatte per la maggior parte dei casi autonomamente da investitori privati ed esperti del settore.

 

Allo stato attuale, tuttavia, queste nuove forme di giornalismo intercettano l’attenzione di una un ristretto pubblico di nicchia.

 

“Negli Stati Uniti”, dice Fiamma Petrovich, senior manager di CommStrategy, “i servizi di trading online evoluti, integrano piattaforme di blogging all’interno della loro offerta. Tradeking e Zecco, infatti, mettono a disposizione degli utenti non solo efficaci soluzioni per la compra-vendita di una vasta gamma di strumenti finanziari ma anche tecnologie avanzate per lo sviluppo di relazioni one-to-one e di reti personali. Gli utenti possono quindi portare avanti strategie finanziarie a partire dalle informazioni e dai profili di investimento degli altri iscritti, con cui possono confrontarsi direttamente”.

 

L’informazione finanziaria online vede in Italia una caratterizzazione di utenza adulta (il 30% circa dei lettori sono ultra cinquantenni contro il 22% della rete) e ancora maschile (66% contro il 57%), che sembra non saper cogliere le opportunità informative offerte dal mezzo e con un impatto negativo sulla cultura finanziaria del risparmiatore medio.

 

“E’ strano  afferma Cristina Papini, Sales & Project Manager di Nielsen Online –  se pensiamo che in altri settori, come nel retail e nel travel, i navigatori italiani mostrano di saper sfruttare in maniera proficua la ricchezza informativa di internet per orientare i propri comportamenti d’acquisto. Non è un caso che in UK, dove la penetrazione dell’informazione finanziaria è ben più elevata, il primo sito sia  moneysupermarket.com, ‘the price comparison site’, dove oltre a prodotti strettamente finanziari (prestiti, mutui, carte, conti correnti e assicurazioni), si possono comparare anche i prezzi di gas ed elettricità, di telefonia ed internet, insomma un riferimento completo per le tasche dei navigatori d’oltremanica”, conclude Papini.

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