Galileo: la Ue difende le previsioni sul budget. ‘Le stime della Commissione poggiano su solide basi’

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La Commissione europea ha smentito il settimanale tedesco Der Spiegel, secondo il quale il budget del progetto Galileo potrebbe costare almeno 1,5 miliardi di euro in più rispetto ai 3,4 miliardi di euro preventivati.

Citando il parere di diversi esperti finanziari e delle industrie coinvolte, il settimanale di Amburgo spiega che i costi potrebbero lievitare dai fino ad arrivare anche a una cifra compresa tra 5 e 10 miliardi di euro.

 

Un surplus non da poco per il sistema di radionavigazione che dovrebbe affrancarci dalla dipendenza dal GPS americano e che sta incontrando non pochi ostacoli sulla sua strada.

 

Secondo il settimanale di Amburgo, sull’aumento del budget peserebbero i forti contrasti maturati in seno alla Ue riguardo lo sviluppo e la successiva gestione del sistema satellitare

 

“Le stime economiche della Commissione sul budget del progetto poggiano su solide basi”, ha invece dichiarato il portavoce della Commissione trasporti, Michele Cercone a Reuters.

Cercone ha sottolineato come le previsioni della Ue si riferiscano al costo di costruzione delle infrastrutture necessarie a lanciare il progetto nel 2013. Altri tipi di previsione, ha sottolineato, potrebbero riferirsi a periodi di tempo diversi da quelli presi in esame dalla Commissione.

 

L’accordo sullo stanziamento dei 2,4 miliardi di euro necessari allo sviluppo delle infrastrutture del sistema, dopo il dietrofront del consorzio concessionario, è stato raggiunto dopo non pochi dissensi tra gli Stati membri. La Spagna ha infatti espresso un voto contrario per non aver ottenuto un centro di controllo al suolo della rete dei satelliti, al pari di Italia e Germania.

Anche la Germania era contraria alla risoluzione e reclamava un finanziamento pubblico dei soli Stati membri interessati, che avrebbero ottenuto un ‘giusto ritorno’ per le industrie nazionali.

 

Il sistema Galileo – che doveva essere il primo esempio di partenariato pubblico-privato europeo – avrebbe dovuto essere operativo dal 2010, per dare all’Europa un sistema realizzato per il solo uso civile, a differenza di quelli concorrenti realizzati per scopi prettamente militari. Ma mentre in Europa si litiga per 2,4 miliardi di euro, gli Usa sono a lavoro all’aggiornamento del proprio sistema satellitare – GPS III – che dovrebbe essere operativo nel 2013 con tecnologie all’avanguardia e hanno già investito tra 50 e 60 miliardi di dollari.

Gli Stati Uniti, inoltre, avevano già messo mano al sistema GPS nel 2006, migliorando la precisione del segnale da 10 metri ‘a qualche metro’, ma l’arrivo del GPS III dovrebbe migliorare ulteriormente le prestazioni del sistema.

 

Bisogna comunque ricordare che i sistemi concorrenti a Galileo – oltre al GPS, c’è il sistema russo Glonass e quello cinese  sistemi Compass/Beidou – sono stati realizzati con fondi pubblici per scopi civili e militari o solo militari.

 

Se l’Europa non andasse avanti con Galileo sarebbe l’unica grande economia a non disporre di tecnologie proprie. In assenza di competenze tecniche residenti, inoltre, il settore privato europeo avrebbe difficoltà a sfruttare i benefici del mercato mondiale dei servizi e delle applicazioni di navigazione satellitare, che dovrebbe attestarsi attorno ai 450 miliardi di euro l’anno a livello mondiale a partire dal 2025.