Separazione funzionale: l’ERG sostiene la proposta della Reding, ma che sia una soluzione ‘flessibile e adattata alle circostanze nazionali’

di Alessandra Talarico |

Unione Europea


Roberto Viola e Viviane Reding

“La separazione funzionale rappresenta un rimedio supplementare in quei mercati in cui la non discriminazione non ha risolto gli squilibri dei mercato wholesale” e sicuramente migliorerà “l’efficacia dell’attuale framework”. È questa l’opinione del Gruppo di regolatori europei delle telecomunicazioni (ERG), attualmente presieduto da Roberto Viola, in merito alla proposta della Commissione europea per rendere più competitivi i mercati europei delle Tlc.

 

Secondo l’ERG, i regolatori nazionali devono valutare attentamente “costi e benefici” di un simile rimedio e avranno necessità di basare le loro decisioni su un’attenta analisi del mercato wholesale.

In questo senso, in alcuni casi, “la separazione funzionale può risolvere i problemi della concorrenza, ma in altri casi può essere sufficiente rafforzare gli obblighi di non-discriminazione esistenti”, continua l’ERG, sottolineando che l’introduzione delle Next Generation Networks (NGN) e della pletora di servizi a esse associati pone il settore delle comunicazioni all’alba di una nuova era.

 

Tra i principali obiettivi del Framework comunitario sulle comunicazioni elettroniche vi sono la creazione di un mercato competitivo per i servizi di comunicazione elettronica – sia nei singoli Stati membri che a livello paneuropeo –  e il sostegno agli investimenti per realizzare infrastrutture efficienti e servizi innovativi, al fine di massimizzare i benefici per gli utenti finali.

 

Dal momento che le strategie e gli investimenti sulle Next Generation Networks sono sempre più al centro dell’interesse degli operatori, l’ERG crede che sia questo il momento giusto per “analizzare in prospettiva gli sviluppi in quest’area” e per “definire principi regolatori comuni che garantiscano la natura competitiva del mercato dell’accesso (NGA) e, più in generale, gli investimenti”.

 

La separazione funzionale, secondo i regolatori europei, dovrà quindi essere  “flessibile e periodicamente rivisitabile alla luce degli sviluppi della tecnologia e del mercato” e non dovrà implicare la frammentazione di operatori integrati verticalmente come nel caso della separazione strutturale.

In linea con il principio della proporzionalità, la separazione funzionale potrà “essere introdotta dai regolatori nazionali solo dopo un’attenta analisi dei costi e dei benefici”.

 

Infine, sottolinea ancora l’ERG, la separazione dovrà “essere attentamente adattata alle circostanze nazionali” dal momento che non può esistere una soluzione valida per tutti allo stesso modo.

 

La questione della separazione funzionale è molto dibattuta all’interno della Commissione, con la Reding al centro di un fuoco incrociato di critiche provenienti da illustri colleghi, come il Commissario alla concorrenza Neelie Kroes e quello all’industria Gunter Verheugen.

 

 

Entrambi hanno bocciato la proposta di realizzare un’authority europea per le telecomunicazioni – come si è proposto per il settore dell’energia – dal momento che nel settore la liberalizzazione è stata un successo e una nuova agenzia servirebbe solo a creare confusione, oltre a richiedere uno staff di almeno 100 persone.

 

Parere negativo anche per la proposta di inserire lo scorporo della rete di accesso tra i rimedi a disposizione delle Autorità nazionali come misura estrema atta a rispondere a seri problemi di concorrenza sul mercato e non a scopi protezionistici: si tratterebbe infatti di una soluzione non solo superflua, ma anche dannosa – proprio come paventato dall’industria – perché inficerebbe la capacità di investimenti e innovazione di un settore cruciale per la crescita e la competitività della Ue.

 

“Nel settore delle telecomunicazioni – ha affermato la Kroes – c’è molta concorrenza anche senza separazione legale o funzionale”.

 

Per il portavoce della Reding, Martin Selmayr, l’esecutivo non potrà non tenere  conto delle osservazioni dei 27 regolatori nazionali, che hanno espresso – circostanza non proprio comune – “un parere chiaro e unanime”.

 

A supporto delle sue tesi, l’ERG ha anche analizzato la situazione sul mercato britannico, dove nel 2005, l’Authority nazionale per le tlc (Ofcom) ha deciso di attuare la separazione funzionale con la realizzazione di una unità separata da BT Group – battezzata Openreach – che si occupa della gestione della rete dell’ex monopolista.

 

Il modello britannico, secondo l’ERG, non solo ha permesso a BT di restare competitiva sul mercato, ma ha anche incentivato gli investimenti – BT sta realizzando la sua rete NGN, battezzata 21CN con investimenti stimati nell’ordine di 15 miliardi di euro – e favorito una maggiore diffusione della banda larga nel Paese.

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