Tlc: per la Ue bene i controlli esercitati dai regolatori nazionali, ma ancora lontani dal mercato unico

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Unione Europea


Viviane Reding

Secondo un rapporto appena pubblicato dalla Commissione, il quadro normativo comunitario per le telecomunicazioni ha portato vantaggi significativi per i cittadini e per le imprese, ma i regolatori nazionali ed europei devono ancora risolvere diversi problemi.

Il rapporto presenta i risultati emersi da 600 progetti di decisioni delle Autorità di regolamentazione degli Stati membri, inviate alla Commissione per esame.

Il controllo esercitato dalla Commissione sugli interventi dei regolatori – che è un aspetto qualificante del quadro normativo sulle Telecom – ha impresso maggiore coerenza alle analisi dei mercati, ha creato una maggiore trasparenza ed ha limitato gli interventi dei regolatori nazionali alle misure indispensabili per dare impulso alla concorrenza sul mercato.

Il rapporto rileva peraltro che, in vari casi, le soluzioni che il regolatore nazionale impone per rimediare all’assenza di concorrenza sono molto diverse e comportano il rischio di frammentare il mercato interno delle comunicazioni, a tutto svantaggio sia dei consumatori che delle grandi imprese che operano su scala paneuropea.

 

“È essenziale che la Commissione europea e i regolatori nazionali lavorino in stretta cooperazione se vogliamo costruire un mercato unico delle telecomunicazioni veramente dinamico e pienamente funzionante” ha affermato il Commissario ai media e alla società dell’informazione, Viviane Reding, sottolineando che “…la vigilanza che la Commissione esercita giorno per giorno sull’applicazione del quadro normativo per le telecomunicazioni ha consentito indubbiamente di dare una maggiore certezza normativa alle imprese che vogliono investire su scala paneuropea”.

“Sotto questo profilo – ha concluso la Reding – la concorrenza è migliorata in tutta l’UE e i consumatori beneficiano oggi di tariffe più basse e di scelte molto più ampie; il nostro compito ora consiste nel sbarazzarci di tutte le criticità che ancora si frappongono all’instaurazione di un terreno di gioco omogeneo in Europa e allo sviluppo di operatori e servizi su scala paneuropea”.

 

Intervenendo a sua volta, il commissario Neelie Kroes, responsabile della Concorrenza, ha spiegato che “l’attuale quadro normativo dell’UE per le telecomunicazioni si basa sui principi del diritto della concorrenza e le autorità regolatrici possono imporre obblighi alle imprese con un significativo potere di mercato solo dopo un’analisi del mercato. Grazie a questa impostazione abbiamo aperto la concorrenza ai mercati delle comunicazioni, abbiamo ampliato le possibilità di scelta dei consumatori e abbiamo fatto diminuire i prezzi di vari servizi”.

 

Per consolidare il mercato interno delle telecomunicazioni, le autorità nazionali di regolamentazione (ANR) devono presentare alla Commissione le analisi dei loro mercati prima di adottare decisioni definitive. Questo meccanismo comunitario di consultazione è denominato “la procedura dell’articolo 7“.

La maggior parte delle Authority nazionali hanno studiato tutti i 18 principali mercati del settore delle telecomunicazioni secondo le indicazioni impartite dalla Commissione. Il rapporto odierno della Commissione osserva che la prima tornata di notificazioni ha evidenziato un elevato grado di coerenza nelle analisi dei mercati e nella valutazione del potere di mercato di taluni operatori. Resta tuttavia il fatto che, pur in presenza di situazioni di mercato simili, gli interventi regolatori variano fortemente da uno Stato membro all’altro, con il rischio di una frammentazione del mercato interno.

 

Sulla base della vigente normativa, la Commissione può imporre alle ANR di ritirare una decisione quando la definizione del mercato e/o l’analisi del mercato risultino incompatibili con il diritto comunitario. Tuttavia, l’intervento della Commissione si limita a presentare osservazioni sui rimedi proposti dalle ANR.

 

Fino ad oggi le notifiche pervenute alla Commissione dimostrano che, in alcuni mercati, la concorrenza potrebbe svilupparsi anche senza l’intervento del regolatore nazionale. In particolare, la Commissione sottolinea che nella maggior parte dei casi la regolamentazione dei mercati al dettaglio non è più necessaria poiché per tutelare gli interessi dei consumatori è sufficiente un’efficace regolamentazione del mercato all’ingrosso. Dal rapporto emerge anche che alcuni mercati all’ingrosso potrebbero essere ulteriormente deregolamentati, mentre in altri comparti si rileva ancora l’esigenza di una regolamentazione accuratamente mirata nel futuro prevedibile.

 

In armonia con la sua strategia “legiferare meglio”, la Commissione intende approfittare della prossima riforma del quadro normativo per le Telecom (prevista per la fine di ottobre) per diminuire ancor più gli adempimenti amministrativi posti a carico degli attori del mercato e delle ANR e adottare alcuni provvedimenti diretti a completare il mercato interno delle telecomunicazioni.

 

La relazione può essere consultata al seguente indirizzo:

http://europa.eu.int/information_society/policy/ecomm/article_7

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