Tlc: per la Ue, l’apertura del mercato migliora l’efficienza. Ma occorre fare di più per i consumatori

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Fra gli ostacoli che impediscono ai consumatori di trarre realmente vantaggio dalla, i poteri limitati delle autorità in alcuni Stati membri.

Unione Europea


Telecomunicazioni

Secondo una relazione della Commissione europea, le imprese erogatrici di servizi di rete, come le telecomunicazioni, i trasporti ed i servizi pubblici, hanno continuato a migliorare le prestazioni offerte e i consumatori ne sono generalmente soddisfatti.

L’apertura di questi settori alla concorrenza avvantaggia i consumatori in quanto obbliga i prestatori di servizi a mantenere bassi i costi e i prezzi praticati. Sta migliorando anche l’accesso delle fasce sociali più deboli ai servizi ad un prezzo sostenibile. Si riscontrano tuttora però grandi differenze tra settori e tra Stati membri. In alcuni Stati membri, i ritardi registrati nell’apertura del mercato e nell’eliminazione degli ostacoli giuridici e tecnici per i nuovi operatori hanno influenzato negativamente i servizi offerti e solo a fatica la concorrenza sta prendendo piede nei settori dei servizi postali, delle ferrovie e dell’energia.

 

“La politica di apertura alla concorrenza delle telecomunicazioni, dei trasporti e di altre industrie di rete, adottata dall’Unione europea, si è rivelata positiva, poiché ha reso questi settori più competitivi con la conseguente riduzione dei prezzi senza compromettere né il servizio, né la qualità. Occorre tuttavia fare molto di più perché i consumatori europei traggano pieno profitto dai vantaggi della concorrenza” ha dichiarato Joaquín Almunia, Commissario responsabile degli affari economici e monetari.

 

La relazione della Commissione è la quinta di una serie di relazioni annuali intese a valutare le prestazioni delle imprese erogatrici di servizi di rete, ovvero le telecomunicazioni, i servizi postali, l’energia elettrica, il gas, i trasporti aerei, stradali e ferroviari. Questi settori rappresentano, complessivamente, circa l’8% del valore aggiunto dell’UE e danno lavoro ad oltre 10 milioni di persone.

 

Le modifiche regolamentari operate nelle industrie di rete hanno creato le condizioni per mercati più concorrenziali e per una maggiore offerta di prodotti e servizi di migliore qualità.

Nel settore delle telecomunicazioni, la diffusione dell’accesso ad alta velocità è stata favorita essenzialmente dal quadro normativo dell’UE e le famiglie sono ora libere di scegliere il loro fornitore di energia elettrica in funzione del modo di produzione che preferiscono.

A seguito delle modifiche strutturali subite, le prestazioni di questi settori sono generalmente migliorate. Ad esempio, nel corso dell’ultimo decennio, i prezzi sono diminuiti, in particolare nel settore delle telecomunicazioni (40% in termini reali nel corso dei dieci anni passati) e dei trasporti aerei, o sono rimasti stabili.

I vantaggi sono meno palesi nel settore energetico, poiché il processo di liberalizzazione è più recente e i prezzi del petrolio e del gas hanno subito un’impennata a livello mondiale dal 2004 (il prezzo del barile di petrolio è più che raddoppiato toccando, nell’agosto 2006, il record assoluto di 78 dollari). In alcuni Stati membri una situazione insoddisfacente nei mercati dell’energia deriva anche dall’attuazione non corretta delle disposizioni del quadro normativo, in particolare per quanto riguarda la disaggregazione della produzione e dell’infrastruttura di rete.

 

La produttività delle industrie di rete è aumentata più rapidamente rispetto agli altri settori economici: nel periodo 1993-2003, la crescita annuale della produttività del lavoro nel settore delle comunicazioni (7,6%) e nei settori combinati dell’energia e dell’acqua (5,9%) ha superato infatti quella registrata nell’economia nel suo insieme (1,8%). In numerosi casi, gli aumenti di produttività sono stati accompagnati da una crescita dell’occupazione, a discapito della convinzione che i due fenomeni siano necessariamente incompatibili. Inoltre, in molti Stati membri, l’occupazione creata dai nuovi concorrenti, ad esempio nel settore delle telecomunicazioni, ha ampiamente compensato la perdita dei posti di lavoro nelle imprese già insediate.

 

Anche la qualità e l’accessibilità dei servizi forniti sono rimaste stabili, benché vi sia margine di ulteriore miglioramento. Nel frattempo, il prezzo dei servizi è diventato più accessibile, in particolare nei nuovi Stati membri. Le famiglie a basso reddito, i cui costi per i servizi delle industrie di rete rappresentano spesso una quota elevata delle loro spese, sono probabilmente coloro che ne beneficiano di più.

 

In questo contesto di miglioramento delle prestazioni, i recenti sondaggi evidenziano che i consumatori dell’UE sono generalmente soddisfatti dei servizi ricevuti. Per la maggior parte (50-70%) considerano anche che i loro interessi siano “ben tutelati”.

 

Nonostante questi miglioramenti e la soddisfazione generale, i consumatori manifestano ancora una certa riluttanza o inerzia quando si tratta di passare a nuovi competitori sul mercato, atteggiamento imputabile ai costi di trasferimento e alla difficoltà di comparare le offerte (il 38% cita questa difficoltà).

 

La relazione sottolinea anche la necessità di una maggiore integrazione dei mercati a livello dell’UE. Fra gli ostacoli che impediscono ai consumatori di trarre realmente vantaggio dalla concorrenza si possono citare i poteri limitati delle autorità di regolamentazione in alcuni Stati membri, la capacità insufficiente o l’utilizzo poco efficiente delle interconnessioni transfrontaliere e l’integrazione verticale delle attività di trasporto, di distribuzione e di fornitura. Entro fine anno la Commissione proporrà misure legislative per rafforzare il quadro normativo, in particolare per quanto riguarda la gestione dello spettro delle radiofrequenze nel settore delle telecomunicazioni e la disaggregazione tra la gestione delle reti di trasporto di energia e le attività di produzione e di fornitura.

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