Infrastrutture di rete: in vista della Direttiva Ue, esperti chiedono un’Authority per prevenzione e protezione

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Sicurezza

Una Authority nazionale per la sicurezza e la protezione da catastrofi, eventi terroristici o da incidenti alle infrastrutture critiche, le grandi reti di comunicazioni, finanziarie, sanitarie, di trasporto persone e merci ed energetiche, che sono strategiche per il normale funzionamento del Sistema Paese.

Il varo di un organismo per la gestione delle diverse infrastrutture a rete che, con le nuove tecnologie, sono sempre più interdipendenti e intercomunicanti, è stato chiesto al Governo dagli esperti italiani infrastrutture critiche rispondendo a un questionario della loro associazione (AIIC), in vista della specifica Direttiva UE, e presentato a Roma nel convegno sul “Governo e sicurezza delle grandi reti tecnologiche ed energetiche“, promosso dall’AIIC con ENEA e Politecnico di Torino.

 

L’84% degli intervistati ritiene infatti “indispensabile” che ogni Paese costituisca una struttura unica di coordinamento e, specificatamente, oltre la metà degli intervistati la individua come un’entità ad hoc per la gestione delle infrastrutture; il 23% la vede al Dipartimento per la Protezione Civile ; il 15% alla Presidenza del Consiglio dei Ministri; il 12% al Ministero dell’Interno.

 

A proposito della Direttiva Ue, il 64% la ritiene “estremamente utile consentendo una maggiore e più corretta attenzione ai problemi, ai quali attualmente è posta scarsa attenzione”.

 

“A causa della complessità dei sistemi, della loro interdipendenza e globalizzazione dei mercati e, purtroppo, delle minacce terroristiche, il governo e la sicurezza delle grandi reti tecnologiche ed energetiche rappresentano una sfida per la società del terzo millennio”, ha detto Roberto Setola, segretario generale dell’AIIC, presentando i risultati del questionario.

 

“Per questo – ha aggiunto Sandro Bologna, ricercatore dell’ENEA – è necessario guardare a queste infrastrutture critiche in maniera ‘sistemica’ e non più settoriale perchè le grandi reti poggiano sempre più sulle telecomunicazioni e il malfunzionamento di una sola rete ha immediate ripercussioni su tutte le altre. Serve pertanto una Authority in grado non solo di disporre di investimenti per una ricerca scientifica mirata, con cui realizzare un ‘sistema a rete’, ossia un network operativo, ma anche per sostenere i gestori delle reti con piattaforme tecnologiche adeguate e interoperative”.

 

“Se non si realizza quest’Autorità, in grado di supportare ricerca e sinergie strategiche”, ha sottolineato Alberto Sarti, direttore di Finmeccanica, “l’aspetto tecnologico non potrà sostenere adeguatamente ed efficacemente la safety e la security”.

La stessa Direttiva Ue , di prossima emanazione, se da un lato consentirà di concertare a livello europeo un piano preventivo e strategico a livello dei 27 Stati aderenti, sempre più interdipendenti (basta pensare alle reti elettriche, di tlc e di trasporti, ormai senza frontiere), dall’altro comincerà ad avere una valenza pratica, con soluzioni concrete, soltanto a partire dal 2020, per cui la strada dell’Authority nazionale non solo è obbligata, ma urgente. Un fattore, secondo il “futurologo” Roberto Vacca, che “non è tanto tecnologico ma, soprattutto, umano e culturale e solo un’Autorità può creare le condizioni per governare il cambiamento in modo sinergico e intelligente”. (r.n.)

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