Spazio europeo della ricerca: la Ue illustra le prospettive future. Necessario porre la conoscenza al centro della società

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La Commissione europea ha presentato ieri le proprie idee per uno Spazio europeo della ricerca che valorizzi al massimo il potenziale di conoscenze europeo. La Ue intende sfruttare questo potenziale offrendo maggiore libertà alle persone, alle infrastrutture, alle organizzazioni e ai finanziamenti, e incentivando la circolazione delle conoscenze e la cooperazione internazionale al fine di porre saldamente la conoscenza al centro stesso della società.

 

Il Libro verde ‘Nuove prospettive per lo Spazio europeo della ricerca’ illustra le sfide che gli scarsi investimenti e la frammentazione della ricerca nonché la crescente globalizzazione della scienza e della tecnologia pongono all’Europa. Una produzione ed un uso più adeguati delle conoscenze sono indispensabili affinché l’Ue possa realizzare le sue ambizioni economiche, sociali ed ambientali, come illustrato nella Strategia di Lisbona per la crescita e l’occupazione.

Una consultazione pubblica online sulle tematiche trattate nel Libro verde resterà aperta fino ad agosto 2007. I contributi saranno utilizzati per la progettazione di azioni concrete a favore dello sviluppo dello Spazio europeo della ricerca, la cui attuazione inizierà nel 2008.

 

“Il nostro futuro dipende dalla capacità dell’Europa di diventare una vera società della conoscenza“, ha dichiarato Janez Potočnik, Commissario Ue per la Scienza e la Ricerca. Aggiungendo, “Lo Spazio europeo della ricerca è il fondamento su cui si deve costruire questa società della conoscenza”.

 

Il Libro verde pubblicato ieri si incentra su sei tematiche principali:  

  • Un flusso adeguato di ricercatori competenti, grazie ad un elevato livello di mobilità tra istituzioni, discipline, settori e paesi;

  • Infrastrutture di ricerca di livello mondiale, integrate, connesse in rete e accessibili a équipe di ricercatori di tutti i Paesi europei e del mondo, in particolare grazie a infrastrutture di comunicazione elettronica di nuova generazione;

  • Organismi di ricerca ‘eccellenti’ che essendo impegnati in cooperazioni e partnership pubblico-privato efficaci, costituiscono il nucleo di ‘raggruppamenti’ di ricerca e innovazione di cui fanno parte anche delle ‘comunità di ricerca virtuali. Questi raggruppamenti e ‘comunità’ sarebbero perlopiù specializzati in settori interdisciplinari e attirerebbero una massa critica di risorse umane e finanziarie;

  • Una vera condivisione delle conoscenze, in particolare tra la ricerca pubblica e il settore industriale, ma anche con il pubblico;

  • Priorità e programmi di ricerca adeguatamente coordinati, ivi compresi investimenti significativi nella ricerca pubblica programmati congiuntamente a livello europeo con priorità comuni, un’attuazione coordinata e una valutazione congiunta;

  • Apertura dello Spazio europeo della ricerca al mondo, in particolare ai paesi confinanti, accompagnata da un chiaro impegno ad affrontare le sfide mondiali con i partner dell’Europa.

Da quando l’idea di uno Spazio europeo della ricerca è stato approvata dal Consiglio europeo di Lisbona nel 2000 sono stati fatti molti passi avanti nella sua costruzione. Infatti è stato istituito il Consiglio europeo della ricerca ed è stata proposta la creazione di un Istituto europeo della tecnologia.

Le piattaforme tecnologiche europee e i progetti ERA-Net hanno inoltre permesso di coordinare meglio la ricerca e sono stati stabiliti degli obiettivi nazionali in materia di R&S.

Tuttavia rimane ancora molto da fare. I ricercatori si imbattono ancora in ostacoli che intralciano la loro carriera o impediscono loro di trasferirsi per svolgere le loro attività di ricerca altrove dell’UE. Le imprese incontrano difficoltà nell’istituire partnership con le università, soprattutto se si tratta di partnership transfrontaliere. I finanziamenti nazionali e regionali sono ancora in larga parte poco coordinati e pertanto poco efficienti. La valorizzazione dei risultati di ricerca potrebbe essere notevolmente migliorata, e su questo aspetto verte un documento strategico sul miglioramento del trasferimento delle conoscenze tra organismi di ricerca e il settore industriale in tutta l’Europa, adottato oggi.

 

Il documento è corredato da orientamenti per aiutare gli organismi di ricerca a rafforzare i rapporti con l’industria e presenta alcune buone pratiche in materia di gestione e trasferimento delle conoscenze e di proprietà intellettuale.

 

Consultazione pubblica

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