Ue vs Microsoft: continua il confronto. Per la società richieste non ragionevoli, ma con l’impegno a rispondere a ogni addebito

di Raffaella Natale |

Unione Europea


Microsoft

Microsoft è determinata ad andare avanti nella querelle che la contrappone alla Commissione Ue. Per la società di Bill Gates sarebbero irragionevoli le richieste di Bruxelles, che il 1° marzo ha annunciato la possibilità di nuove multe fino a 4 milioni di euro al giorno

La Commissione europea ha inviato una dichiarazione di addebiti al gruppo per non aver rispettato alcuni degli obblighi fissati nella decisione di Bruxelles del marzo del 2004 e in particolare per non aver fornito un’adeguata informazione sull’interoperabilità tra i sistemi operativi Windows e gli altri PC e server.

 

Secondo l’opinione preliminare della Commissione Ue non vi sono significative innovazioni nelle informazioni sull’interoperabilità e ha pertanto respinto, in quanto infondate, le 1.500 pagine di documentazione inviate da Microsoft dal dicembre 2005 in poi. Ma non solo.

Nel mirino di Neelie Kroes, Commissario Ue per la Concorrenza, finiscono anche i “prezzi irragionevoli” che, secondo la Ue, la società applica ai contratti di licenza necessari per garantire l’interoperabilità.

“…Microsoft era d’accordo sul fatto che la base principale per stabilire i prezzi fosse il livello innovativo dei protocolli“, ha commentato la Kroes. Ma , “…non ci sono innovazioni significative in questi protocolli“, ha osservato, dicendosi dunque “…obbligata ad avviare azioni formali per assicurare che il gruppo adempia ai suoi obblighi”.

 

Brad Smith, Senior Vice President and General Counsel di Microsoft, non è d’accordo e nel corso di una conference call ha spiegato che la società “…ritiene di essere stata equa nel fissare i prezzi” per le informazioni.

“…E’ difficile immaginare come la Commissione possa dire che anche l’Innovazione brevettata debba essere resa disponibile gratis“, ha aggiunto Smith, lamentando il fatto che Microsoft abbia chiesto una reazione sei mesi fa e abbia ricevuto una risposta solo adesso, e per di più minacciosa.

“…Siamo dispiaciuti che questa reazione sia arrivata con sei mesi di ritardo e in questa forma, ma siamo impegnati a lavorare a fondo per rispondere alla dichiarazione degli addebiti della Commissione”.

Per Smith “…i risultati sembrano essere un tentativo di regolare i prezzi della nostra proprietà intellettuale su base globale: una cosa, questa, che va al di là della giurisdizione della Commissione”.

 

Il sistema di prezzi praticato da Microsoft in relazione alla interoperabilità tra Windows e i sistemi concorrenti è “giusto“, ha precisato Brad Smith, aggiungendo che secondo una analisi di PriceWaterhouseCoopers, i prezzi Microsoft sono almeno un terzo inferiori a quelli di mercato per la tecnologia comparabile.

Inoltre, ha riferito che agenzie governative americane hanno giudicato che i protocolli Microsoft contengono “considerevole Innovazione” al contrario di quanto ritiene Bruxelles.

 

Tre anni fa Bruxelles aveva stabilito che Microsoft avesse violato le disposizioni comunitarie, incorrendo nell’abuso di posizione dominante sul mercato dei sistemi operativi per PC e server per i gruppi di lavoro. Microsoft avrebbe dovuto trasmettere una documentazione completa e accurata in termini “…ragionevoli e non discriminatori”, consentendo ai concorrenti di Microsoft di interagire con i PC e server di Windows.

 

Nel documento, la Commissione esprime il suo punto di vista secondo cui “…le informazioni sull’interoperatività non contengono innovazioni significative e respinge come infondate le 1.500 pagine di argomenti prodotti da Microsoft dal dicembre 2005″ e ritiene, di conseguenza, che “…i prezzi proposti da Microsoft sono eccessivi”.

 

La società statunitense ha quattro settimane per rispondere alla comunicazione degli addebiti, dopodiché la Commissione potrà imporre una multa giornaliera per il mancato rispetto della decisione del marzo del 2004.

Considerando che la Commissione può imporre ammende fino al 5% della media del giro d’affari giornaliero dell’anno precedente, le nuove multe potrebbero anche raggiungere i 3 milioni di euro al dì, a partire dal primo agosto dello scorso anno.

Le multe in realtà partirebbero dal 15 dicembre 2005: da quella data al 20 giugno 2006 avrebbero un valore massimo di 0,5 milioni di euro al dì, mentre dal 20 giugno al 31 luglio 2006 ammonterebbero al massimo a 2 milioni di euro al giorno.

 

La questione della completezza e precisione delle informazioni sull’interoperatività è tuttora all’esame della Commissione.

“…Microsoft ha accettato il principio per il quale i prezzi devono basarsi sul carattere innovatore dei protocolli“, ha spiegato la Kroes, aggiungendo: “La Commissione attualmente ritiene che questi protocolli non contengono nessuna Innovazione significativa. Per questo mi trovo costretta a prendere delle misure formali per ottenere da Microsoft che si conformi ai suoi obblighi”.

 

Microsoft propone due accordi di licenza distinti alle società che sperano di ottenere delle informazioni sull’interoperatività, come previsto dalla decisione del 2004. Il primo, chiamato ‘No patent agreement‘, consente ai titolari della licenza di utilizzare dei protocolli che contengano le informazioni sull’interoperatività, ma senza fornire le licenze per i brevetti di cui Microsoft rivendica la necessità. Quest’ultimo punto è contestato da alcuni. Il secondo, ‘All IP Agreement‘, è una combinazione tra la prima licenza e la licenza per i brevetti contestati. Le società sono libere di scegliere l’accordo che conviene loro a seconda che ritengano di avere bisogno o meno di una licenza di brevetto. Queste due licenze confermano che una valutazione della ragionevolezza dei prezzi applicati da Microsoft dipende dal fatto di sapere se i protocolli contengono innovazioni e, nel caso fosse così, di ciò che costano sul mercato le tecnologie paragonabili.

Agli occhi di Bruxelles, Microsoft sembra non volersi piegare. “…E’ la prima volta in cinquant’anni – ha osservato Jonathan Todd, portavoce della Kroes – che un’impresa rifiuta di piegarsi alle regole europee della concorrenza“. Un atteggiamento di questo tipo, ha sottolineato il portavoce, “…è estremamente deplorevole”.

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