Riforma radioTv: il Senato francese approva il Ddl, switch-off al 2011. E l’Italia? Parallelismi e divergenze

di Raffaella Natale |

Europa


Mercato Tv

Mentre in Italia ancora si discute della possibilità di far slittare ulteriormente lo switch-off per le regioni pilota, Sardegna e Val d’Aosta, la Francia corre decisa verso il digitale terrestre, senza troppi intoppi.

Proprio ieri, il Senato ha approvato il disegno di legge sulla Tv del futuro, che prevede lo spegnimento del segnale analogico per il passaggio alla TDT al 30 novembre 2011 e garantisce il lancio dell’alta definizione (HD) e della Tv mobile personale (TMP).

 

Secondo le nuove disposizioni, così come emendate dai senatori francesi, la migrazione al digitale terrestre si farà zona per zona a partire dal 31 marzo 2008, per terminare nel 2011. Per quella data, il digitale terrestre dovrà essere accessibile al 95% della popolazione, il restante 5% sarà coperto gratuitamente dal satellite.

La trasmissione attraverso piattaforma satellitare, che comprenderà tutti i canali della TDT, sarà lanciata entro mesi dalla data in vigore della nuova legge.

 

Un emendamento di Catherine Morin-Desailly (UDF) precisa che le frequenze liberate grazie allo switch-off saranno destinate soprattutto al settore audiovisivo.

Visto il passaggio al digitale terrestre, ai broadcaster storici (TF1, CanalPlus, M6) verrà assegnato un canale supplementare e la licenza a trasmettere, assegnata dal Consiglio superiore dell’audiovisivo, sarà automaticamente prorogata per cinque anni.

Questa sorta di ‘bonus’ non è stato condiviso dai gruppi parlamentari PS, PCF e UDF, convinti che l’abbandono del segnale analogico non rappresenti un pregiudizio per i grandi canali nazionali privati. I loro emendamenti sono stati respinti da 169 voti contro 157.

A riguardo, il Ministro della Cultura e della Comunicazione, Renaud Donnedieu de Vabres, ha sottolineato che l’obbligo di passaggio al digitale rappresenta per i canali storici una rimessa in discussione dei diritti acquisiti, tant’è che il Consiglio di Stato stesso ha stabilito la previsione di una compensazione.

Sono stati tuttavia accettati due emendamenti della Commissione, che puntano a inquadrare questo ‘bonus’: i canali supplementari non potranno partire che dal 30 novembre 2011, data dello spegnimento definitivo dell’analogico. In oltre, dovranno sottoscrivere degli impegni in materia di contenuti.

  

In un clima di generale consenso, i senatori hanno anche votato la creazione di un fondo di aiuti per sovvenzionare le famiglie bisognose nell’acquisto del decoder necessario per vedere la Tv digitale o la parabola per la Tv satellitare.

L’accordo si è manifestato in modo particolare sulla ridefinizione della “opera audiovisiva” che i canali televisivi hanno l’obbligo di trasmettere in una certa proporzione nei loro programmi, che ormai esclude il reality-show.

Trattandosi dell’alta definizione, che offrirà una qualità di immagine e del suono paragonabile a quella del cinema, e della Tv mobile personale (TMP), le licenze per trasmettere saranno decise dal Consiglio superiore dell’audiovisivo.

  

Il testo ha fatto il pieno di voti dell’UMP, ma anche dei radicali del RDSE e dei senatori liberi che solitamente votano con la maggioranza. Contrari PS e PCF, astenuti i gruppi dell’UDF.

  

Vista la procedura d’urgenza che ha seguito il progetto di legge, ci sarà solo una lettura per ciascuna Camera. Dopo il passaggio all’Assemblea, una Commissione mista paritaria composta da 14 deputati e senatori lavorerà a una redazione di sintesi.

  

Anche l’Italia è alle prese con il progetto di riforma del sistema radiotelevisivo, che soppianterà la Legge Gasparri, varata dal precedente Governo che fissava le guidelines per il passaggio al digitale terrestre.

Le nuove disposizioni non trovano d’accordo maggioranza e opposizione e lo scontro continua sui diversi aspetti, specie quelli che riguardano da vicino il mercato della Tv generalista, dove la famiglia Berlusconi è presente con Mediaset.

Il presidente della prima Tv commerciale italiana, Fedele Confalonieri, ha accusato il Governo d’aver elaborato una legge ad personam, per colpire la famiglia dell’ex premier Silvio Berlusconi.

Da Mediaset e Forza Italia è forte la convinzione che il Governo stia sostenendo apertamente Sky Italia, la Pay TV di Rupert Murdoch: il Ddl Gentiloni, le nuove proposte (Gentiloni-Melandri), sulle quale è stata richiesta la procedura d’urgenza, che di fatto privano la Tv digitale, e quindi Mediaset, della possibilità di trasmettere le partite di calcio sono alcune delle motivazioni.

Ma bisogna riflettere su un punto: è vero che il nuovo disegno di legge sui diritti del calcio mette Sky nella condizione di essere l’unico acquirente per la piattaforma satellitare, ma solo in quanto al momento unico operatore sul mercato italiano. Nulla osta che domani altri operatori facciano il loro ingresso su questo mercato, Mediaset in primis visto anche il recente accordo con Eutelsat.

  

Altro punto controverso è lo slittamento dello switch-off, adesso si parla del 2012. Giusto alcuni giorni, a riguardo, il consigliere Rai Carlo Rognoni, ha commentato: “…Il passaggio dell’analogico al digitale va guidato, come accade in tutta Europa. La data del 2012 è realistica. E’ la stessa della Gran Bretagna. Le difficoltà logistiche, da noi, sono enormi. I Paesi che anticipano sul 2012 hanno una massiccia diffusione delle reti via cavo”.

Aggiungendo: “…Lo switch-over è già cominciato: si trasmette nelle due tecnologie ma la difficoltà per gli operatori è arrivare allo switch-off, allo spegnimento dell’analogico. Difficoltà moltiplicate perché in Italia non si è mai attuato un Piano di assegnazione delle frequenze analogiche e perché il duopolio controlla l’80% delle frequenze nazionali e una percentuale ancor più alta di quelle digitali riconosciute dalla Conferenza di Ginevra”.

Rognoni ha quindi spiegato che: “…Se la data finale è il 2012, per la Rai sarebbe più facile spegnere una Tv nazionale magari a metà 2010 anziché nel 2009. Dobbiamo dare un servizio universale, in Sardegna avremo grandi difficoltà ad anticipare lo spegnimento nel marzo 2007 mentre saremo pronti al passaggio al digitale di tutte le reti a fine anno o al massimo a metà 2008. Tutto sarebbe più facile con un operatore unico indipendente cui affidare la gestione della rete, anche, perché no, di un operatore di rete sardo”.

  

Oltre a questo, le disposizioni del Ddl Gentiloni prevedono la modifica al Sic, che cambia nome (settore delle comunicazioni) e viene drasticamente ridotto (meno 3,8 miliardi).

Ma anche la regolamentazione delle tele-promozioni e i vincoli sulla raccolta pubblicitaria, fissata al 45%. Una nuova disciplina sull’Auditel, che viene allargato a tutte le piattaforme. La consapevolezza che i canali pay rappresenteranno prossimamente una grossa parte del mercato televisivo, per cui entreranno a far parte del 20% della quota massima di canali digitali che si potrà trasmettere.

  

Riguardo agli incentivi ai decoder, un emendamento alla legge Finanziaria, presentata il 19 novembre dal Governo, stabilisce che basterà dimostrare di essere in regola con il pagamento del canone Rai per detrarre dall’Irpef il 20% delle spese sostenute per l’acquisto, entro il 31 dicembre 2007, di una televisione dotata di sintonizzatore digitale.

  

Condizione per il riconoscimento dell’incentivo è anche che l’apparecchio sia in grado di decodificare tutte le piattaforme televisive esistenti, rendendo potenzialmente visibili tutti i canali.

  

Infatti, la scelta che si vuole operare con l’intervento proposto è nel senso di agevolare la migrazione degli acquirenti verso il mercato degli apparecchi televisivi con sintonizzatore digitale integrato, senza discriminare alcuna tecnica trasmissiva esistente, rispettando il principio della “neutralità tecnologica“, affermato dalla Commissione europea con la decisione 9/11/2005 (Berlino/Brandeburgo) e violato dal precedente Governo con le sovvenzioni all’acquisto dei decoder.

 

 

  

27 novembre 2002 – 27 novembre 2006

 

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