Mercato tlc: la Reding propone una ‘via europea alla separazione strutturale’ e la creazione di un regolatore indipendente sul modello BCE

di Alessandra Talarico |

Unione Europea


Viviane Reding

Il mercato europeo delle telecomunicazioni vale oggi 273 miliardi di euro e, con investimenti pari a 45 miliardi di euro – in crescita del 6% rispetto al 2004 – l’Europa ha superato i livelli di spesa degli Stati Uniti.

Questi risultati rientrano in quella che il Commissario Ue ai media e alla società dell’informazione Viviane Reding ha definito “una storia di successo europea”, resa possibile da un mix di fattori che hanno trasformato un settore fino agli anni ’80 in mano a monopoli in un mercato competitivo e ad alto tasso di innovazione.

 

La Reding ha fatto il punto sulla situazione del mercato tlc al meeting annuale di Bitkom, l’associazione industriale tedesca di settore, mentre oggi la Commissione adotterà una Comunicazione e una serie di Working Documents per valutare il funzionamento del quadro regolatorio comunitario e stabilire eventuali modifiche legislative.

Un processo di revisione delle regole comunitarie di settore che terminerà entro la fine di quest’anno, quando verrà sottoposto al Parlamento europeo e al Consiglio dei Ministri.

 

Tra gli interventi al vaglio della Commissione, ha spiegato la Reding,  la creazione di un regolatore europeo indipendente che andrebbe a collaborare con le autorità nazionali sul modello del Sistema europeo di banche centrali (SEBC), composto dalle banche centrali nazionali (BCN) e dalla Banca centrale europea (BCE).

“In un simile sistema – ha spiegato la Reding – i regolatori nazionali continuerebbero ad agire come punti di contatto diretti con gli operatori  e potrebbero analizzare direttamente il mercato”.

Allo stesso tempo, un ente europeo, indipendente dalla Commissione e dai governi nazionali potrebbe garantire la corretta applicazione delle regole europee in tutti gli Stati membri attraverso linee guida e, se necessario, direttive.

 

“Il mio obiettivo è quello di permettere ai regolatori a livello nazionale e comunitario di focalizzare le risorse su questioni di sostanza più che sulle procedure”, ha spiegato ancora il Commissario, sottolineando che “soprattutto, abbiamo bisogno di maggiore consistenza ed efficienza nell’applicazione dei rimedi per evitare distorsioni della competizione sul mercato interno”.

 

La Reding crede che la Commissione dovrebbe essere in grado di assicurare “coerenza nei rimedi proposti dalle autorità nazionali per migliorare la competizione nei mercati dominati da uno o più operatori”, definendo questo approccio come “la logica appendice al nostro attuale ruolo per quel che riguarda le definizioni dei mercati e la valutazione del potere di mercato”.

 

La proposta della Reding è stata accolta con entusiasmo dal presidente dell’Autorità per le tlc Corrado Calabrò e sicuramente questo tema sarà una delle priorità della presidenza italiana dell’Erg (European Regulator Group) nel 2007.

Secondo Calabrò, “se c’è un settore che non tollera barriere geografiche e amministrative è proprio quello delle tlc, dove le imprese devono potersi dimensionare in un bacino naturale, quello europeo, sottostante a regole il più possibile omogenee, senza ingiustificati particolarismi”.

 

La Commissione punta alla creazione di uno ‘Spazio unico europeo’ nel campo delle comunicazioni elettroniche e dei media entro il 2010 – così come previsto dall’agenda i2010, adottata a giugno del 2005.

Lo scopo finale di questa strategia resta quello di rafforzare la competizione nel mercato interno, principalmente modernizzando le regole dove necessario.

 

“Riaffermeremo gli obiettivi chiave dell’attuale quadro normativo – promozione della competizione, mercato interno e interessi dei cittadini – e i suoi principi fondamentali: un approccio market-based alla regolazione ex ante e la neutralità tecnologica”, ha dichiarato la Reding.

 

La Review 2006 del quadro normativo comunitario affronterà 3 questioni basilari: innanzitutto quella dello spettro, una risorsa divenuta strategica in una società wireless.

Il secondo punto riguarda i passi concreti da affrontare per definire una migliore regolamentazione: “la liberalizzazione dei mercati ha portato molti notevoli successi nel settore – ha spiegato il Commissario – ora abbiamo l’opportunità di allentare la presa regolamentare in alcuni mercati dove si è riscontrata una competizione efficace e di aumentarla in maniera focalizzata e consistente dove ancora la competizione non sia pienamente sviluppata”.

 

Il terzo punto al vaglio della Commissione riguarda invece la definizione dell’approccio migliore per raggiungere livelli di investimento e competizione adeguata in quei mercati dove è ancora necessaria una regolazione ex ante specifica.

Le soluzioni più gettonate sono due: la cosiddetta ‘vacanza regolatoria’ – argomento molto dibattuto in Germania – e la separazione strutturale tra gestione delle reti e fornitura dei servizi.

 

La Reding, pur riconoscendo che alcuni incumbent si trovano sotto pressione a causa delle sfide economiche e degli sviluppi tecnologici come il VoIP, crede fermamente che la risposta a queste sfide risieda nella creazione di “modelli di business nuovi e più riusciti e, certamente, non nella protezione della competizione da parte dei regolatori”.

 

“Semplicemente – ha aggiunto la Reding – non condivido la tesi secondo cui gli investimenti possono avere luogo soltanto bloccando la regolamentazione dei monopoli. In particolare, nelle economie basate sulle reti, una efficace competizione non previene ma guida gli investimenti”.

Le regole della Ue, ha precisato il Commissario, non permettono ‘vacanze’, soprattutto per evitare la ri-monopolizzazione del mercato. “Ogni passo in quella direzione sarebbe un passo indietro e aprirebbe la strada a prezzi più alti e a meno scelta per i consumatori”.

 

La Reding ha quindi criticato le posizioni del governo tedesco in merito proprio alla ‘vacanza delle regole’ definendo inaccettabili le proposte di Berlino, che hanno creato incertezza e rischiano di rendere più difficili gli investimenti sul mercato tlc tedesco, soprattutto per i new entrant.

La Germania vorrebbe che i nuovi mercati siano regolamentati solo se si individuassero problemi di concorrenza nel lungo termine.

“Sono seriamente preoccupata sulla compatibilità dell’approccio unilaterale tedesco con le regole europee e se la proposta dovesse diventare legge costituirebbe un pericoloso precedente”, che diventerebbe immediatamente oggetto di una procedura d’infrazione.

 

Per quanto riguarda invece la separazione strutturale tra l’offerta di servizi e le infrastrutture, si tratta di un’opzione non contemplata tra i rimedi per il mercato telecom ma che, alla luce dell’esperienza britannica, “potrebbe rispondere a molti problemi di concorrenza”.

 

Gli incumbent – ha spiegato la Reding – hanno spesso richiesto un approccio regolatorio sul modello degli Usa, con lo break-up di AT&T nelle cosiddette “Baby Bells”.

 

La Reding crede invece in una “via europea alla separazione strutturale”, senza ricorrere a soluzioni radicali come quella messa in atto dai regolatori statunitensi negli anni ’80.

 

La Reding ha quindi illustrato i progressi raggiunti nel settore delle telecomunicazioni negli ultimi anni, grazie all’ingresso nel mercato di nuovi player che hanno investito in nuovi servizi e infrastrutture e hanno portato a un notevole abbassamento dei prezzi, scesi tra il 1996 e il 2002 di circa il 30%.

 

La ricerca di economie di scala e l’implementazione di strategie pan-europee e di investimenti transfrontalieri ha inoltre dato vita a una serie di fusioni e acquisizioni per circa 70 miliardi di euro nel 2005, i livelli più alti dal 2000.

Gli incumbent realizzano tra il 5 e il 27% dei profitti dalle attività al di fuori del loro mercato nazionale.

 

La lezione che si può trarre dalla liberalizzazione del mercato delle telecom – conclude la Reding – è che “la competizione è stata un key driver per gli investimenti e l’innovazione”.

Una lezione molto importante anche per altri mercati basati sulle reti, in particolare per quello dell’energia.

 

 

La industry italiana dell’ICT incontra il Ministro Paolo Gentiloni

 

Isimm e Key4biz promuovono per il pomeriggio del 4 luglio 2006 un incontro tra gli operatori più rappresentativi delle tlc, dei media e di internet ed il Ministro Gentiloni.

Sarà un’importante iniziativa di community in occasione della quale si porranno a confronto le criticità delle aziende e le priorità dell’azione di governo.

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