Internet per tutti: i ministri europei si impegnano per una società dell’informazione fondata sull’inclusione

di Alessandra Talarico |

Unione Europea


e-Inclusion

“Permettere a tutti gli europei di partecipare alla società dell’informazione su base egualitaria non è soltanto una necessità sociale, ma anche, sul piano economico, una formidabile opportunità per l’industria”, così Viviane Reding, Commissario europeo per i media e la società dell’informazione ha commentato l’approvazione, da parte dei ministri di 34 paesi europei di un’azione comune volta ad aiutare i cittadini a superare le loro difficoltà economiche, sociali, formative, geografiche o fisiche per mezzo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione.

 

La cosiddetta eInclusion – la partecipazione di tutti alla società dell’informazione – ha per obiettivo quello di dimezzare il numero di persone che non hanno accesso a internet, di assicurare l’accesso a banda larga ad almeno il 90% del territorio europeo e di rendere accessibili tutti i siti web pubblici da qui al 2010.

 

“Molti europei – ha continuato la Reding – non possono ancora beneficiare pienamente dei vantaggi delle tecnologie ICT e diversi milioni di persone rischiano di essere relegate ai margini. La messa in opera delle misure adottate a Riga costituirà per i paesi europei un grande passo verso la realizzazione di questo obiettivo”.

 

La dichiarazione ministeriale di Riga fissa diversi obiettivi specifici, tra cui: assicurare una penetrazione della banda larga pari ad almeno il 90% del territorio entro il 2010; dimezzare, sempre alla stessa data, il numero di persone che non hanno accesso a internet nei gruppi sociali a più alto rischio di esclusione (anziani, disabili, disoccupati).

 

Tra gli obiettivi della Ue, da qui al 2008, anche la messa in atto di azioni concrete nel campo della ‘alfabetizzazione‘ digitale al fine di dimezzare le disparità tra i gruppi a rischio di esclusione, nonché la formulazione di raccomandazioni sugli standard di accessibilità e su approcci comuni che potrebbero diventare obbligatori per i mercati pubblici da qui al 2010.

 

La Ue valuterà inoltre delle misure legislative nel campo dell’accessibilità e prenderà in considerazione le esigenze in materia nell’ambito della revisione del quadro regolamentare per le comunicazioni elettroniche che sarà presentato a fine giugno.

 

I ministri hanno ugualmente invitato la commissione a trattare prima della fine del 2006 le questioni dell’invecchiamento attivo e dell’autonomia nella società dell’informazione.

 

Tutto ciò partendo dal presupposto che più il ruolo dell’ICT nella società e nell’economia diventerà importante, più crescerà il suo impatto nella vita quotidiana.

 

A oggi, tuttavia, circa il 40% della popolazione europea è esclusa dalla rivoluzione digitale a causa degli alti costi, della carenza di infrastrutture e della mancanza di competenze e motivazione.

Sebbene il numero di utenti della banda larga sia cresciuto lo scorso anno del 60% – permettendo all’Europa di effettuare il sorpasso sugli Usa – il tasso di penetrazione della tecnologia è appena del 13% della popolazione, pari a circa un quarto delle famiglie, con significative discrepanze tra zone rurali e urbane.

 

A ciò è da aggiungere che nella Ue la percentuale di over 65 che utilizzano internet è ferma al 10%, mentre solo il 3% dei siti pubblici rispettano pienamente le norme minime di accessibilità: un vero problema per quel 15% di cittadini che soffrono di una qualche disabilità.

 

In parole povere, sono ancora tantissimi gli europei che non possono partecipare e contribuire a tutti gli effetti alla vita sociale ed economica della Ue ed è per questo essenziale rinforzare nei prossimi anni l’applicazione delle regole comunitarie in materia di telecomunicazioni per accrescere la concorrenza sul mercato interno e fare in modo che almeno una famiglia su due sia connessa in banda larga da qui al 2010.

 

Il Commissario Reding ha ugualmente sottolineato la necessità per le Autorità pubbliche a tutti i livelli, l’industria e gli utenti, “di lavorare insieme a un approccio coerente e sistematico per realizzare una società dell’informazione accessibile e fondata sull’inclusione”.

 

I mezzi per raggiungere questi ambiziosi obiettivi includono misure destinate a promuovere l’adozione delle best-practice raccomandate dagli utenti, l’offerta – da parte dell’industria – di una tecnologia accessibile, la ricerca innovativa nella Ue nell’ambito del 7° programma quadro, la messa a punto di piani nazionali sull’eInclusion e di accordi volontari tra le parti interessate, per assicurare ai cittadini una concorrenza efficace e servizi di migliore qualità.

 

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