Che fine ha fatto Galileo? La Ue fa il punto sullo stato dell’arte del sistema di radionavigazione satellitare

di Alessandra Talarico |

Unione Europea


galileo

Dopo il lancio di Giove A, primo satellite del sistema di radionavigazione europeo – futuro concorrente in abiti civili del GPS americano – si erano rincorse indiscrezioni circa una possibile impasse del programma che, con un investimento iniziale di 3,2 miliardi di euro e la promessa di oltre 150 mila posti di lavoro altamente qualificati, rappresenta il più grande progetto infrastrutturale europeo.

 

Per ridimensionare i rumors sulle difficoltà finanziarie incontrate da Galileo e sul presunto rallentamento della sua realizzazione, la Commissione europea ha appena adottato una comunicazione sullo stato dell’arte del programma, incluso un calendario aggiornato per la sua implementazione che sarà trasmesso al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale e al Comitato delle regioni.

 

“Galileo è perfettamente in linea con la strategia di crescita di Lisbona. È il più grande progetto industriale mai organizzato su scala europea, il primo esempio europeo di partnership pubblico-privato, la prima infrastruttura pubblica europea. Il progetto aumenterà l’occupazione ma anche l’innovazione, andando a incidere positivamente sulla vita dei cittadini”, ha puntualizzato il vicepresidente della Commissione Jacques Barrot.

 

Certo, gli accordi necessari per far partire Galileo sono stati molto più lunghi del previsto e quindi c’è da recuperare il tempo perduto ma, assicura la Ue “entro il 2010 i 30 satelliti della costellazione forniranno un’ottima copertura di tutto il globo terrestre, offrendo una precisione di posizionamento dell’ordine di un metro”.

 

Il progetto Galileo costituisce un’opportunità di grande rilievo per l’Europa soprattutto per le sue caratteristiche di infrastruttura globale e per l’importante componente internazionale del suo sviluppo: accordi di cooperazione sono già stati firmati con Cina, Israele, Stati Uniti, Ucraina, India, Marocco e Corea del Sud. Molti altri sono in preparazione.

 

Il sistema satellitare permetterà la fornitura di cinque servizi base: l’Open Service (OS), il cui principale utilizzo è nel settore della mobilità generale e di massa, il Commercial Service (CS) che avrà invece un forte impatto sulle applicazioni commerciali specializzate per diversi clienti e mercati, il Safety-of-Life Service (SoL) le cui applicazioni sono la navigazione aerea e marittima, il Search and Rescue (SAR) per il soccorso aereo e marittimo su scala globale ed infine il Public Regulated Service (PRS) il cui utilizzo principale è l’uso governativo da parte dei corpi di Polizia, Vigili del Fuoco, Difesa, etc.

L’accesso ai servizi PRS è ristretto per motivi di sicurezza e la Commissione sta elaborando una policy di accesso.

 

La portata di questi 5 servizi, ha spiegato ancora Bruxelles, “permetterà di rispondere ai bisogni di tutti i potenziali utenti in qualsiasi parte del mondo”.

 

Il progetto Galileo ha avuto inizio verso la fine degli anni novanta, ma è soltanto negli ultimi tre anni che il processo di realizzazione ha avuto un impulso decisivo e l’Italia ha assunto in esso un ruolo di primo piano: con Finmeccanica si è assicurata uno dei due centri di controllo (GCC), che sarà localizzato al Fucino e sarà responsabile del controllo di missione e di un “Centro di Perfomance”, mentre Alcatel-Alenia Space Italia sarà responsabile dell’integrazione e validazione dell’intero sistema.

 

La chiusura del contratto di concessione del sistema – assegnato a un consorzio nato dalla fusione di iNavSat e Eurely, i due principali raggruppamenti industriali in lizza per l’assegnazione e di cui fanno parte, oltre a Finmeccanica, EADS, Thales, Alcatel, Aena, Hispasat, Inmarsat e Teleop – è attesa per il 2007, in ritardo di circa un anno rispetto al previsto.

 

Non sembrano tuttavia essere stati risolti i problemi in merito alla presidenza della “Global Navigation Satellite System (GNSS) Supervisory Authority” che dovrà firmare tale contratto e non ha ancora un presidente. Ma, ha assicurato la Commissione, “la formazione dell’Autorità di sorveglianza sta avanzando rapidamente e ha al momento sede a Bruxelles”.

 

Parallelamente, la Commissione ha proposto e avviato le procedure per il trasferimento delle funzioni della “Galileo Joint Undertanking” (GJU), l’impresa comune costituita dall’ ESA e dalla Commissione Europea, all’Autorità di sorveglianza, per mettere fine alle sue attività entro la fine del 2006.

 

Niente indiscrezioni sul finanziamento del programma: “è ancora prematuro fornire cifre precise per quanto riguarda la parte di budget comunitario”, ha sottolineato la Ue, indicando che il montante preciso per l’intera durata della concessione – un periodo di 20 anni – “dipenderà dagli accordi di condivisione dei rischi che deriveranno dalle negoziazioni del contratto di concessione”.

 

La Commissione ha infine reso noto di essere al lavoro per preparare le future applicazioni di Galileo, sostenendo attivamente i lavori di Ricerca nel quadro dei Programmi europei di Ricerca e Sviluppo, e per promuovere l’uso della radionavigazione satellitare.

A questo scopo, entro la fine dell’anno sarà lanciato un Libro Verde sulle applicazioni di Galileo che andrà a integrare i diversi testi comunitari che già hanno introdotto l’utilizzo dei sistemi di geoposizionamento in diversi settori.

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