Meglio il cellulare di internet? Per gli adolescenti è il telefonino lo strumento di comunicazione per eccellenza

di Alessandra Talarico |

Italia


Telfonia Mobile

Il cellulare batte internet nelle preferenze di giovani e adolescenti che sempre più lo utilizzano per tenersi in contatto con amici e familiari – per cose urgenti o frivole – o per scambiare sms e foto, grazie ai servizi di nuova generazione.

È quanto emerge dall’indagine Mediappro commissionata dalla Ue a 9 istituti di ricerca per fare il punto sull’atteggiamento dei giovani europei verso i nuovi media.

 

Sul rapporto adolescenti-telefonino si è già detto di tutto di più, evidenziando soprattutto gli aspetti negativi di questa strettissima relazione: il cellulare inibirebbe lo sviluppo di una socialità sana favorendo comunicazioni ‘schermate’ e quindi poco impegnative; gli sms sarebbero la causa di un linguaggio sempre più sgrammaticato e delle lacune dei giovanissimi nella scrittura, e così via.

 

Tutte queste tesi, sicuramente valide e giustificate da una serie di studi condotti nel recente passato, non sembrano trovare posto nella ricerca Mediappro, presentata a Roma in anteprima mondiale da Pier Cesare Rivoltella, docente all’Università Cattolica di Milano e direttore scientifico del gruppo di studio italiano, in occasione della terza assemblea nazionale dei webmaster cattolici italiani (WeCa).

 

Piuttosto che essere un ostacolo alla ‘conoscenza’ sociale e grammaticale, il cellulare – ha spiegato Rivoltella – “incarna per i giovani un modo accessibile di presentarsi e comunicare, cambiando lo stile relazionale e creando nuove comunità linguistiche”.

 

Nel corso degli anni, emerge ancora dallo studio, il modo di concepire il cellulare è molto cambiato, grazie ai nuovi servizi e alle nuove opportunità di interazione sviluppate dalla telefonia mobile.

Non sembra tuttavia che gli adolescenti siano molto interessati alle possibilità integrazione tra più media e più linguaggi offerte dall’amatissimo gadget, preferendo di gran lunga la comunicazione vocale e i messaggini, “non oltrepassando così un certo modo tradizionale di considerare il telefono”, ha spiegato Rivoltella.

 

Sfatando quello che sembrava essere ormai un luogo comune, non sembra invece così roseo il rapporto tra i giovanissimi e il web: non siamo dunque di fronte a “una generazione guidata da internet”, dipendente da una connessione e da relazioni sociali esclusivamente virtuali.

 

Siamo piuttosto di fronte a una generazione “consapevole” della presenza e dell’importanza dei nuovi media, ma che non subisce un’influenza talmente totalizzante da stravolgere i canoni tradizionali della vita sociale.

 

Le attività preferite dagli adolescenti che navigano il web sono essenzialmente tre: “navigare attraverso i motori di ricerca per cercare informazioni, scaricare documenti, comunicare con la posta elettronica”.

Sicuramente più qualcuno avrà pensato bene di omettere il download di musica e le chat, perché pare strano che proprio nessuno degli adolescenti coinvolti abbia ammesso di scaricare musica o di frequentare chatroom.

 

Secondo lo studio, prevale piuttosto lo ‘spirito di ricerca‘ che – spiega ancora Rivoltella – parte dall’esigenza di soddisfare un bisogno o “dalla dinamica di esplorazione, che tende a occupare il tempo degli adolescenti in ottica ludica”.

 

Significativa, invece, la discrepanza tra giovani e adulti nella percezione della tecnologia che per i primi rappresenta quasi uno ‘spazio naturale’ a cui ci si adatta e con cui ci si confronta mentre per gli adulti diventa semplicemente uno strumento a cui ci si rivolge in caso di necessità.

Uno stacco percepito come un ostacolo soprattutto in ambito scolastico, dove molti insegnanti mantengono un atteggiamento piuttosto conservativo nei confronti della rete, determinando – secondo i sempre più tecnologici allievi – non solo un ostacolo nell’uso delle nuove tecnologie, ma anche una distorsione delle possibilità di “apprendimento, socializzazione e creazione della conoscenza” messe a disposizione da internet.

 

Mediappro è un progetto internazionale volto ad analizzare il modo in cui i giovani tra i 12 e i 18 anni si adattano ai nuovi media digitali.

Il progetto intende anche indirizzare insegnanti e genitori a sviluppare attività educative che guidino gli adolescenti a un uso consapevole e sicuro di internet e delle nuove tecnologie.

 

L’obiettivo finale di Mediappro è quindi quello di dare un contributo ‘all’educazione degli educatori’, per portare a una migliore comprensione dei meccanismi di appropriazione dei nuovi media nel complesso universo adolescenziale.