Nuova linea di comunicazione per una Ue più vicina ai cittadini. Adottato il Libro verde per la trasparenza

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Unione Europea


Commissione Ue

L’Unione europea cambia modo di rapportarsi con gli euro-cittadini, svecchiando le modalità di comunicazione e prediligendo un rapporto più diretto.

“Il pubblico ha il diritto di sapere“, è questo il messaggio chiave del Libro verde sull’iniziativa europea per la trasparenza adottato ieri, 16 maggio 2006, dalla Commissione europea. Le consultazioni pubbliche avviano un dibattito sul lobbismo, sull’introduzione di obblighi giuridici per gli Stati membri di pubblicazione delle informazioni sui beneficiari di fondi nell’ambito della gestione concorrente centralizzata, nonché sulle prassi di consultazione della Commissione.

 

Il presidente José Manuel Barroso ha dichiarato: “Discuteremo il futuro dell’Europa in giugno. Possiamo tuttavia già trarre una conclusione: abbiamo bisogno di maggiore trasparenza e maggiore responsabilizzazione nei confronti del pubblico se vogliamo salvaguardare la legittimità del processo decisionale europeo”.

Secondo il vicepresidente Siim Kallas, “Nello spendere i fondi UE per programmi e progetti sia all’interno che all’esterno dell’Unione, le istituzioni dell’UE devono rispondere ai contribuenti. Con la cooperazione degli Stati membri, possiamo migliorare il modo in cui illustriamo come vengono spesi i fondi comunitari. Anche il lobbismo è perfettamente legittimo. Man mano che il fenomeno si sviluppa, dobbiamo tuttavia garantire la chiarezza in merito a chi i gruppi di pressione rappresentino, quale sia la loro missione e come vengano finanziati. Mi auguro che tutti coloro che hanno a cuore l’UE esaminino le domande poste in questo Libro verde e comunichino le proprie opinioni entro la fine di agosto”.

 

Sono state espresse riserve in merito alle pratiche di lobbismo che si ritiene vadano al di là della legittima rappresentanza di interessi, come ad esempio informazioni distorte sul possibile impatto economico, sociale o ambientale di proposte legislative, campagne di comunicazione di massa pro o contro una determinata causa e possibili conflitti di interesse nel caso in cui vengano formulate proposte da parte di coloro che beneficiano del sostegno finanziario proveniente dal bilancio dell’UE. Nel contempo, taluni ritengono che vi sia un’influenza eccessiva da parte dei gruppi di interesse delle imprese sul processo decisionale dell’Unione europea.

 

La Commissione ritiene che l’attività di lobbismo sia una parte legittima del sistema democratico. Nel contempo, determinate norme devono applicarsi quando i gruppi d’interesse cercano di contribuire allo sviluppo politico dell’UE. In particolare, per il pubblico deve essere chiaro l’apporto che essi forniscono alle istituzioni europee, chi rappresentano, qual è la loro missione e come vengono finanziati. La Commissione propone dunque un sistema volontario di registrazione, gestito dalla stessa Commissione, con chiari incentivi alla registrazione da parte dei gruppi di interesse. Tale sistema consisterebbe di: un sistema volontario di registrazione accessibile sul web per tutti i gruppi di interesse che desiderano essere consultati sulle iniziative dell’UE;  un codice di condotta comune per tutti i gruppi di interesse, o almeno requisiti minimi comuni, che dovrebbero essere sviluppati dalla professione stessa; un sistema di controlli e sanzioni in caso di registrazione scorretta e/o di violazione del codice di condotta; sarebbe necessario istituire una nuova istanza di controllo esterno per verificare il rispetto di quanto previsto.

 

La Commissione europea vuole fornire un’informazione migliore sull’utilizzo dei fondi UE, in particolare spiegando meglio che cosa fa l’Europa in questo campo e qual è la loro importanza. La Commissione è responsabile dell’esecuzione del bilancio dell’UE e ne risponde ai contribuenti. I cittadini hanno aspettative crescenti e ritengono purtroppo di avere conoscenze relativamente limitate sull’Unione europea.

 

La Commissione già fornisce queste informazioni per le politiche finanziate dall’UE che gestisce direttamente a livello centrale. In futuro lo farà in maniera più accessibile per gli utenti. Un’ampia parte del bilancio dell’UE (75,7% del bilancio UE ovvero 86,6 miliardi di euro l’anno) è spesa tuttavia in collaborazione con gli Stati membri. Le informazioni sui beneficiari dei fondi comunitari sono attualmente detenute dai singoli Stati membri e le informazioni divulgate in materia sono lasciate alla loro discrezione. La misura in cui le informazioni sono rese pubbliche differisce in maniera significativa.

 

I cittadini spesso si rivolgono alla Commissione europea per avere informazioni sull’utilizzo del bilancio dell’UE, se queste informazioni non sono divulgate a livello regionale o nazionale. Tuttavia, il quadro giuridico esistente vieta esplicitamente alla Commissione di pubblicare informazioni sui beneficiari. Il Libro verde chiede dunque se sarebbe auspicabile introdurre, a livello comunitario, un obbligo per gli Stati membri di mettere a disposizione le informazioni sui beneficiari di fondi UE nell’ambito della gestione concorrente.

 

Nel dicembre 2002 la Commissione ha adottato una comunicazione sui requisiti minimi per la consultazione (COM(2002) 704), onde realizzare un quadro generale per la consultazione trasparente e coerente. I requisiti minimi sono in vigore dall’inizio del 2003. La Commissione richiede dunque il parere delle parti interessate sull’applicazione da parte della Commissione dei principi generali ed i requisiti minimi per la consultazione. (r.n.)

 

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