Nuove frontiere Tv: la Reding ai broadcaster, ‘Rivedete i modelli di business’ per fronteggiare la convergenza  

di Raffaella Natale |

Unione Europea


Viviane Reding - Commissario Ue per la Società dell’Informazione e i Media

Si è tornato a parlare del futuro del mercato televisivo europeo in occasione di un recente Summit organizzato a Bruxelles dall’Association for Commercial Television (ACT). Nell’occasione, il Commissario Ue per la Società dell’Informazione e Media, Viviane Reding, davanti a un pubblico composto dagli alti vertici dell’ACT, ha parlato delle intenzioni della Commissione europea volte a riformare il mercato audiovisivo e in particolare svecchiare la Direttiva Television without Frontiers.

 

Dopo diversi anni di consultazione, il 13 dicembre 2005 la Commissione ha adottato la proposta legislativa. Il discorso della Reding ha illustrato i passaggi e le esigenze che hanno portato all’adozione delle nuove disposizioni comunitarie che riguardano i servizi audiovisivi. Rivolgendosi alla platea il Commissario ha sottolineato che attraverso l’esperienza commerciale dell’ACT si intravede quanto dal 1989 a oggi è avvenuto nel mercato media.

 

Ciò include profondi mutamenti tecnologici, ma anche del mercato in genere, che vengono messi sotto la voce “convergenza”.

Con l’evoluzione nelle tecnologie di trasmissione dei contenuti televisivi, che comprendono anche le numerose piattaforme, come quelle della Mobile Tv, diventa più forte la necessità di un quadro normativo moderno che garantisca anche una sana concorrenza nel settore audiovisivo.

 

In altre parole, la Commissione intende creare un mercato unico per tutti i tipi di servizi televisivi, a prescindere dalla tecnologia usata per trasmettere o ricevere. Questo comune framework darà certezza legale ai nuovi fornitori di servizi audiovisivi sul mercato paneuropeo. La Reding, infatti, sottolinea l’impossibilità, per l’industria europea di settore, di lanciare nuovi servizi dovendo fare i conti con 25 o più differenti quadri normativi.

Da qui la necessità di regole più flessibili e liberali per la pubblicità in Tv – senza mutare il grado di tutela del consumatore; obblighi per tutti i servizi audiovisivi – inclusi servizi on-demand e non-lineari – da parte dei Paesi d’origine.

 

L’obiettivo della proposta Ue è di accertarsi che tutti i fornitori di servizi audiovisivi possano, all’interno del Paese di provenienza, trarre beneficio da un minimo di regole, applicate dagli Stati membri nell’ambito della loro giurisdizione.  

Il tutto, precisa la Reding, nel pieno rispetto delle esigenze nazionali, ma anche di altre problematiche, come la tutela dei minori e dei consumatori, elementi cruciali per ogni Stato membro.

Le nuove norme daranno un potere maggiore ai singoli Stati membri, che così potranno agire nei confronti di un service providers proveniente da un altro Paese Ue, che orienta le proprie attività su quel mercato per scopi fraudolenti.

La procedura proposta dalla Commissione prevede un iniziale tentativo di accordo amichevole, fallito il quale si passa alla notifica delle misure previste e infine alla decisione dell’esecutivo europeo. Più generalmente, la cooperazione bilaterale in questo campo deve essere presa in modo più serio da tutti i membri.

 

La proposta della Commissione introduce alcuni obblighi per tutti i servizi audiovisivi. Ciò significa che per la prima volta – a prescindere dal tipo di distribuzione dei contenuti (incluse le reti elettroniche) – questi servizi dovranno rispettare non solo un insieme di regole minime, armonizzate a livello europeo, riguardo la protezione dei minori e la dignità umana, ma anche alcune norme qualitative che riguardano la pubblicità. La proposta inoltre stabilisce un obbligo per i fornitori di servizi non-lineari di promuovere la produzione e l’accesso europeo.

Una seconda caratteristica della proposta Ue è di puntare a liberalizzare le norme sulla pubblicità televisiva e adattarle alle nuove esigenze. Verranno inoltre abolite un numero di limitazioni quantitative, rese più semplici e flessibili.

 

I broadcaster potranno scegliere il momento più adatto per inserire la pubblicità durante i programmi invece di essere costretti – come avviene adesso – a concedere un tempo di venti minuti fra ogni break.

In ogni caso, i film, i programmi per bambini e quelli di informazione continueranno a essere tutelati e potranno essere interrotti soltanto una volta ogni 35 minuti. La proposta inoltre riconferma il limite di 12 minuti per la pubblicità e fissa alcune limitazioni qualitative.

 

La Reding ha ricordato che nei precedenti confronti con gli Stati membri erano emerse alcune riluttanze nei confronti di nuove regole, ma anche la volontà, per altri versi, di introdurre altre norme e restrizioni.

Il Commissario ha voluto sottolineare la consapevolezza che la pubblicità riveste nell’ambito dei modelli di business delle emittenti private, specie nell’odierno mercato che muove verso la convergenza.

La concorrenza è più agguerrita, ha indicato la Reding, e oggi ancora di più le Tv commerciali hanno bisogno di un quadro normativo chiaro e flessibile.

 

La proposta della Commissione, basata su vaste consultazioni, intende creare una struttura regolatrice coerente in conformità con “i migliori principi regolatori”, semplificando gli aspetti fondamentali della normativa in vigore.

Allo stesso tempo, sono stati ripresi e salvaguardati alcuni aspetti fondamentali della Direttiva Television without Frontiers: tutela dei minori e della dignità umana, ma anche dei consumatori. E poi sostegno alla produzione europea e agli scambi di contenuti tra Paesi membri, riconoscendo che la pubblicità è la base finanziaria di un mercato audiovisivo free-to-air forte e pluralista.

 

La Reding si è detta convinta che il processo di modernizzazione della Direttiva stimolerà lo sviluppo dei servizi digitali radioTv in Europa. Ma, ha sottolineato, per realizzare una piena convergenza sarà necessario rimuovere gli ostacoli che impediscono la disponibilità e la distribuzione dei contenuti attraverso le reti Internet e altre piattaforme, come avviene con la Mobile Tv.

Questo include la liberazione dello spettro – così come un uso flessibile del dividendo digitale – le questioni inerenti i diritti di proprietà intellettuale (IPR) e accordi commerciali adatti alle nuove forme di distribuzione dei contenuti.

Sono convinta, ha detto la Reding, che l’Europa sarà un leader del mercato della Mobile Tv e questa avrà “una priorità alta tra i miei impegni per il prossimo anno”.

 

Il Commissario ha poi ricordato il proprio impegno per i Film Online Talks e per una Comunicazione sui contenuti online, che vedrà la luce per fine anno.

Si tratta di iniziative che fanno parte di una strategia che guiderà il mercato europeo dei contenuti e stimolerà la competitività delle aziende.

La battaglia sarà difficile, ha commentato la Reding, pensando all’agguerrita concorrenza che si faranno broadcaster, operatori Tlc, e Internet service providers. Ma, ha voluto ribadire il Commissario, i player non possono chiedere alle istituzioni d’essere protetti dalla concorrenza.

E infine, rivolta ai broadcaster la Reding ha dichiarato: “Spetta a voi ripensare i modelli di business davanti a un mercato che va verso la convergenza e avvantaggiarvi del vostro know-how per produrre contenuti audiovisivi altamente competitivi”.

 

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