Numero di emergenza 112: Landolfi autorizza la localizzazione del chiamante. Si parte da Salerno

di Alessandra Talarico |

Italia


Numero unico emergenza Ue

Sarà Salerno la prima città italiana in cui verrà fornito il servizio 112, il numero unico europeo di emergenza previsto dalle direttive comunitarie che permetterà di rendere più efficienti gli interventi di emergenza eliminando le attività non specifiche e focalizzando le strutture sulle loro competenze primarie.

Il ministro delle Comunicazioni Mario Landolfi ha infatti firmato il decreto che consentirà di individuare e localizzare il chiamante anche se anonimo e quindi di garantire in qualunque condizione interventi rapidi ed efficaci.

 

“Il numero di emergenza uguale in tutta Europa rappresenta un significativo passo in avanti nel processo di integrazione tra gli Stati dell’Ue anche sotto il profilo dei servizi ai cittadini” ha dichiarato il ministro Landolfi.

 

La sperimentazione, che inizierà dunque dalla provincia di Salerno, dovrebbe essere allargata alle province di Palermo e Catanzaro, compatibilmente con i risultati di questa prima fase.

 

Proprio il mese scorso, Bruxelles aveva avviato una serie di procedure d’infrazione contro 11 Stati membri, tra cui l’Italia, che non rispettavano i dettami europei in fatto di localizzazione del chiamante.

 

“Si tratta di un servizio molto importante per i cittadini dell’Unione”, aveva spiegato Viviane Reding, commissario Ue per la Società dell’Informazione e i Media al momento della messa in mora dell’Italia, sottolineando come “la possibilità di localizzare chi effettua le chiamate d’emergenza permette di salvare delle vite”.

 

La localizzazione del chiamante è infatti un elemento di non poco conto, poiché attraverso le tecnologie di localizzazione, gli operatori del 112 sono messi in grado di ricevere immediatamente le informazioni relative al chiamante (localizzazione comune, via e numero civico nel caso di telefoni fissi) e l’esatta ubicazione sul territorio per i telefoni mobili con un’approssimazione che varia dai 10 metri dei centri urbani, ai 200 metri delle aree rurali o poco abitate.

 

Il sistema permette inoltre di capire se associato a più chiamate al 112 sia un singolo evento (incidente stradale), o se siano più incidenti che quindi richiedano più mezzi di soccorso, nonché di individuare l’esatta posizione dell’evento qualora il chiamante non abbia la possibilità di fermarsi, attraverso la traiettoria seguita dalla localizzazione del chiamante.

 

Nel caso poi il chiamante non sappia dove esattamente si trovi o non sia nelle condizioni di fornire informazioni (stato di semincoscenza, dispersi) il servizio di localizzazione permette di inviare comunque i soccorsi.

 

L’Italia deve però decidere se moltiplicare gli investimenti affinché tutte le attuali centrali operative possano utilizzare le informazioni di localizzazione del chiamante rese disponibili dagli operatori telecom, o se più correttamente, accelerare le procedure e gli investimenti per la creazione delle nuove centrali uniche del 112, evitando così di doversi presentare alla Corte di Giustizia Europea e conseguentemente essere condannata a pagare una salatissima multa.

 

Il numero 112 era dal 1981 il numero per contattare le centrali operative dei Carabinieri, mentre storicamente il numero 113, collegato alle centrali operative della Polizia di Stato, attivato nel 1968, era conosciuto come il numero per il “soccorso pubblico d’emergenza”, al quale ci si rivolgeva per qualsiasi emergenza.

 

Con l’istituzione nel 1991 del Numero Unico Europeo 112 per le Emergenze (91/396/CEE), le chiamate al 112 sono state instradate direttamente alle centrali operative dei Carabinieri che poi smistano le eventuali chiamate per gli altri servizi, alle altre Centrali Operative del soccorso o, in alcuni casi chiedono di richiamare l’esatto numero corrispondente all’emergenza per la quale l’utente chiama.

 

Il Presidente del Consiglio dei Ministri con proprio decreto (DPCM 4 agosto 2003) ha da tempo avviato la fase propedeutica all’attivazione sul territorio nazionale di questo servizio costituendo un gruppo di lavoro per l’avvio della sperimentazione.

 

Il 15 marzo 2005 il Gruppo di lavoro ha approvato lo studio di fattibilità del progetto.

 

Con DPCM del 30 giugno 2005, è stata inoltre istituita, presso il Dipartimento per l’Innovazione e le Tecnologie, una specifica struttura di missione, denominata “Unità tecnico-operativa per l’istituzione del Numero Unico Europeo di Emergenza“, allo scopo di coordinare tutte le attività necessarie all’attuazione del progetto.

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