Convergenza fisso-mobile: Telecom Italia avvia i primi test con Nokia. La fusione con Tim premiata dal mercato

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All’indomani dell’approvazione del processo di integrazione tra Telecom Italia e Tim, che mira ad assicurare al Gruppo la semplificazione della struttura proprietaria e l’ottimizzazione della struttura patrimoniale e finanziaria della società risultante dalla fusione, Telecom Italia prosegue le sue collaborazioni per la creazione di opportunità di convergenza tra servizi di rete mobile e fissa.

 

Le due società, nel quadro di un protocollo di intesa firmato nel giugno del 2004, hanno già avviato la fase sperimentale di un progetto di convergenza dei servizi, con le prime realizzazioni e l’implementazione di alcuni fattori chiave, quali i terminali multiradio e l’infrastruttura Nokia IP Multimedia Subsystem (IMS).

Nel progetto di cooperazione viene utilizzato il Nokia 9500 Communicator, che sfrutta le tecnologie di accesso GSM/EDGE e WLAN.

 

Un obiettivo essenziale del progetto è costituito dallo sviluppo del protocollo VoIP e di altri servizi, quali il video sharing e il push-to-talk, disponibili sia tramite reti mobili che fisse.

La convergenza di tali servizi, nonché l’aumento dell’efficienza nell’architettura di rete, creerà nuove e significative opportunità per le società di telecomunicazioni che operano su reti sia mobili che fisse.

 

La fase sperimentale del progetto verrà completata durante il primo trimestre del 2005 e sarà seguita nel corso dell’anno dallo sviluppo commerciale da parte di Telecom Italia di soluzioni e servizi specifici per il mercato italiano.

 

Grazie a questa convergenza sarà possibile realizzare una nuova fase per il settore, offrendo un nuovo livello di comunicazioni che consentirà a chi è in movimento, in ufficio o a casa, di sfruttare una vasta gamma di servizi integrati.

 

L’infrastruttura di rete centrale Nokia IP Multimedia Subsystem rende possibile il video sharing e altri servizi multimediali avanzati. Nokia è pronta a implementare tali soluzioni multimediali end-to-end con interfacce aperte in collaborazione con operatori e service provider.

 

Ieri, intanto, Telecom Italia ha reso noti i dettagli relativi all’integrazione con la filiale mobile Tim, che prevede innanzitutto un¿OPA volontaria parziale da parte di Telecom Italia sui due terzi del flottante delle azioni ordinarie, e totalitaria sulle 132.069.163 azioni di risparmio Tim.

La fusione per incorporazione in Telecom Italia di Tim avverrà previo scorporo verso una controllata al 100% di Tim del ramo d’azienda relativo al business della telefonia mobile nazionale (le partecipazioni di Tim in società estere sono già concentrate in Tim International, controllata in via totalitaria da Tim).

 

Tale fusione avverrà a valle della distribuzione dei dividendi che si prevedono almeno in linea con l’anno precedente, mentre l’avvio formale del procedimento avrà luogo una volta completata con successo l’OPA che partirà all’inizio di gennaio 2005 con chiusura del periodo di offerta e annuncio del risultato entro lo stesso mese di gennaio e pagamento entro il 5° giorno lavorativo successivo al termine del periodo di adesione.

Le assemblee per l’approvazione della fusione sono convocate per marzo, mentre il complemento del processo di fusione dovrebbe avvenire in tempo utile per un¿efficacia dell’integrazione a partire dal secondo semestre 2005.

 

Per la definizione dei termini del riassetto, i Consigli di Amministrazione delle due società si sono avvalsi del supporto di advisor finanziari: le banche d’affari JPMorgan, MCC e Mediobanca quali Lead Advisor per Telecom Italia; le banche d’affari Lazard quale Sole Lead Advisor e Credit Suisse First Boston per Tim.

l’integrazione, spiega il gruppo in una nota, ¿soddisfa le esigenze di natura strategica e industriale suggerite dall’integrazione tra le piattaforme che governano le attività di telefonia fissa e quelle di telefonia mobile¿, ma vuole anche andare incontro alle esigenze della clientela, sempre più orientata verso l’uso delle nuove tecnologie senza soluzione di continuità, indipendentemente dal contesto in cui si trova.

Le innovazioni tecnologiche, guidate dall’accelerazione delle offerte per la banda larga per il fisso e di Edge/UMTS per il mobile, riducono infatti le barriere tra le diverse reti e ampliano gli ambiti di complementarietà tra le offerte di servizi di telecomunicazioni e quelle di settori contigui, informatica, media ed elettronica di consumo.

 

I maggiori costruttori di apparati e di terminali di telecomunicazione hanno infatti indirizzato i propri investimenti tecnologici al fine di soddisfare i nuovi bisogni del cliente rendendo disponibili negli ultimi mesi al mercato i risultati della propria innovazione: la rete telefonica sta rapidamente evolvendo in ¿rete multimediale¿ grazie alla diffusione del protocollo IP e all’adozione di piattaforme multiservizio, omogenee al mondo fisso ed al mobile, mentre i nuovi terminali soddisfano più funzioni e consentono l’accesso ai servizi fissi e mobili.

 

l’evoluzione del quadro di mercato e il presidio della creazione di valore per i soci del Gruppo ¿ continua la nota ¿ ¿richiedono anche un adeguamento dei modelli di business e della strategia organizzativa, al quale è funzionale appunto l’incorporazione in Telecom Italia di Tim¿.

Per cogliere appieno – in un momento di forte discontinuità tecnologica ¿ i benefici che l’integrazione delle piattaforme e dei servizi rende disponibili, è dunque opportuno un intervento a livello di struttura societaria che garantisca un governo unitario dei processi di business che una situazione di controllo parziale del capitale non consente.

 

Questo permetterà di disporre di strumenti rispondenti al bisogno di integrazione espresso dal cliente, valorizzare gli elementi di complementarietà dei servizi offerti per promuovere i consumi e contestualmente cogliere ogni beneficio derivante dalle sinergie trasversali tra le diverse aree di business.

 

l’offerta pubblica di acquisto Il corrispettivo dell’offerta è pari a euro 5,6 per azione ordinaria e a euro 5,6 per azione di risparmio, con un premio, rispetto alle quotazioni di venerdì 3 dicembre 2004 di circa l’8% per le azioni ordinarie e di circa il 4% per le azioni di risparmio. Rispetto alla quotazione del 3 novembre 2004, il premio è pari a circa il 19% per le azioni ordinarie e a circa il 21% per quelle di risparmio.

 

l’esborso derivante dall’acquisto delle azioni portate in adesione all’OPA, ammontante a 14,5 miliardi di euro, sarà sostenuto attraverso il ricorso a un finanziamento per un massimo di euro 12 miliardi, concesso da un pool di istituzioni finanziarie in cui JPMorgan agirà come Global Coordinator, Banca Intesa, MCC, Mediobanca e Unicredito Italiano come Mandated Lead Arranger. Per il residuo ammontare, pari a euro 2,5 miliardi, Telecom Italia utilizzerà proprie disponibilità liquide, che al 30 novembre 2004, ammontavano a 7,5 miliardi di euro, con proiezione a fine anno intorno agli 8,8 miliardi di euro.

 

In caso di pieno successo dell’OPA, l’indebitamento netto consolidato del Gruppo si porterebbe dunque a un livello complessivo di poco superiore a 44 miliardi di euro, che si reputa compatibile con la struttura finanziaria di Telecom Italia all’esito della fusione, avuto riguardo al miglioramento dei flussi di cassa attesi, all’accresciuta dimensione patrimoniale e alla maggiore capitalizzazione di mercato.

 

Nonostante l’incremento del livello di indebitamento si escludono riduzioni del rating della Società a valle della fusione (attualmente Baa2 per Moody¿s , BBB+ per Standard&Poor¿s, A- per Fitch).

 

In Borsa, intanto, la seduta di stamani ha registrato un avvio stabile per i titoli della scuderia Tronchetti Provera. Telecom appare invariata a 3,04 euro, Tim cede lo 0,15% a 5,46. Le Tim risparmio lasciano sul campo lo 0,53% a 5,63 euro, sempre al di sopra, comunque, del valore stabilito dall’Opa a 5,60 euro.

 

 

Alessandra Talarico