Sandro Frova (Bocconi): chi ha detto che la regolazione è incompatibile con investimenti ed innovazione?

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Italia



Proseguiamo la pubblicazione degli interventi al Seminario: “Rethinking the european ICT Agenda” tenutosi a Roma il 27 settembre 2004, organizzato da Puntoit e Key4biz.

di Sandro Frova
Professore ordinario di Finanza Aziendale

Universit&#224 Bocconi – Milano

Alcune premesse

Vorrei focalizzare il mio intervento sul rischio di un eccessivo entusiasmo sull¿idea della ¿rimozione delle barriere regolatorie¿ nelle TLC, un argomento che ¿ a tutta evidenza ¿ va affrontato con grande cautela.

E¿ ben vero che siamo ormai in un contesto di ¿new framework¿, che prefigura un allentamento della regolazione da un lato, ed un rinvio pi&#249 netto all¿antitrust dall¿altro; ed &#232 poi ovvio che l¿ICT sia ¿motore¿ dello sviluppo e che investimenti e innovazione rimangono un obiettivo prioritario per la competitivit&#224 del sistema.

Tuttavia osservo che, rispetto al documento originale predisposto da PWC per la presidenza olandese, la traduzione adottata per questa terza sessione del workshop inserisce l¿idea della rimozione delle barriere anche regolatorie, associandola direttamente allo sviluppo degli investimenti e delle reti di nuova generazione.

Il documento europeo pare invece pi&#249 morbido, parlando ad esempio di riduzione dei costi della regolazione, o di Agenzia Europea di Regolazione. Infine ricordo che i temi su cui mi soffermer&#242 sono sempre stati (e probabilmente sempre saranno) centrali nel dibattito economico (basta andare allo scontro fra le scuole di Chicago ed Harvard in tema di efficienza vs concorrenza): fanno parte di una comprensibilissima dinamica di interessi contrapposti o comunque non convergenti.

Handle with care

Cosa si vuole rimuovere, in quali contesti, perch&#233?

Occorre cautela, se non altro per il fatto che una presa di posizione eccessivamente generica ed ¿integralista¿ porterebbe con s&#233 il rischio o di non essere accolta del tutto, ovvero ¿ all¿opposto ¿di farci passare da una regolazione spesso farraginosa al ¿far west¿; situazione quest¿ultima non compatibile ¿ come dir&#242 fra poco ¿ con l¿esistenza di barriere alla concorrenza in alcune aree del sistema TLC.

In generale, distinguerei fra problemi di regolazione ¿concorrenziale¿ e problemi di regolazione ¿amministrativa¿; distinzione poco scientifica, di cui mi scuso sin d¿ora con i giuristi, ma forse efficace ai fini del ragionamento.


Regolazione ¿concorrenziale¿

Qui mi pare che sia indispensabile ricordare come, nell¿ambito delle TLC, la questione della network competition rimanga al momento centrale.

Dove c¿&#232, la concorrenza effettiva fra reti giustifica ampiamente una minor presa regolatoria: &#232 questo, indubitabilmente, il caso delle TLC mobili.

La mancanza di concorrenza fra reti, di cui il quasi monopolio dell¿accesso &#232 la cartina di tornasole, deve al contrario rendere pi&#249 cauti: altrettanto indubitabilmente, questo &#232 il caso delle TLC fisse.

Le domande da porsi, allora, sono: un eventuale drastico taglio della regolazione &#232 compatibile con il dominio dell¿accesso esercitato da una impresa?

L¿innovazione &#232 nella rete, o corre sulla rete?

E ancora, l¿innovazione depotenzier&#224 il monopolio dell¿accesso come lo conosciamo oggi?

La mia sensazione &#232 che nella fase attuale l¿accesso rimanga nelle TLC fisse un serio ostacolo alla concorrenza, e che dunque anche solo pensare di alleggerire il controllo regolatorio sia pericoloso; a meno di pensare a soluzioni ¿alternative alla regolazione- di separazione.


Regolazione ¿amministrativa¿

Questo, invece, &#232 chiaramente un campo in cui la regolazione pu&#242 e deve essere alleggerita al massimo. Esempi: inquinamento ambientale (scavi, antenne,¿); inquinamento elettromagnetico (ritardi nei permessi, costi, ecc); comunicazione preventiva delle strategie commerciali; eccetera.

Suggerimenti

In sintesi, non bisogna fare di ogni erba un fascio. Sul fatto che la regolazione ¿amministrativa¿ debba essere quanto pi&#249 alleggerita, non vi sono dubbi. Quanto alla categoria che ho chiamato di regolazione ¿concorrenziale¿, mi pare che i sacrosanti obiettivi dell¿innovazione e degli investimenti non possano prescindere dall¿obiettivo della concorrenza.

Finora ho parlato di temi tipici di ¿concorrenza e regolazione¿; prima di chiudere, peraltro, mi viene spontanea una provocazione: le imprese maggiori, i cui bilanci mostrano livelli di redditivit&#224 ¿apprezzabili¿, sono cos&#236 certe di voler la rimozione delle ¿barriere regolatorie¿? La storia (degli interventi ¿pubblici¿ esterni, di imperio, nelle scelte aziendali) insegna che, nel medio/lungo termine, sono proprio loro a guadagnarci. Dovrebbero invece essere proprio i ¿pi&#249 deboli¿ a battersi esplicitamente per una regolazione efficace nel breve, e ¿rimossa¿ nel medio/lungo, proprio perch&#233 la rimozione dovrebbe essere la conseguenza dell¿efficacia, e dunque del risultato effettivamente positivo in termini di concorrenza.

Per concludere

Ognuno di noi &#232 tranquillamente in grado di osservare dove, nelle TLC italiane, vi &#232 concorrenza, e dove invece essa &#232 carente; cos&#236 come &#232 sin troppo facile osservare che la presenza di regolazione non ha affatto impedito alle TLC mobili di investire (e quanto!) e di innovare.

Pi&#249 che per la ¿rimozione¿ delle barriere regolatorie, allora, occorrerebbe battersi per una regolazione da un lato leggera (al resto pensi l¿Autorit&#224 antitrust ¿), dall¿altro veloce ed efficace.

&#169 2004 Key4biz.it

Per ulteriori approfondimenti, leggi:

Roberto Schisano: ICT e Piccole e Medie imprese: una dorsale di nuovo sviluppo per il Sistema-Paese

Luigi De Vecchis: Rilanciare l¿agenda di Lisbona e ripensare il ruolo europeo delle ICT

Corrado Sciolla: Rilanciare la liberalizzazione: dare mercato ai nuovi servizi e incentivi alle reti, stimolare la domanda

Oscar Cicchetti: Any content, any time, anywhere, any platform. Il futuro pi&#249 promettente? Applicazioni e contenuti sul mobile

Lorenzo Cesa alla Reding: Tlc, serve una politica per favorire gli investimenti

Rethinking the european ICT Agenda: Si apre anche in Italia il dibattito sul futuro dell¿ICT europeo

Il Commissario europeo Viviane Reding: innovazione, inclusione e creativit&#224 per costruire la Societ&#224 dell¿Informazione

Rethinking the European ICT Agenda: il Rapporto della Presidenza olandese della UE( di PriceWaterhouseCooper)

Microsoft White Paper: Supporting the Lisbon 2010 goals – Autumn 2004

Documenti Ue sullo sviluppo dell”Ict europeo