Telco vs OTT

Whatsapp, Skype & Co. costano alle telco 14 miliardi di dollari

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Secondo un nuovo rapporto Juniper Research, in alcuni mercati – inclusa Italia, Spagna e Regno Unito – i ricavi degli operatori mobili sono crollati a meno del 60% del loro valore di 5 anni fa.

Che i servizi di instant messaging siano una spina nel fianco delle telco, questo non è un mistero: vedere nero su bianco quanto questi servizi ‘costino’ in termini di mancati ricavi, rende però l’idea del danno economico che cagionano agli operatori. Secondo un nuovo rapporto di Juniper Research i vari WhatsApp, Facebook e Skype costeranno agli operatori di rete 14 miliardi di dollari quest’anno, una cifra cresciuta del 26% rispetto al 2013.

Secondo il rapporto, in alcuni mercati – inclusa Italia, Spagna e Regno Unito – i ricavi degli operatori mobili sono crollati a meno del 60% del loro valore di 5 anni fa. Responsabile di questo tracollo, il mix di instant messaging (Whatsapp), VoIP (Skype) e social media (Facebook) che ha preso quota nelle abitudini di comunicazione degli utenti e che è responsabile non solo dei mancati ricavi ma anche dei costi aggiuntivi dovuti al traffico che essi generano.
Il rapporto identifica tuttavia anche tutta una serie di nuovi canali di reddito col potenziale di generare complessivamente qualcosa come 66 miliardi di dollari nei prossimi 5 anni e d compensare, quindi, il declino dei ricavi dei servizi tradizionali.
Nuovi guadagni proverranno ad esempio da aree quali i servizi M2M (Machine to Machine) e mobile money se gli operatori “si concentreranno sull’offerta di servizi più che sulla semplice connettività”, ha spiegato Windsor Holden di Juniper Research.

Senza contare che anche gli sms non godranno certo di ottima salute come qualche lustro fa, ma no sono ancora pronti per la pensione visto che restano comunque molto usati per comunicazioni di marketing dalle aziende ai clienti, o di servizio (come quando le banche ci notificano una transazione) e anche dalla amministrazioni pubbliche e, secondo un recente studio, restano la forma di comunicazione più efficace perché tutti li leggono (a differenza, ad esempio, delle email) e la maggior parte entro tre minuti dalla ricezione.