Ultrabroadband

SosTech. Banda ultralarga su rame: G.fast alla prova interoperabilità

di Andrea Galassi |

Il Broadband Forum ha organizzato il primo evento per testare l’interoperabilità di CPE (Customer Premises Equipment) e DPU (Distribution Point Unit) con lo standard G.fast

Rubrica settimanale #SosTech, frutto della collaborazione tra Key4biz e SosTariffe.

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Lo standard G.fast, approvato da ITU (International Telecommunication Union) nel dicembre del 2014, è la naturale evoluzione della tecnologia VDSL2 (Enhanced Very High-Speed Digital Subscriber) e, in abbinamento al vectoring e su brevi distanze, consente di fornire servizi di accesso a Internet da postazione fissa su rame con velocità superiori a 1 Gbps.

Per confrontare tutte le soluzioni di mercato per accedere a Internet da postazione fissa – si ricorda – è possibile affidarsi ai servizi di comparazione delle offerte ADSL e delle offerte Fibra Ottica curati dagli esperti di SosTariffe.it.

G.fast può costituire una soluzione in grado di fungere da complemento delle reti dispiegate in fibra ottica per rispondere alla domanda di banda larga e banda ultra larga, sostengono gli esperti dei Bell Labs di Alcatel-Lucent.

Ricorrere a G.fast significa non dover realizzare nuovi lavori civili nelle strade o nelle proprietà private per posare nuova fibra ottica. Nelle architetture FTTH (Fiber-to-the-Home) “una parte significativa dei costi di connessione per abbonato è relativa agli ultimi metri tra l’armadio di rete stradale più vicino e la casa dell’utente”, evidenzia infatti Alcatel-Lucent.

Per fornire servizi di accesso a Internet a banda ultralarga su rame, è opportuno abbinare allo standard G.fast la tecnologia vectoring.

 

“In molti casi applicativi reali, quali FTTB (Fiber-to-the-Building), le linee in rame che servono case vicine sono raggruppate in un medesimo cavo; questo produce un “rumore” tra le linee o “crosstalk” (diafonia), che a sua volta riduce significativamente la velocità di trasmissione dei dati”, scrivono gli esperti dei Bell Labs.

Abbinare il vectoring al G.fast permette di annullare il crosstalk e stabilizzare la qualità di trasmissione.

Prima di poter essere impiegato su vasta scala, lo standard G.fast deve essere sottoposto a prove di interoperabilità con i CPE (Customer Premises Equipment) e con i DPU (Distribution Point Union). Questi ultimi devono infatti ottenere la certificazione necessaria per poter essere utilizzati in abbinamento al G.fast, spiegano i membri del Broadband Forum.

I DPU, in ambito di G.fast, corrispondono ai DSLAM (Digital Subscriber Line Access Multiplexer), gli apparati elettronici di trasmissione di rete impiegati nelle soluzioni di accesso xDSL. I CPE, invece, sono i dispositivi elettronici utilizzati come terminali lato utente.

Un primo plugfest G.fast è andato in scena nei giorni scorsi presso UNH-IOL (University of New Hampshire InterOperability Laboratory), organizzato proprio dal Broadband Forum. Con il termine plugfest si indica un evento durante il quale i dispositivi sono testati per l’interoperabilità con i nuovi standard.

Al plugfest G.fast hanno partecipato ADTRAN, Alcatel-Lucent, ARRIS, AVM, Broadcom, Calix, Huawei, Ikanos, JDSU, Lantiq, Metanoia, Realtek Semiconductor e Sckipio, e hanno collaborato Sparnex Instruments e Telebyte. Il prossimo evento è in programma per luglio.

Fonti e risorse:

Alcatel-Lucent e Telekom Austria hanno condotto il primo test mondiale di una nuova tecnologia che moltiplica la banda larga sulla rete in rame

 

Faster time to market for Ultra-Fast Broadband as Broadband Forum completes industry’s first slugfest for G.fast DPU and CPE equipment