Le prossime tappe

Vivendi guarda già a Sky e Mediaset

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La media company francese sale in Telecom Italia e già svela parte dei propri piani per il mercato media: nel mirino Sky e Mediaset.

La media company francese Vivendi sale al 14,9% di Telecom Italia, diventando l’azionista di riferimento dell’operatore tlc con la possibilità di poter rastrellare altre piccole quote per avere un posto ancora più forte nel board dell’incumbent.

Mai dire mai”, ha detto senza mezzi termini il Ceo del gruppo, Arnaud de Puyfontaine.

Già si parla di convergenza tra media e tlc come argomento centrale della nuova strategia tutta francese. Gli occhi restano quindi puntati su Sky e Mediaset Premium per le quali Vivendi ha già manifestato interesse.

Parola chiave, il quad play.

Oggi comincia quindi ufficialmente l’era di Vincent Bolloré. Il presidente di Vivendi porterà la propria expertise, il proprio fiuto per gli affari, in Telecom Italia dove ha intenzione di ‘rimanere a lungo’ come ama ripetere negli ultimi tempi.

Nei prossimi giorni i vertici di Vivendi saranno a Milano e a Roma per incontrare il management di Telecom Italia e non si esclude che in agenda ci sia ancora un appuntamento con il premier Matteo Renzi. Lo ha annunciato Puyfontaine, che “non vede l’ora” di conoscere il Presidente del Consiglio, ma anche “gli altri attori della politica e dell’industria”.

 

Senza BUL impossibile il quad play

Tanti gli argomenti caldi sul tavolo, a partire dal Piano nazionale per la banda ultralarga, che sta al momento procedendo al ralenti, impantanato da una serie di pastoie e da altre urgenze parlamentari, ma che viene già considerato dai francesi argomento di primario interesse, perché se la parola chiave resta la convergenza tra media e tlc, concretizzata nei servizi quad play, senza una rete forte e veloce è difficile, molto difficile, poter trasportare i contenuti nelle case di tutti gli italiani.

“Affronterò il tema in Italia con gli addetti ai lavori, e ne discuterò a fondo con il management di Telecom Italia”, ha sottolineato Puyfontaine che però preferisce evitare di prendere una “posizione ufficiale” sul Piano BUL in quanto, ha spiegato, “ogni Paese ha la sua logica. Posso solo dire però che Italia e Grecia sono gli unici due Paesi europei senza cable network“.

Nessuna concorrenza sul cavo quindi.

“Viviamo in un mondo – ha proseguito – in cui c’è bisogno di capacità, copertura, penetrazione: l’infrastruttura è un tema fondamentale. Le dichiarazioni del primo ministro Renzi sono molto importanti”.

Vivendi: ‘Sky ci interessa’

Ma in questo processo di convergenza, chi sarà tirato dentro?

Intanto Vivendi ha già un potente provider di contenuti, la sua pay tv Canal+ leader sul mercato francese.

Ma non solo. La società conta anche di ritagliare un spazio nella penisola per i contenuti della potente major Universal Music Group.

L’idea sarebbe quella di studiare come sviluppare contenuti d’appeal per i servizi quad play per rendere fruibili in modo efficiente video e musica.

Non a caso continuano ad alimentarsi le indiscrezioni sul prossimo lancio di Vivendi di un servizio on-demand su scala internazionale che andrebbe in diretta competizione con Netflix che si prepara ad arrivare a ottobre in Italia.

E poi?

Resta ancora aperta l’opzione di un accordo con Sky. A riguardo Puyfontaine ha precisato: “Non dirò mai che non ci interessa, ma non c’è stato un approccio formale. Telecom Italia ha firmato un accordo di distribuzione non esclusivo“.

Secondo quanto riporta la stampa britannica, pare che la famiglia Murdoch abbia già respinto un’offerta di Vivendi per la partecipazione del 39% di Fox in BSkyB, che a sua volta controlla Sky Europe, colosso paneuropeo della televisione a pagamento con 20 milioni di abbonati in Regno Unito, Irlanda, Italia, Germania e Austria.

Stando al Sunday Telegraph, Bolloré ha avviato nei mesi scorsi trattative informali con i Murdoch.

L’ostacolo però sarebbe il prezzo.

La famiglia del tycoon chiederebbe 18 sterline per azione, vale a dire un premio di oltre il 70%.

Una cifra che, sempre secondo il Sunday Telegraph, avrebbe fatto arenare lo scorso anno anche i colloqui tra Murdoch e Vodafone.

Secondo alcuni analisti, il fatto che si parli di prezzo lascerebbe intuire che i Murdoch sarebbe comunque favorevoli a una cessione delle loro azioni in Sky.

Mediaset Premium, al momento non è sul tavolo

E sempre nell’ambito del piano per la convergenza e il quad play, resta sempre Mediaset Premium, alla quale i francesi guardano con interesse dallo scorso anno, quando chiesero, come Al Jazeera, di guardare i conti della pay tv del Biscione.

In merito a un’intesa con Mediaset, Puyfontaine ha dichiarato: “Sono un manager aperto e molto pragmatico, ma per ora la questione non è sul tavolo”.

Sulla possibilità di stringere accordi con il Biscione, a inizio mese Bolloré ha commentato: “Amo l’Italia, ma non sono il solo a votare e la metà del consiglio di sorveglianza non crede sia una buona idea“.

Ma come dire, il dado è tratto e niente può essere ormai escluso a priori. Il finanziare bretone non hai mai scartato qualsiasi ipotesi riguardasse l’Italia. Il proprio status di primo azionista di Telecom Italia e i suoi rapporti privilegiati con Silvio Berlusconi, agevolati dal finanziare franco-tunisino Tarak Ben Ammar, amico di entrambi, lo hanno reso oggi un potenziale player di peso nella riorganizzazione del mercato italiano dell’audiovisivo.

C’è anche da considerare che Telecom Italia vorrebbe siglare con Mediaset Premium un accordo simile a quello chiuso con Sky.

L’operatore tlc si sta posizionando per diventare progressivamente un partner indispensabile per il mercato televisivo italiano cosa che potrebbe aumentare il potere contrattuale di Vivendi per il suo sviluppo nei media in Italia.

Altro aspetto è che, al di là di quello che possa dire Bolloré, da tempo si rincorrono le voci di un suo interesse per la società della famiglia Berlusconi. L’ultimo incontro risale al maggio scorso.

Bolloré, ricordiamolo, è anche presente in Mediobanca con una quota del 7% ed è ben inserito nella finanzia italiana.

Vivendi vuole comprare Mediaset Premium attraverso Telecom?

Secondo una fonte, “comprare tutta o una parte di Mediaset Premium attraverso Telecom Italia sarebbe più accettabile da parte delle istituzioni locali che farlo attraverso un gruppo francese come Vivendi”.

La recente nomina di Ben Ammar nel Cda di Vivendi alimenta questa ipotesi. Visti i rapporti di amicizia sia con Bolloré che con Berlusconi, il finanziere franco-tunisino potrebbe giocare un ruolo chiave in questa compravendita.

Un ex collaboratore del finanziare bretone ha dichiarato: “Non dimenticate una cosa, nel corso della sua carriera, Bolloré ha investito solo in Francia, Italia e Africa, tre paesi che conosce bene e dove si sente a proprio agio. Fin quando sarà alla testa di Vivendi non investirà altrove”.

Unica certezza, a Bolloré non mancano i soldi per questa missione.

Dopo le dimissioni degli asset tlc, Vivendi conta su un tesoretto di 10 miliardi di euro.

Puyfontaine è stato chiaro: “Il piano di Vivendi? Faremo tutto il possibile per diventare un player importante sul mercato italiano. In cassa abbiamo 10 miliardi di euro di liquidità che ci dà capacità di investire, agilità e velocità di esecuzione. Abbiamo una mentalità aperta, siamo pragmatici e con un grande appetito per un mercato che offre grandi opportunità”.

Lo scorso anno Pyfontaine ha detto a Le Monde che 3-4 miliardi saranno investiti in nuove acquisizioni.

Facendo bene i conti: a maggio c’è stato l’acquisto di Dailymotion da Orange per 217 milioni di euro, che segna una prima tappa, la seconda è stata quella del miliardo di euro in Telecom. Quale sarà la terza?

Mediaset Premium è valorizzata in 900 milioni di euro. Sarebbe fattibile.

Ma dal Biscione hanno già fatto sapere che “non è in vendita”.

I giochi sono comunque ormai aperti.