la proposta

Tim Brasil: dai russi di Letter One pronti 4 miliardi per la fusione con Oi

di |

Tim Brasil smentisce l'esistenza di negoziati con Letter One e Oi, ma BTG Pactual conferma che i russi sarebbero pronti a sottoscrivere un aumento di capitale fino a 4 miliardi di dollari in Oi, condizionato al consolidamento sul mercato brasiliano e, quindi, a un merger con le attività di Tim Participacoes.

Se fosse un film di James Bond sarebbe ‘Dalla Russia con Amore’…e chissà che stavolta, visto che i russi arrivano col portafogli pieno, non sia davvero quella buona per mettere la parola fine al risiko delle tlc mobili brasiliane.

Le indiscrezioni sul possibile consolidamento del mercato mobile brasiliano si inseguono infatti da diverso tempo (e anche stavolta è arrivata a stretto giro la smentita di Tim Brasil), ma forse l’ingresso in partita di Letter One, fondo d’investimento che fa capo alla Vimpelcom del magnate Mikhal Fridman (che in Italia controlla Wind), potrebbe davvero cambiare le cose.

Letter One, che ha di recente annunciato l’intenzione di immettere qualcosa come 16 miliardi di dollari nei settori tlc ed energia, sarebbe infatti pronto a rimettere in sesto le disastrate  finanze di Oi, sottoscrivendo un aumento di capitale fino a 4 miliardi di dollari, condizionato però alle attività di consolidamento sul mercato mobile brasiliano e, nello specifico, all’integrazione con le attività di Tim Brasil, controllata di Telecom Italia.

I nuovi sviluppi del dossier sono stati resi noti da BTG Pactgual.  La banca d’investimenti di Andrè Esteves – incaricata da Oi di studiare le possibilità di consolidamento del mercato brasiliano – ha comunicato di aver ricevuto da Letter One una “proposta di negoziato in esclusiva” relativa a un’operazione mirante al possibile consolidamento nel mercato tlc brasiliano che includa un merger con le attività di Tim Participacoes, che controlla Tim Brasil.

Oi, prosegue la nota, “valuterà attentamente la proposta con i suoi advisor legali e finanziari”.

Oi è il quarto operatore mobile brasiliano e non naviga in acque tranquille: ha chiuso l’ultimo trimestre con un debito di quasi 52 miliardi di reais (circa 12 miliardi di euro).

Il dossier Oi nonostante le sempre puntuali smentite di Telecom Italia, arrivate anche oggi – torna periodicamente alla ribalta delle cronache italo-brasiliane in un rincorrersi di ribaltamenti tra chi è la preda e chi il cacciatore: le voci su un’imminente offerta di Tim Brasil erano circolate già all’inizio di quest’anno, mentre a un certo punto sembrava Oi, insieme agli altri player del mercato, prossimo ad avanzare la proposta di matrimonio.

Per Telecom Italia, come ribadito nell’ultimo cda – che si è tenuto proprio in Brasile – il mercato sudamericano continua a essere considerato strategico, Vivendi permettendo: la società ha infatti confermato il piano di investimenti pari a oltre 14 miliardi di reais nel triennio 2015-2017 nonostante la difficile congiuntura economica.

Anche stavolta, dicevamo, Tim Brasil ha precisato che “non sta negoziando” con Letter One e con Oi “in merito a un possibile consolidamento sul mercato brasiliano”, ma le nuove voci di un possibile merger hanno infiammato il titolo del gruppo italiano, che in mattinata è arrivato a crescere di oltre il 2% a fronte di un calo dell’indice FTSE Mib dello 0,40%.