L'ipotesi

Telecom Italia Sparkle: Cinesi in attesa. Che fare?

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L’azienda controllata da Telecom Italia avrebbe suscitato interesse negli investitori cinesi di State of Grid, per la sua estesa diramazione di cavi in fibra  che passano per l’Europa, America Latina e Mediterraneo.

Dopo l’accordo dello scorso mese di luglio per la cessione di una quota pari al 35% di Cdp reti ai cinesi di State of Grid China, la compagnia d’investimenti cinese sarebbe interessata anche all’acquisto di Telecom Italia Sparkle, la controllata di Telecom Italia che gestisce una rete in fibra ottica globale di 450 mila chilometri, che nel 2013 aveva una posizione finanziaria attiva di circa 170 milioni.

Lo scrive Repubblica, secondo cui l’azienda controllata da Telecom Italia avrebbe suscitato interesse negli investitori cinesi di State of Grid per la sua estesa diramazione di cavi   che passano per l’Europa, l’America Latina e il Mediterraneo (progetto Mediterrenean NautilusSeaMeWe4 e Imewe).

Asset di punta della Telecom Sparkle è la tecnologia Seabone (South East Access backBONE) una tipologia di rete, differente da quelle canoniche proposte sul mercato, che permette di far viaggiare i dati alle più alte velocità disponibili (SDH o Ethernet, da 100 MB a 100 Gb) garantendo il percorso più breve.

La notizia quindi di una possibile offerta da parte del colosso cinese ha dato il via  a due scuole di pensiero all’interno del gruppo.

Da una parte, secondo Repubblica, i manager più vicini a  Giuseppe Recchi, presidente Telecom Italia, fanno sapere di essere interessati alle lusinghe cinesi: l’interesse di un nuovo investitore si tradurrebbe in un proficuo rimpinguamento delle casse già indebitate dell’azienda.

Dall’altra, i manager più vicini all’amministratore delegato Marco Patuano sembrano più cauti nei confronti di Pechino, dal momento che la People’ s Bank of China già detiene il 2,07% di Telecom Italia, ergo è necessario fare delle considerazioni legate alle opportunità politiche sull’ulteriore ingresso nel capitale.

Ad ogni modo,  non ci sarebbe alcun motivo né alcuna fretta per valutare adesso il dossier della State of Grid. L’offerta cinese non avrà nessun risvolto in tempi stretti  tanto più che  per chiudere l’operazione sarà necessario il via libera da parte del Governo. Il che è tutto da vedere.

Intanto nel pomeriggio arriva pronta la smentita di Giuseppe Recchi che parla dell’interesse del fondo investimenti  cinese su Sparkle come di “fantasie prive di fondamento”.