L'intervento

Telecom Italia, Naguib Sawiris: ‘Pronto a investire, ma non senza Tim Brasil’

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Già nel 2012 Sawiris aveva offerta un aumento di capitale di 3 miliardi di euro, ma l’Ad Marco Patuano aveva respinto la sua offerta.

Il magnate egiziano delle telecomunicazioni Naguib Sawiris si è detto ancora interessato a investire in Telecom Italia, fintanto che la società manterrà la sua quota nell’operatore mobile brasiliano Tim Brasil.

Torna all’attacco, Sawiris, che il mercato italiano delle tlc lo conosce bene avendo controllato Wind, dopo essere stato snobbato a più riprese dal management della società italiana. Nel 2012 si era detto pronto a iniettare nelle casse Telecom ben 3 miliardi di euro sotto forma di aumento di capitale, ma dopo un’iniziale parvenza di apertura dell’allora presidente Franco Bernabè, l’Ad Marco Patuano aveva chiuso la porta, spiegando che in quel momento non c’era necessità di ricapitalizzare.

“Questa azienda ha bisogno di due cose: primo, un aumento di capitale e secondo, il desiderio di espandersi e migliorare”, ha dichiarato Sawiris a Reuters, spiegando che anche stavolta sarebbe pronto a partecipare a un aumento di capitale ma non ad acquistare azioni sul mercato. Il tycoon egiziano non si è però sbilanciato sulla cifra che sarebbe disponibile a investire.

Telecom Italia viene da una settimana tutt’altro che semplice e ricca di speculazioni su possibili investitori e forme di riassetto. Venerdì  il Cda fiume che ha concesso un’ulteriore proroga, al 24 ottobre, per il closing della vendita di Telecom Argentina. Il giorno prima era arrivata a scuotere il mercato la notizia di una presunta cordata messa in piedi dall’ex Ceo Telstra Sol Trujillo, pronto a mettere sul piatto 7,5 miliardi di euro.

Il tutto a ridosso dell’uscita di Telefonica che in concomitanza con la chiusura dell’accordo con Vivendi per l’acquisto della controllata brasiliana GVT ha ceduto al conglomerato media francese la sua quota dell’8,3% in Telecom Italia.

Il futuro della società non sarebbe stato comunque al centro dell’incontro, ieri, tra l’ad di Mediobanca Alberto Nagel, il presidente Vivendi Vincent Bollorè e il consigliere Telecom (ma anche Mediobanca) Tarak Ben Ammar.

Quel che è certo è che Telecom Italia, zavorrata da un debito di oltre 27 miliardi di euro e in forte necessità di fare cassa per riprendere gli investimenti, deve ora trovare la sua strada e forse – come dice Sawiris – ritrovare la voglia di crescere e migliorare.