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Sorpresa al cinema: il caldo riempie le sale

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Da maggio a luglio il 21,10% degli spettatori in sala per vedere un film italiano. Presenze più che triplicate rispetto al 2014.

Complice forse anche il caldo torrido di questa estate e il tentativo di trovare un po’ di refrigerio, la gente ha ripreso ad andare al cinema con grande soddisfazione degli operatori.

Da metà maggio a metà luglio il 21,10% si è recato in sala per vedere un film italiano.

Un dato, secondo Anica, molto incoraggiante perché riguarda un periodo che per tradizione non fa registrare lauti incassi ai botteghini per le pellicole nazionali.

Anica spiega che si tratta di numeri significativi: “Nello stesso periodo del 2014 la percentuale di presenze per i film italiani era stata del 6,73%, mentre nel 2013 aveva raggiunto la quota dell’11,78% (sostanzialmente grazie a un solo film) e nel 2012 l’asticella si era fermata addirittura alla misera percentuale del 2,84%”.

 

Risultati che fanno ben sperare a pochi giorni dalla presentazione del Rapporto 2014 sul mercato e l’industria del Cinema in Italia (Executive Summary e Slides) dal quale emerge che continua la crisi ma il settore è in rimonta.

L’Italia si piazza, infatti, nella top-ten mondiale per numero di film prodotti ma presenta ricavi in calo per i multisala che perdono oltre 77 mila euro.

 

Andrea Occhipinti (Anica): ‘Più spazio per i film nazionali’

 

Per Andrea Occhipinti, presidente dei distributori dell’Anica, “questo risultato è frutto dello sforzo dei produttori, che hanno condiviso con i distributori l’impegno a dare maggiore ampiezza al mercato dei film nazionali”.

“Siamo convinti – ha aggiunto – che questa sia la strada giusta. E’ molto importante che il risultato di un periodo debole come quello dei mesi estivi si avvicini il più possibile alla quota di mercato che il cinema nazionale raccoglie durante il resto dell’anno

Riccardo Tozzi (Anica): ‘Il pubblico deve andare al cinema tutto l’anno’

“Dare al cinema italiano lo spazio che gli compete durante tutto l’anno è la priorità che dobbiamo darci se vogliamo che i nostri film aumentino stabilmente la loro quota di mercato”, ha ribadito Riccardo Tozzi, presidente dell’Anica, che ha amaramente ricordato pure che “nei primi sei mesi del 2015 i film italiani si sono fermati al 22%, un risultato troppo basso per la nostra forza produttiva. Resta per noi fondamentale offrire prodotti sempre migliori e sempre più competitivi a un pubblico che deve essere incentivato ad andare al cinema per dodici mesi l’anno”.