Rapporto 2014

Cinema, aumenta la produzione nazionale ma gli ingressi in sala calano del 4,95%

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Presentato stamani a Roma il Rapporto 2014 sul cinema. Continua la crisi ma l’industria è in rimonta: Italia nella top-ten mondiale per numero di film prodotti ma ricavi in calo per i multisala che perdono oltre 77 mila euro.

La strada è ancora lunga e in salita ma il cinema italiano è in rimonta e si piazza nella top-ten mondiale per numero di film prodotti. E’ quanto emerge dal Rapporto 2014 sul mercato e l’industria del Cinema in Italia (Executive Summary e Slides), presentato stamani a Roma presso la sede del Centro Sperimentale di Cinematografia dalla Fondazione Ente dello Spettacolo e dalla Direzione Generale Cinema del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo. I numeri snocciolati oggi aprono alla speranza ma restano in calo i box office e i ricavi dei multisala.

Ma veniamo ai dati forniti questa mattina.

  • Con 201 film nel 2014, l’Italia ha riconquistato la decima posizione al mondo per pellicole prodotte – guida la classifica l’India con 1.966 film – ed è il primo Paese in Europa per numero di film con una produzione al 100% domestica;
  • A fronte dell’aumento del numero di film prodotti, preoccupa la diminuzione delle co-produzioni internazionali e la costante riduzione degli investimenti medi;
  • Gli ingressi di pubblico sul totale mercato SIAE sono calati del 4,95% rispetto al 2013. Contestualmente anche la spesa del pubblico si è ridotta del 4,5%;
  • La contrazione del business non colpisce solo le piccole sale, ma anche i grandi multisala che in media, nel 2014, hanno perso 77.660 euro di ricavi.
  • Una leggera riduzione è stata registrata anche negli investimenti industriali. I contributi stanziati sono diminuiti del 3,43%, passando da 334,9 a 323,4 milioni di euro;
  • A livello produttivo il comparto rimane molto frammentato. Sono 6.139 le aziende attive nell’audiovisivo in Italia e di queste solo 95 hanno più di 50 dipendenti.

Box office in flessione

Nel 2014 si sono intravisti i primi segnali di ripresa anche se, sottolinea il Rapporto, gli effetti della perdurante crisi economica sono rimasti inalterati.

A farne le spese è stato soprattutto il box office in una flessione che non riguarda più soltanto le piccole sale, ma tutti gli impianti.

Un discorso quasi analogo – che inevitabilmente conduce a una riflessione più ampia e articolata sulla produzione, visto l’aumento del numero dei film low budget realizzati – vale per gli investimenti. Il 2014 ha visto infatti i titoli d’iniziativa nazionale raggiungere la quota record di 194, contro i 156 dell’anno precedente. Un processo che gli incentivi statali – dal FUS all’ampiamento dei tax credit fino alle sinergie con le film commission regionali, che hanno trovato nel portale La Bussola del Cinema il loro strumento operativo – accompagnano e sostengono, mettendo in campo misure sempre più specifiche e attente a cogliere i fermenti in atto nel settore audiovisivo.

I riscontri sul canale primario delle sale, i box office, sono stati nettamente inferiori a quelli generati dal mercato nel 2013.

Ma nel Rapporto si precisa che “quello del box office è tuttavia un bilancio a partita doppia. Sul fronte dei conti economici d’esercizio annuale presenta infatti saldi in sensibile decremento rispetto al 2013. Analizzato sul versante di quello che può essere considerato lo stato patrimoniale (il patrimonio di base, costituito dal pubblico che frequenta le sale) non mostra però esiti altrettanto negativi”.

Dal confronto fra i risultati 2014 e quelli precedenti emerge che il diverso andamento del monte incassi (così come del monte ingressi) è determinato dal differente rendimento dei titoli “top five” – e anche “top ten” – sia italiani sia stranieri.

Nonostante siano stati toccati nella stagione 2014 per questi film nuovi picchi nel numero di copie distribuite, nel Rapporto si indica che è mancato il valore aggiunto che le opere di maggiore richiamo apportano di solito al botteghino.

Al Sud si spende di più per il cinema

Interessante evidenziare che le rilevazioni sui consumi mostrano che (in rapporto alla disponibilità di risorse da dedicare complessivamente all’entertainment artistico e culturale nelle varie parti d’Italia) in realtà sono proprio le Regioni meridionali a investire nel cinema una quota della spesa dedicata all’intrattenimento decisamente superiore: il 47,27%, contro il 42,06% di quelle centrali e il 33,47% del Nord.

Italia nella top-ten mondiale per numero di film prodotti

Il comparto, con il record storico di 201 film di nazionalità italiana (34 in più del precedente limite toccato appena dodici mesi prima), ha riportato l’Italia cinematografica nella “top ten” dell’industria mondiale.

L’Italia ha superato la Gran Bretagna ed è ora decima, alle spalle del Giappone. Con 194 titoli ha anche scalato per la prima volta negli anni Duemila la “top ten” europea dei film 100% domestici, conquistando il primo posto davanti agli altri quattro grandi Paesi produttori dell’Unione europea e dello stesso continente: Francia, Gran Bretagna, Germania e Spagna.

 

Tax credit prima e unica leva finanziaria

Nel Rapporto si evidenzia che il Tax Credit “ha reso ancora sostenibile il livello – seppur discendente negli ultimi tre anni – del fabbisogno finanziario del cinema italiano, fino a procurargli nel 2014 più di 64 milioni di euro al servizio della realizzazione di nuovi progetti, agevolando il conferimento di 32 milioni da parte delle imprese di produzione e le iniziative di investitori che operano all’esterno del comparto”.

E ancora si indica che “il credito d’imposta sta diventando in tutti i Paesi il (solo) volano finanziario utile a elevare il livello degli aiuti pubblici a favore dell’attività cinematografica”.

Nel Report si lancia poi l’allarme: “Nel bilancio della provvista finanziaria l’autentica voce in sofferenza per il cinema italiano corrisponde all’afflusso di risorse estere. Negli ultimi anni l’apporto di capitali stranieri appare in declino anche negli altri mercati (Gran Bretagna compresa per quanto riguarda la produzione nazionale), ma in Italia il progressivo impoverimento del contributo dei partner esteri agli investimenti in produzione appare incidere in misura determinante”.

Nei film co-prodotti gli investimenti esteri privati risultano in calo del 48,21% nel 2014 contro il -46,82% del 2013 e il +85,58% del 2012. Salgono invece i contributi pubblici che lo scorso anno sono stati pari a 18,3 milioni di euro mentre nel 2013 erano di 4,3 milioni.

 

Nicola Borrelli (MiBACT): ‘Necessario rafforzare l’industria per competere su scala globale’

Per Nicola Borrelli, Direttore Generale Cinema MiBACT, “Il Rapporto offre un quadro analitico ed esaustivo dello stato dell’arte del sistema audiovisivo nazionale con un’analisi dei fenomeni industriali e delle evoluzioni politiche, queste ultime particolarmente rilevanti nel 2014 con la Presidenza Italiana del Consiglio dell’Unione europea, i cui risultati e successivi sviluppi sono riportati nel capitolo introduttivo”.

Borrelli indica che “I punti di forza e le criticità del settore, messi in luce dal Rapporto, confermano i traguardi raggiunti e sollecitano la necessità di rafforzare la nostra industria incrementandone la competitività sul piano internazionale”.

Davide Milani (FEdS): ‘Cuba ha legami profondi con la scuola cinematografica italiana’

 

In questa edizione del Rapporto viene inaugurata una sezione riservata al “Panorama Internazionale” e dedicata a Cuba e al Festival Internacional del Nuevo Cine Latinoamericano.

“Una scelta inedita – dichiara il nuovo Presidente FEdS Davide Milaniquella di dedicare un Focus al cinema internazionale per offrire negli anni un quadro completo tanto sui Paesi già protagonisti del settore quanto su quelli emergenti”.

Milani osserva che “La settima edizione del Rapporto fotografa, nell’anno della distensione delle relazioni internazionali tra gli Stati Uniti e Cuba, la realtà di un Paese che vanta una lunga e articolata tradizione nell’ambito del cinema e della cultura, con legami profondi con la scuola cinematografica italiana”.

Il Rapporto è stato arricchito da contributi, focus e testimonianze firmati dai principali protagonisti del settore: Associazione Nazionale Esercenti Cinema (ANEC), Associazione Produttori Televisivi (APT), Centro Nazionale del Cortometraggio, Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale, CFS Legal, Cinema & Video International, Istituto Luce-Cinecittà – che sostiene il Rapporto sin dalla prima edizione –, Italian Film Commissions, MEDIA Salles, Rai Cinema, Rai Fiction, Regione Veneto, Sapienza Università di Roma | I-Com, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

Executive Summary

Slides