Il caso

Mediaset-Sky: retransmission fee, quando e perché pagarli

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Mediaset cripta i propri canali su Sky, ma è corretto parlare di retransmission fee?

Ampio e approfondito confronto sulle retransmission fee, che coinvolge Mediaset, Sky e anche la Rai.

Il Biscione ha attaccato frontalmente la pay tv di Rupert Murdoch chiedendo il pagamento di quelle che appunto definisce ‘retransmission fee’ e, visto il mancato accordo, da questa notte ha oscurato i segnali di Canale5, Italia1 e Rete4 che non sono dunque più visibili sui canali 104, 105 e 106 di Sky.

Una questione particolarmente ostica sulla quale è intervenuta l’Agcom e sulla quale oggi il commissario Antonio Nicita dedica un particolare approfondimento nell’intervista rilasciata a Key4biz.

Retransmission fee solo nei casi di posizione dominante

Nicita ha infatti spiegato a Key4biz che si tratta “…di casi distinti. L’Autorità non ha preso ad oggi alcuna decisione relativa a regole cosiddette di must carry o must offer. L’Autorità è dovuta intervenire per far applicare una norma di un contratto di servizio pubblico Rai scaduto, ma ancora in vigore in attesa della nuova Concessione. Ma ovviamente questa decisione è limitata alla concessionaria del servizio pubblico e non si applica ad altre emittenti”.

Precisando anche che “Le regole evolvono rispetto a contesti specifici. L’obbligo di must carry e il diritto al corrispettivo di ritrasmissione nascono in contesti caratterizzati dai monopoli locali. Ad esempio del cavo. Un obbligo regolatorio di retransmission fee può caratterizzarsi, a mio avviso, solo come rimedio di una posizione dominante della piattaforma trasmissiva alla quale si imponga il pagamento, sempre nel quadro della tutela del pluralismo”. 

Segnale free

Negli ultimi mesi più volte il consigliere di amministrazione di Mediaset, Gina Nieri, aveva espressamente dichiarato l’intenzione di raggiungere un’intesa commerciale con Sky.

I nostri contenuti sono free nei confronti del pubblico aveva precisato Nieri a luglio, se però vengono trattati da piattaforme pay noi chiediamo un fee, perché indubbiamente forniscono un vantaggio competitivo alla piattaforma che li ritrasmette”.

Ma l’accordo commerciale non è arrivato. Perché? Sky, come ha sempre ribadito l’amministratore delegato di Sky Italia, Andrea Zappia, “non ha mai ritrasmesso il segnale, ma solo ricevuto un segnale free. E nel resto d’Europa, a partire dalla Gran Bretagna, nessuna richiesta di pagamento per i canali free ha mai ottenuto un pagamento”.

Mediaset ha così proceduto a oscurare i propri canali su Sky.

Nessuna preoccupazione da parte della pay tv di Murdoch. Zappia ha dichiarato: “Si tratta di una libera scelta di Mediaset che non ci lascia particolarmente sorpresi e procediamo di conseguenza”. Aggiungendo: “Siamo molto tranquilli e stiamo ovviamente già impostando le modifiche necessarie. Oggi gli spettatori sono abituati a guardare la tv su diverse piattaforme, lo faranno anche in questo caso”.

Sky sta quindi riorganizzando il suo palinsesto. Sul canale 105 approda SkyUno, prima al tasto 108, con le sue trasmissioni di intrattenimento come Masterchef, X-Factor e Italia’s Got Talent, mentre sul 106 arrivano le seri tv targate Fox. In ogni caso, sottolineano da Sky, attraverso l’aggiunta della digital key al decoder Sky, Canale 5, Italia 1 e Rete4 saranno ancora visibili, ma ai canali 5004, 5005 e 5006.

Resta aperta la questione del canale 104. Dopo le dichiarazioni del direttore generale Rai, Antonio Campo Dall’Orto, sembrava quasi scontato l’arrivo di Rai4, ma è possibile che ci siano delle sorprese.

Alcune precisazioni

La questione delle retransmission fee è abbastanza spinosa.

Quando a luglio Mediaset è pubblicamente uscita con la richiesta a Sky di un accordo commerciale ha citato la delibera Agcom 128/15 pubblicata lo scorso 23 marzo, che decide nella controversia Rai-Sky. Delibera che però la pay tv di Murdoch ha impugnato davanti al Tar del Lazio sospendendone gli effetti.

Vi sono alcuni elementi da considerare in questa vicenda. Intanto c’è da tenere in conto che l’Agcom è intervenuta per precisare con una nota che la delibera citata da Mediaset non riguarda le tv commerciali ma lo specifico caso della Rai, in quanto servizio pubblico, e Sky.

E poi nel caso di Sky Italia è inesatto di retransmission fee in quanto i canali Mediaset, così come gli altri free-to-air, sono semplicemente “trasmessi” sul satellite e non sono presenti nell’offerta commerciale come invece avviene in Gran Bretagna e in Germania.

Sono, infatti, visualizzabili anche togliendo la scheda Sky dal decoder.

E’ corretto invece parlare di ritrasmissione nel caso inglese o tedesco, dove numerosi canali free-to-air sono a tutti gli effetti parte delle offerte commerciali delle pay tv.

Già questo aspetto pone le richieste di Mediaset sotto una luce diversa.

I canali diffusi da Mediaset sul satellite in chiaro, infatti, per definizione sono ricevibili da tutti i decoder satellitari, nonché ricevibili da ogni satellite, quindi anche da quello usato da Sky per l’irradiazione dl suo segnale. La pay tv di Murdoch, in altre parole, non ritrasmette il segnale, trasferendolo da una piattaforma all’altra, ma si limita a riceverlo in onda. Mediaset, come tra l’altro ha fatto, potrebbe oscurare quando vuole il segnale in chiaro. La tv del Biscione non è mai stata obbligata a farlo, né, d’altra parte esiste alcun obbligo a pagare per ricevere un segnale in chiaro.

Mediaset, per i suoi canali in chiaro, vive di pubblicità e dunque di audience, quanto più ampia possibile, quindi cosa ci guadagna a diminuirla criptando i canali in chiaro sul bouquet Sky e di conseguenza la raccolta pubblicitaria?